Meeting di Rimini 2024
“Borghi futuri”, il numero VITA è diventato una mostra
La mostra “Borghi futuri” proposta da VITA ha raccontato storie vere, che i lettori hanno potuto già conoscere nel numero di luglio/agosto del mensile (che ha fatto da catalogo alla mostra di Rimini). Storie di piccoli centri che hanno saputo reinventarsi, grazie a due fattori decisivi: la capacità di immaginazione e la sintonia tra i soggetti in campo
Che cos’è un borgo? È la cellula più significativa del tessuto umano e geografico italiano. Ogni borgo è un aggregato di storia, di mestieri, di tradizioni e di saperi. È un’identità che tanti fattori stanno mettendo a serio repentaglio, tranne pochi fortunati casi di borghi da “vetrina”, parco di vacanza per le borghesie cittadine. Ma oggi per tante realtà il rischio è quello raccontato con tanta simpatia Antonio Albanese e Virginia Raffaele nel loro film recente, “Un mondo a parte”. I borghi si spopolano e quando si chiude anche l’ultima pluriclasse come stava accadendo a Rupe, nel Parco dell’Abruzzo, paese immaginario ma non troppo dove il film è ambientato, la fine si fa davvero vicina. A meno che… A meno che quell’intelligenza intrinseca nell’identità dei borghi non si rimetta al lavoro. Come nel caso del film dove l’idea semplice di accogliere famiglie di profughi ucraini con i loro bambini riaccende la scuola e con lei la vita e anche la storia del borgo.
Se quella di “Un mondo a parte” è fiction, la mostra “Borghi futuri” proposta da VITA per l’edizione del Meeting di Rimini appena terminata invece racconta storie vere, che i lettori hanno potuto già conoscere nel numero di luglio/agosto del mensile (che fa da catalogo alla mostra di Rimini). La mostra sviluppa in forma spettacolare i contenuti del giornale, grazie ad un allestimento che permette ai visitatori quasi di immergersi nelle singole situazioni. Inoltre è arricchita da video, grazie ai quali si può ascoltare il racconto dal vivo dei protagonisti delle dieci storie di borghi “futuri”.
Sono due i fattori costanti in queste storie di resilienza e di rinascita: la capacità di immaginazione e la sintonia tra i soggetti in campo. Garanti di questo prezioso equilibrio sono i sindaci. Ne abbiamo incontrati tanti in questo viaggio. E ogni volta c’è stata la sorpresa di trovarsi davanti a persone che per il bene e il futuro delle loro comunità sono capaci di cavalcare sogni coraggiosi. È il caso dei sindaci dei borghi della Valle dell’Aniene, da Roviano a Subiaco, un piccolo paradiso di natura, di storia e spiritualità a neanche 50 chilometri da Roma. Si sono messi in rete per creare le condizioni ai giovani di restare. E la scommessa sta riuscendo. C’è il sindaco di Calascio, che ha scelto di stabilirsi in questo borgo di appena 125 anime, convinto che il futuro potesse passare di qui. Così è stato: una cooperativa gestisce con grande efficienza e passione calamitando flussi turistici crescenti, attratti dal richiamo della suggestiva rocca, ed è ripresa anche la lavorazione tradizionale della lana, con prodotti di alta qualità.
Per darsi un futuro ci vuole anche audacia: l’audacia di tendere un cavo tra due montagne richiamando funamboli e climbers da tutto il mondo come hanno fatto ad Ulassai. L’audacia di immaginare che un bosco potesse diventare uno straordinario atelier di arte contemporanea come accaduto a Borgo Valsugana con Arte Sella. L’audacia di trasformare l’immenso rudere di un vecchio cementificio in uno spettacolare luogo multiuso, dove un giorno si tiene il mercato dei produttori locali, un altro uno spettacolo teatrale o un dibattito pubblico: accade a Ghiare di Berceto in Val di Taro.
Sono storie piccole ma sulle quali si gioca una partita importante per tutti. Dimostrano che c’è un’Italia che prende coscienza della propria storia, bellezza e identità e investe su questa ricchezza. Ecco perché i borghi sono una risorsa di idee per il Paese, nel segno di una fedeltà alla propria storia e di una fiducia convinta nel futuro.
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