Sostenibilità

Boom dei Farmers’ market negli USA

Da fast a slow, cambia la tendenza del cibo negli Stati Uniti. I mercati contadini crescono del 17%, complice l'innovazione tecnologica.

di Redazione

Se le nostre ricette, rimangono nell’olimpo della tradizione culinaria mondiale, non possiamo più vantarci di essere gli unici cultori del cibo sano, lento e a chilometro zero. Anche la cucina a stelle e strisce rallenta i suoi ritmi, alla ricerca di un più salubre equilibrio alimentare. Lo dimostra la crescita esponenziale dei “Farmers markets”, i cosiddetti “mercati contadini”, fino a qualche anno fa, minuscola nicchia in controtendenza, tra i colossi della distribuzione industriale e oggi florido segnale che quella“Food Revolution”, rivoluzione alimentare (e culturale) tanto auspicata dal cuoco-star e guru del mangiar sano, Jamie Oliver, sta finalmente prendendo piede anche nella patria delle alette di pollo fritte. 

Un tempo inaccessibili alla maggior parte della popolazione, sia per ragioni economiche che geografiche, oggi i farmers markets rimangono nicchia sì, ma non più così elitaria. Il Dipartimento dell’Agricoltura USA, ne registra più di 7000, una cifra niente male se si pensa che nel 1994 non erano nemmeno 2000 e che solo nell’ultimo anno, sono cresciuti del 17 per cento, una percentuale destinata ad aumentare. Complici dell’ascesa del chilometro zero, l’innovazione tecnologica e le numerose campagne di sensibilizzazione al cibo sano per figli e genitori, attivate nelle scuole americane, prima tra tutte Let’s Move, l’iniziativa lanciata dalla first lady Michelle Obama che ha fatto della lotta all’obesità infantile una vera e propria bandiera. 

Dimenticarsi quindi dello stereotipo che vuole l’americano medio nutrirsi di hamburger extrasize e patate fritte? Non sarà così facile. Negli Stati Uniti ancora oggi un bambino su tre è a rischio obesità e la percentuale aumenta nelle comunità ispaniche e afroamericane dove circa il 40 percento dei minori è in sovrappeso. La tentazione del cibo a basso costo non è mai stata così allettante come in questo momento di crisi, in cui le risorse delle famiglie sono sempre più limitate.

Eppure grazie alle nuove tecnologie, il cibo comprato direttamente sui banchi del mercato non risulta più così elitario. Quasi tutti i farmers’ market oggi sono dotati di lettori digitali per accettare i  cosiddetti “food stamps”, le carte magnetiche dedicate ai buoni alimentari, assegnate dal governo alle famiglie indigenti. Sono più di 47 milioni, gli americani che le utilizzano. “Un modo concreto per incrementare l’accesso ai prodotti locali e freschi per le famiglie a basso reddito.” Spiega Mimi Hall, operations manager della Boston Public Market Association. Proprio in Massacchussets negli ultimi anni si è registrato uno straordinario incremento degli acquisti effettuati nei mercati contadini attraverso i buoni alimentari passati dai 5 mila dollari del 2007, ai 220 mila dollari del 2011.

L’innovazione tecnologica non si ferma solo ai sistemi di pagamento. Proprio in Massacchussets, la Local Food Cooperative ha da poco lanciato un sito che permette ai contadini di mettere in una vetrina online i prodotti disponibili. Gli utenti possono compilare una lista della spesa virtuale che viene poi distribuita dai volontari della cooperativa, ogni primo venerdì del mese.

Per i consumatori più scrupolosi poi, è in crescente aumento l’utilizzo dei QR codes, i codici a matrice, leggibili dagli smartphone. Negli USA stanno diventando sempre più popolari anche sui banchi del mercato, per rintracciare l’origine di ogni prodotto. Tra gli esempi più interessanti quello di Red’s Best una cooperativa di pescatori che, grazie all’utilizzo dei codici a matrice, permette ai clienti di ottenere informazioni relative al tipo di pesce che si intende pescare, risalendo non solo alla zona in cui è stato pescato, ma addirittura alla barca. Red’s Best è diventata, proprio grazie a questo sistema, sinonimo di qualità e trasparenza.  “Il codice di riconoscimento per noi si è rivelato un ottimo strumento di marketing” Spiega Jason Tucker, responsabile per l’azienda della distribuzione nei farmers’ market “conoscere l’origine dei nostri prodotti, è stato fondamentale per fidelizzare i nostri clienti. I risultati si vedono, perché le persone, dopo avere comprato da noi, ritornato sempre.”


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