Cultura

Brasile, concluso il viaggio di Benedetto XVI

Dal nostro inviato a San Paolo un primo bilancio del viaggio papale nel paese paulista. I retroscena dell’incontro tra il presidente Lula e il Papa

di Paolo Manzo

Da San Paolo ? Paolo Manzo Si è concluso con il rituale scambio di regali e molta cordialità, l?incontro tra Papa Benedetto XVI e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, tenutosi ieri nel Palácio dos Bandeirantes. Molti sorrisi, la moglie di Lula, donna Marisa, visibilmente emozionata al momento di baciare l?anello papale e di offrire a ?Bento XVI? (così chiamano in Brasile il Santo Padre) un suo ritratto dipinto da Roberto Camasmie, uno dei principali artisti contemporanei brasiliani. Al di là del protocollo, tuttavia, l?incontro a porte chiuse tra il leader del più popoloso (185 milioni di abitanti) e più cattolico (150 milioni di fedeli) paese dell?America latina e il Pontefice si è concluso con una nulla di fatto su alcuni temi cardine per la Chiesa in America Latina, ovvero aborto, uso del preservativo, famiglia, divorzio e ricerca sulle cellule staminali. Non è dato sapere se questi temi siano stati affrontati nei dieci minuti dell?incontro privato ma una cosa è certa: sarebbe stato arduo trovare un periodo più difficile di quello attuale nelle relazioni tra il governo brasiliano e il Vaticano, dal momento che il senato verde-oro ha approvato una settimana fa una legge per l?abbassamento della punibilità penale a 16 anni (prima era a 18) e che lo scorso marzo la commissione sulla costituzione e la giustizia ha dato l?ok a un progetto di decreto legislativo che propone un referendum per liberalizzare l?aborto, oggi possibile nel paese solo in caso di stupro e di pericolo per la salute della madre ma, di fatto, praticato da oltre 900mila donne l?anno. A fine maggio, di quest?ultimo argomento si discuterà in parlamento ma è indubbio che, sia sui sedicenni nelle carceri per adulti sia sulla legalizzazione dell?aborto, la Conferenza dei vescovi brasiliani e il Papa hanno idee diametralmente opposte a quelle espresse sinora dell?esecutivo guidato da Lula. Per uscire dall?impasse in vista dell?incontro con Benedetto XVI e, probabilmente, per trarne qualche vantaggio politico dal punto di vista dell?immagine, il presidente brasiliano – tradizionalmente vicino alle Ceb, le Comunità ecclesiali di base – aveva dichiarato due giorni fa di essere contrario all?interruzione forzata della gravidanza e alla riduzione dell?età penale a sedici anni. Aggiungendo che, tuttavia, è impensabile che il parlamento non si occupi di questi argomenti. Inoltre si era detto onorato di poter parlare di lotta alla povertà con il Santo Padre. Cosa che, e questo è certo, è sicuramente avvenuta ieri nell?incontro con Benedetto XVI. Il capo di gabinetto di Lula, Gilberto Carvalho, molto vicino alla Chiesa cattolica, ha infatti reso noto che tra gli argomenti toccati durante il colloquio ci sono stati anche l?aiuto e la cooperazione verso l?Africa e la produzione di biocarburanti per combattere la povertà? Staremo a vedere se l?incontro di ieri servirà per migliorare i rapporti del Brasile di Lula con la Chiesa cattolica. Di certo c?è che non è stata superata l?impasse per la firma di un accordo sulla libertà di culto, la concessione di visti per i missionari, l?insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, la tutela delle chiese e il trattamento fiscale: insomma un vero e proprio Concordato. «La firma dell?accordo, secondo i desideri del Vaticano, sarebbe dovuta avvenire durante il viaggio del Papa in Brasile ma, a causa di una serie di intoppi, è stata rinviata alla fine del 2007, quando il presidente Lula contraccambierà la visita», ha fatto sapere un funzionario dell?ambasciata verde-oro presso la Santa Sede. A complicare lo scenario dei rapporti Santa Sede-Brasile, tuttavia, ci si è messo anche il ministro della Sanità del governo Lula, José Gomez Temporão, per il quale la legislazione esistente in Brasile sull?aborto «è restrittiva». Temporão ha cancellato all?ultimo momento l?impegno che aveva col Papa per una visita alla Fazenda da Esperança, un centro di trattamento per tossicodipendenti, adducendo come giustificazione non meglio precisati «impegni a Ginevra». Inoltre ha esclamato, facendo chiaro riferimento a Benedetto XVI, che non si possono «prescrivere dogmi e precetti di una determinata religione a tutta la società». Una caduta di stile che poteva essere evitata.


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