Non profit
Boom di baby fumatori
La prima sigaretta sotto i 15 anni alle scuole superiori, contro l'ansia e la paura del futuro
di Redazione

È boom di baby-fumatori a Milano. La metropoli ha il record italiano: qui il bilancio è di 20 minorenni ‘stregati dalle biondè ogni 100, contro i12 della media nazionale. La prima volta? A 15 anni e mezzo, 6 mesi prima rispetto al resto d’Italia.
La fotografia degli studenti milanesi tra i 14 e i 19 anni è stata scattata da AstraRicerche. La ricerca, che ha coinvolto 4.372 ragazzi di 23 istituti superiori milanesi (con questionari anonimi), è stata promossa dalla Fondazione Veronesi e dall’assessorato alla Salute del Comune di Milano, nell’ambito del progetto ‘Giovani In Salute’, e presentata oggi, in vista della Giornata mondiale senza tabacco 2010. I ragazzi di oggi «non credono più in un futuro migliore di quello dei loro genitori, con conseguenze negative anche sull’abitudine al fumo e all’alcol», segnalano i ricercatori. «Una situazione, questa, che vale a Milano il poco edificante primato dei baby-fumatori», dichiara l’assessore comunale alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna. Dati allarmanti che «richiedono un intervento immediato con un approccio che raggiunga efficacemente i giovani. Non basta proibire la sigaretta, o sconsigliare di bere più di un drink a sera, perchè un ragazzo non indulga in comportamenti autolesionistici». L’assessorato ha così deciso di premiare il coraggio delle ragazze e dei ragazzi che sono pronti a mettersi in gioco dimostrando di avere a cuore la propria salute e il proprio futuro meritando la fiducia degli adulti.
Sono quasi 8 le sigarette fumate in media, ogni giorno: con gli amici, soprattutto al termine delle lezioni (77,2%), ma anche da soli (52,2%). Il fattore ‘conviviale’ si conferma il principale motivo che spinge i giovani a iniziare a fumare (68,4%), insieme allo stress (59,9%), al nervosismo e alla rabbia (57,3%).
Cosa potrebbe rappresentare un incentivo a mettere in soffitta il pacchetto? Al primo posto, per gli under 19, il divieto di vendita ai minori di 16 anni (64,8%), al secondo quello di azioni shock che mostrino i danni del fumo nel corpo umano (61,8%), mentre al terzo posto figura un forte aumento del costo delle sigarette (47,5%). Più di 1 intervistato su 3 considera utili le azioni svolte all’interno delle scuole: corsi antifumo (34,7%), divieto di fumare nei complessi sportivi (30,1%), campagne di comunicazione che li vedono protagonisti (29%).
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