Sostenibilità

Boom equo e solidale

Il new deal lulista scommette sull'agricoltura biologica (di Nicola Avanzini e Federica Tourn).

di Redazione

L?economia equo-solidale è sbarcata in Brasile. Tra le tante novità del new deal lulista, infatti, c?è da annoverare la creazione di una segreteria-ministero dell?Economia solidale e, per la prima volta, un governo che si preoccupa sul serio di promuovere il commercio equo e solidale. Inoltre, la persona che è stata chiamata al ministero dello Sviluppo agrario a tessere questa complessa trama di rapporti è un torinese, Gigi Eusebi.
La scelta non è casuale: Eusebi ha sempre lavorato a stretto contatto con la realtà brasiliana, come responsabile per Ctm-Altromercato dei progetti per l?America Latina. “Qui in Brasile cerco di mettere in contatto cooperative e piccole realtà locali con il mondo del commercio equo europeo”, spiega, “spesso, infatti, il problema più grosso per i produttori è quello di accedere al mercato internazionale senza pagare la mediazione penalizzante della grande distribuzione”. Il suo lavoro Eusebi lo fa attraversando in bus il Paese, dalle regioni aride del Sertão fino al Rio Grande do Sul, dalla costa di Rio de Janeiro all?Amazzonia, visitando coltivazioni di caffè, piantagioni di alberi da frutta, botteghe artigiane, apicoltori.

Arance socially correct…
Oggi Eusebi è a Itápolis, nell?interno dello Stato di San Paolo, per contattare la cooperativa Coagrosol. Nata nel 2000 dall?iniziativa di un ristretto gruppo di produttori e dal sindacato dei lavoratori rurali della città, si batte per una giusta retribuzione e uno spazio d?interscambio equo tra produttori e consumatori. La Coagrosol oggi raccoglie la frutta dei soci, che vende fresca qui ed esporta all?estero, dopo averla trasformata in polpa congelata per la produzione di succhi.
Grazie ai 100 dollari a tonnellata del Fair Trade Premium, il bonus pagato per incentivare la coltivazione bio, la cooperativa ha già ricevuto 30mila dollari, interamente investiti a beneficio dei lavoratori locali: sono stati attivati un programma di alfabetizzazione degli adulti e un corso d?informatica che ha già coinvolto oltre 400 persone. Parte del premio sostiene inoltre la Conferenza nazionale dei vescovi che, con la Pastoral da Criança, combatte la denutrizione e la mortalità infantile. I modi a volte sorprendono per semplicità, come nel caso della multimistura, una farina preparata con la pula dei cereali e le foglie di manioca: non costa nulla, essendo composta soltanto da scarti, ma ha un elevato potere nutrizionale e ha già salvato la vita di molti bimbi.
Da Itápolis ci si sposta a Poço Fundo, nel Minas Gerais. Tre cambi d?autobus, quasi dodici ore di viaggio per percorrere 400 chilometri, mentre fuori dal finestrino il paesaggio diventa sempre più segnato dal lavoro dell?uomo. Come ricorda uno striscione all?ingresso del paese, qui si coltiva “o café melhor do mundo”: deve esserne convinto anche Frei Betto, che lo ha comperato per il consumo del Planalto, il Quirinale brasiliano.

…e caffè rigorosamente bio
Eusebi è qui per incontrare i coltivatori di caffè biologico della Associaçao de Pequenos Produtores: fondata nel 1991, con l?obiettivo di promuovere e organizzare la cooperazione tra gli agricoltori per migliorarne il tenore di vita, oggi riunisce 74 soci ed è certificata dal marchio Fair Trade Labelling Organizations.
Per guadagnarsi la certificazione, i soci sono costretti a coltivare con criteri rigorosamente biologici anche verdure, legumi e cereali per l?autoconsumo. “Così fanno un?opera di educazione verso gli altri contadini, che si rendono conto che si può lavorare la terra ugualmente bene, se non meglio, anche senza l?impiego di concimi chimici e pesticidi”, sottolinea Eusebi. Questo caffè è esportato crudo, sarà poi il Paese importatore a tostarlo e macinarlo. Per la cooperativa, sarebbe importante completare tutto il processo produttivo in sede, per dare la maggior quota possibile di valore aggiunto: una sfida difficile, perché cerca di rompere le regole del mercato tradizionale.
Per sfruttare al massimo le risorse locali, i contadini ricorrono al lavoro collettivo: il ?troco do dia?, lo scambio vicendevole di manodopera secondo necessità, di tradizione zapatista, è un?usanza radicata nel territorio.
Tutta la regione, d?altronde, si basa sull?agricoltura familiare, una delle risorse cardine del Paese: “Bisogna darle visibilità e sostegno”, afferma Humberto Oliveira, viceministro della Segreteria per lo sviluppo territoriale del ministero dello Sviluppoagrario, “perché è un?opportunità di sviluppo per un terzo della popolazione. Agricoltura familiare e riforma agraria sono due tasselli complementari, indispensabili per ridare dignità e cittadinanza ai lavoratori rurali”.

La parceria, un concetto vitale
“È una battaglia che va vinta”, conferma Luiz Adauto, presidente della cooperativa di Poço Fundo, “perché l?agricoltura familiare dà da vivere alle nostre famiglie, ed è una battaglia che va combattuta da tutti i contadini dell?America Latina, con la parceria del mondo del commercio equo”. ?Parceria? è una bella parola che si usa spesso nel Brasile di Lula: non è facilmente traducibile, indica la solidarietà, ma anche l?intima condivisione di difficoltà e successi fra compagni.
L?economia solidale cambierà il mondo? “Non lo so”, conclude Eusebi, “quello che posso fare è mettere al servizio la mia esperienza, cercando di contribuire all?occasione che ha oggi il Brasile, grazie alla vittoria di Lula, di restituire i diritti agli esclusi”. Un buon modo, anche questo, per tradurre la parola ?parceria?.

Nicola Avanzini e Federica Tourn

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