Cultura

Bosnia: continua la “raccolta armi” del contingente italiano

Una notevole quantita' di materiali da guerra e' stata consegnata spontaneamente da parte della popolazione di Foca, 80 chilometri circa a sud est di Sarajevo. Nel mucchio, anche mine e lanciarazzi

di Benedetta Verrini

Lanciarazzi, mine anti-uomo, esplosivi e armi portatili: è il “bottino” di armi che i soldati italiani dell’Eufor sono riusciti a farsi consegnare dalla popolazione in una città della Bosnia. Una notevole quantita’ di armi da guerra e’ stata infatti consegnata spontaneamente da parte della popolazione di Foca, 80 chilometri circa a sud est di Sarajevo, nella Republika Srpska (Rs, entita’ a maggioranza serba di Bosnia) ai militari del contingente italiano, attualmente guidato dal 17mo reggimento artiglieria contraerea ‘Sforzesca’ di Sabaudia, inquadrato nell’Eufor, la Forza di pace europea.
I soldati italiani, oltre ad aver organizzato in collaborazione con la polizia locale un punto di raccolta nel centro della cittadina per la consegna di armi illegali con garanzia di anonimato, hanno condotto anche un’operazione ‘porta a porta’ che ha dato maggiori risultati.
Ai militari italiani sono stati consegnati 35 armi di calibro inferiore ai 20mm, 19.311 munizioni inferiori ai 20mm, 19 munizioni di 76mm, 237 bombe a mano, 2 mine anti-uomo, 1,8 kg di esplosivo, lanciarazzi, 55 bombe da fucile, 53 caricatori pieni e 24 vuoti.
Tutto il materiale e’ stato controllato dai specialisti per la bonifica di ordigni esplosivi (Eod) e stoccato adeguatamente per essere successivamente distrutto. La Forza di pace – prima la Sfor, la missione militare della Nato, ora l’Eufor – ha organizzato nel corso degli anni, in collaborazione con la polizia locale, numerose operazioni Harvest (raccolta) in tutta la Bosnia, ma, benche’ molti armamenti siano stati recuperati e distrutti, si ritiene che in possesso dei civili si trovino ancora ingenti quantita’ di armi illegali.

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