Cultura

Borgomeo: «L’informazione sociale al servizio dello sviluppo, ecco la sfida di Vita a Sud»

«Il racconto delle dinamiche sociali del Mezzogiorno deve sconfinare il perimetro e le dinamiche tradizionali dello storytelling sul Terzo settore». L'intervento del presidente di Fondazione con il Sud. Oggi alle 15,30 in diretta Facebook la presentazione del nuovo progetto editoriale alla presenza, fra gli altri, del ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano

di Carlo Borgomeo

La Fondazione Con il Sud ha sostenuto con convinzione l’idea nata da alcune organizzazioni che da anni costruiscono importanti esperienze di infrastrutturazione sociale al Sud e da Vita: quella di rafforzare e qualificare ulteriormente l’attenzione del magazine alla multiforme realtà del Sud e al suo racconto. In particolare con l’obiettivo condiviso di farlo in modo strutturale, superando definitivamente il rischio che i racconti e le cronache dal Mezzogiorno assumano il tono della “eccezionalità”, dunque rafforzando involontariamente un giudizio di sostanziale subalternità; ma anche proponendo una trasversalità del racconto stesso.


Al Sud, la presenza e l’iniziativa del Terzo settore sempre più vanno assumendo le caratteristiche di un vero e proprio processo di cambiamento: segnalano che il rafforzamento delle comunità, sui territori, è l’unica strada per innescare processi di sviluppo sostenibili e, quindi, non effimeri, come quelli spesso “provocati” da politiche pubbliche esclusivamente attente a logiche quantitative. Questo processo, che non è certamente facile e che spesso ha un’evoluzione troppo lenta, va sostenuto da una forte e intelligente attività di comunicazione. Un tema, quest’ultimo, molto presente nel dibattito sul Terzo Settore che percepisce e denunzia una “sottorappresentazione” della sua presenza, del suo ruolo, della sua capacità innovativa. Si moltiplicano interessanti esperienze, alcune promosse dal Forum, di particolare rilievo.

Anche la nostra Fondazione ha particolare attenzione alla comunicazione, sia pretendendo che nei diversi progetti siano previste e ben definite le attività di comunicazione, sia con una modalità partecipativa e una forte presenza sui social, sia con iniziative specifiche ed innovative quali i bandi per la comunicazione e quelli per la promozione di produzioni cinematografiche che uniscono mondo del cinema e Terzo settore, per raccontare il Sud in modo non scontato, attraverso i suoi fenomeni sociali. Per la Fondazione Con il Sud la comunicazione non è strumentale rispetto all’attuazione della sua missione, ma ne è parte integrante. A ben vedere, la questione più rilevante, quando si parla di comunicazione relativa al sociale, non è quantitativa. Certo è bene impegnarsi perché ci sia più spazio nei diversi media; ma la questione centrale è la qualità dell’informazione, meglio l’approccio che caratterizza, prevalentemente, la comunicazione in questo ambito.

E’ l’approccio tipico della cultura della filantropia: si raccontano storie bellissime, personaggi eccezionali, risultati inaspettati. Si esalta la dimensione della bontà, della capacità di dono, del disinteresse personale. Si celebra un mondo di buoni. Non è ovviamente un’informazione negativa, anzi può avere l’effetto di generare comportamenti emulativi, di aumentare il numero di filantropi e di donatori. Ma, come sappiamo, questo tipo di informazione ha il limite di “separare”, nella comunicazione, il mondo del sociale dalle altre questioni di solito ritenute più importanti ed urgenti; di confermare nella pubblica opinione che le esperienze che porta avanti il Terzo settore possono avere al massimo un carattere di contenimento delle diseguaglianze; di supplenza rispetto alle carenze del sistema pubblico, ma non possono orientare le politiche, suggerire modelli, indicare nuove priorità. In altri termini, il racconto del Terzo settore viene confinato in un determinato spazio di azione. Partendo proprio dall’essenza del Terzo settore, dalla sua volontà e capacità di “provocare” il cambiamento, riteniamo che questo possa e debba avvenire concretamente nei singoli territori. E così, in effetti, avviene in tante aree del nostro Sud in cui lo sviluppo incrocia interessanti percorsi di coesione sociale, alimentando il futuro di persone e territori. Su questa linea abbiamo sempre ritenuto che Vita rappresenti un modello, certamente perfettibile, ma coerente. Perciò auspichiamo che questa iniziativa “meridionale” dia i frutti sperati. D’altra parte in questa iniziativa Vita si muove con la nostra impostazione di fondo. Non un impegno supplementare “per” il Sud, ma un progetto da sviluppare “con” il Sud.

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