Mondo
Bosnia, migranti: emergenza senza fine
Il freddo è arrivato e le condizioni dei migranti bloccati ai confini dell'Europa, in Bosnia - Erzegoina si fa sempre più grave
di Marco Dotti
La situazione è grave, ai confini dell'Europa. Mentre l'attenzione pubblica si divide, distratta dalla polemica sui soccorsi in mare da parte delle ONG, non solo sulle coste italiane – lo ha ricordato ieri il presidente dell'associazione A buon diritto, il sociologo Luigi Manconi – gli sbarchi "auto organizzati" continuano a ritmo di 45-50 persone al giorno, ma in Bosnia-Erzegovina la situazione per migliaia di profughi è al collasso. Anche a causa del grande freddo.
La Croazia, che dal luglio 2013 è a tutti gli effetti uno Stato membro dell'Unione Europea, non solo non accoglie ma, denunciava il 17 dicembre scorso il Washington Post, espelle illegalmente i rifugiati. Da mesi le associazioni e i volontari denunciano le violenze a cui le autorità croate sottopongono i migranti. Tutto cade nel vuoto.
A gettare un po' di luce sulla situazione, portando aiuto, ci sono gruppi di attivisti e volontari. Le condizioni di migliaia di rifugiati sono pessime, spiega Stefan Dietrich, membro dell'associazione umanitaria argoviese Netzwerk Asyl e co-fondatore dell’opera di aiuto ai profughi Help Now di Bremgarten (AG), che nei giorni scorsi ha guidato una missione di volontari svizzeri.
Su Voce Evangelica, Gaëlle Courtens ha spiegato come dal Ticino partono regolarmente aiuti per la Bosnia.
Così, nelle prossime settimane l’Associazione di volontariato “Casa DaRe” di Bellinzona, finanziata principalmente da donazioni private e dalla Fondazione per la diaconia delle chiese evangeliche svizzere FONDIA, in collaborazione con l’associazione “Ma anche noi”, porterà il suo carico di umanità con un furgoncino pieno di coperte, sacchi a pelo, indumenti caldi destinati ai migranti bloccati in quella parte d’Europa.
Una parte d'Europa che l'Europa continua a non voler vedere.
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