Non profit

Bossi-Fini, l’idea di Legambiente. Alziamo gli indici

Partita una campagna contro la normativa che prevede di prendere le impronte digitali agli immigrati. E non è il solo punto controverso della legge.

di Gabriella Meroni

A tutti o a nessuno: parliamo di impronte digitali, un tema che continua a tenere banco quando si parla delle nuove norme sull?immigrazione, approvate martedì 4 giugno dalla Camera. Un tema sul quale una larga parte della società civile ha deciso di dire la sua, lanciando una campagna che invita le autorità a prendere le impronte a tutti, italiani compresi, o a lasciar perdere. «Chiediamo parità di regole per tutti», spiega a Vita, Ermete Realacci, presidente di Legambiente, promotrice dell?iniziativa. «Per questo lo slogan ?tutti o nessuno?, perché se davvero c?è un?esigenza legata alla sicurezza, non si spiega perché deve essere rivolta solo alle persone straniere». «Questo non significa», ha proseguito Realacci, «che ci debbano essere spazi di tolleranza nei confronti della criminalità organizzata e delle nuove mafie, che possono anche avere base etnica. Ma nemmeno è giusto introdurre una misura di questo tipo solo nei confronti di persone che entrano nel nostro Paese per lavorare». Alla campagna ha aderito il portale di Vita (www.vita.it), che l?ha rilanciata con il logo che vedete in questa pagina, e l?Arci, che ha proclamato i sette giorni appena trascorsi ?settimana delle impronte?, invitando i cittadini a inviare per fax le proprie impronte digitali agli uffici del ministero degli Interni: «Siamo partiti con questa campagna di denuncia e di disturbo», ha dichiarato il presidente dell?Arci, Tom Benetollo, «per dare una prima risposta alle norme discriminatorie e razziste del ddl Bossi-Fini approvate alla Camera». Non ci sono solo le impronte, però, tra i punti contestati della Bossi-Fini: a finire nel mirino delle organizzazioni che si occupano di migranti è stata anche la parte della legge che dovrebbe disciplinare il diritto d?asilo. Questa volta, ad alzare la voce è stato addirittura l?Onu, tramite l?Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha espresso «profondo rammarico» per la mancata approvazione di un emendamento alla legge Bossi-Fini relativo all?introduzione «di un ricorso effettivo – giurisdizionale o amministrativo – contro il respingimento in primo grado di una domanda d?asilo». Infine, l?Unhcr auspica che l?Italia si doti finalmente di una legislazione organica in materia di asilo, colmando un gap che la separa da tutti gli altri Paesi europei. Info: per aderire, inviare un?email a: legambiente.stampa@tiscalinet.it


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