Volontariato

Bossi agli ex Dc: “Ladri”. E’ caos nel governo

"L'Udc non si siederà più a un tavolo con la Lega, se Bossi continua così", dice il ministro Giovanardi. Buttiglione: "Fieri di essere diccì". Follini: "Esiste ancora un'alleanza?"

di Ettore Colombo

”L’ Udc non si siederà più allo stesso tavolo della Lega se Umberto Bossi continuerà a chiamarci ladri”, dice Giovanardi. “Provino a toccarci e poi vediamo, siamo alleati di Berlusconi e la storia della Dc continua con noi”, minaccia Buttiglione. “Esiste ancora un’alleanza?”, domanda retorico Follini. Ma Bossi, come se nulla fosse successo, replica: ”Ma che cosa c’entrano Ccd o Udc? Io quando parlo di Dc parlo di storia”. Non così Speroni che a proposito della convocazione dell’ufficio politico dei centristi, per domani, dice: una volta lo convocavano i magistrati. Rischia di finire male l’ennesimo attacco del leader leghista alla “storia” dei suoi alleati di centro. In un’intervista concessa ieri al quotidiano La Repubblica il ministro per le riforme non aveva girato intorno alle parole. ”Un partito di centro non avrebbe mercato elettorale. Se ci fossero le elezioni basterebbe mettere fuori al Nord un manifesto con una parola sola, ‘Ladri’, e vincerei. Il Nord non si dimentica chi lo ha rapinato. Negli anni Settanta furono Moro e Berlinguer a togliere agli enti locali i soldi…”. Non pago, Bossi aggiunge: ”I centristi vivono una stagione di realtà virtuale. In un momento in cui il virtuale tracolla, esempio l’economia, loro sono gli unici virtuali. Si devono ricordare che il Paese fu fatto fuori dal duo Moro-Berlinguer, che tolsero i soldi agli enti locali. Se tornasse questa stagione il Nord si alzerebbe in piedi al grido di ‘Ladri, ladri’… e si ribellerebbe. L’idea della rinascita di un centro di questo genere è estremamente negativa”. Non ci sta il ministro per i Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi che ancora non ha dimenticato quanto successo tre giorni fa alla Camera durante la votazione sulla Cirami. Una battaglia a colpi di spintoni, oltreché di parole, che aveva diviso, stavolta, ex Dc e An, scatenata dalle parole di Ignazio La Russa. ”Dico a Umberto Bossi, con la solita franchezza, che io non ho mai rubato né cento milioni, ne due milioni né una lira. Se davvero, al di fuori delle battute, il leader della Lega è convinto di poter risolvere i rapporti con l’ Udc usando l’epiteto ‘ladri’ nei confronti nostri e della nostra storia, traiamone consensualmente le dovute conseguenze, essendo chiaro che in quel caso, allo stesso tavolo non potremmo più sederci”. Sprizzano orgoglio dc le parole del ministro alle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. “Ci sono stati tanti processi e assoluzioni. La Lega si dimostra un caso veramente unico di schizofrenia. E’ garantista quando viene accusato Bossi e forcaiola e giustizialista quando viene accusata la Dc. La verità è che in questo governo i democristiani ci sono e sono una forza in crescita. Ci provino pure, quelli della Lega, a toccarci e poi vedremo cosa succede…”. E continua: ”Siamo una forza indispensabile per questa maggioranza sul piano dei numeri e molto di più su quello della politica. Abbiamo saputo tenere il rapporto con le forze sociali del Paese in un momento difficile, quando tutta la Casa delle libertà rischiava di perderlo. Bossi fa la voce grossa, pensando di mettere paura, perché tutti temono che lui con un voltafaccia faccia cadere il governo. E’ una minaccia spuntata a cui non ci crede nessuno”. ”Noi siamo alleati convintissimi di Silvio Berlusconi – continua – ma non sappiamo se lo siamo di Bossi. A giudicare da quello che dice sembra di no perché tra alleati il primo dovere è quello del reciproco rispetto. L’ esperienza della Dc non è morta. Siamo noi”. Il presidente dell’Udc Follini repica secco: ”Le parole dell’onorevole Bossi non meritano una risposta. Siamo un partito responsabile e garantiremo la governabilità in un momento difficile per il Paese. Tuttavia c’è da chiedersi, e io mi chiedo, se esista ancora una alleanza”. Oggi è stata convocata d’urgenza la riunione dell’ufficio politico del partito per cercare la risposta che andrà al di là delle parole. A meno che non basti la replica di Bossi: ”Ma che cosa c’entrano Ccd o Udc? Io quando parlo di Dc parlo di storia, di una esperienza che è morta per sempre ed è morta male, perché si dimostrarono schiavisti nei confronti del nord. E la Dc per me non può tornare. Magari qualcuno si illude, ma non può tornare perché al Nord basta una parola per rendere impossibile il ritorno, basta la parola ‘ladri”’. Non basterà, però, perché se il Senatùr getta acqua sul fuoco, ci pensa Speroni a rinfocolare la polemica: ”Una volta erano i magistrati a convocare gli uffici politici della Dc. Ora se li convocano da soli… Di ex Dc finiti in carcere per le loro malefatte ce ne sono stati tanti – dice l’europarlamentare leghista – E allora Bossi ha perfettamente ragione a fare le sue affermazioni. Se siamo in questa situazione lo dobbiamo agli ex democristiani. Lo dobbiamo ai signori Moro, Andreotti, Scalfaro e cosi’ via…”. Insorgono anche i centristi dell’opposizione, a questo punto, in fondo anche loro ex dc: ”Quando definisce ladri anche Moro e Berlinguer, Bossi non offende solo i centristi del Polo ma tutti gli italiani che hanno ancora a cuore le sorti di questo Paese”, scrive Giuseppe Fioroni della Margherita. ”Bossi – dice – torna ad uccidere Moro perché è l’ultimo, disperato raglio d’asino di chi deve dimostrare di esistere e sa farlo solo così”.


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