Welfare

Bonus tiroide, bonus diabete e bonus autismo 2021: a chi richiederli ed entro quando

di Carlo Giacobini

Il 2021, con il Recovery Plan sullo sfondo, con tanti “ristori” previsti, con 220 miliardi sul piatto, lascia qualcosa anche per le persone più fragili e per le loro famiglie. I sostegni alle persone e alle famiglie sono sempre traballanti e allora siamo pronti a plaudire anche quelli che magari non sono così sostanziosi, così equi, così agevoli da ottenere. Diventa però essenziale saperne di più, conoscere i meccanismi e soprattutto agire in fretta prima che i fondi finiscano, prima che di finire in fondo alla graduatoria per questo o per quel bonus più o meno appetitoso.

Perché avete aperto questo articolo? Perché l’ho scritto io? O perché ho azzeccato il titolo? Sono stato scorretto ad attirarvi con un titolo appetitoso ma farlocco? Chiedo scusa, ma in fondo cliccate tutti i giorni su titoli di pari tono e contenuti anche più falsi.

Ormai che siete qua dedicate due minuti agli sfoghi di chi da anni è braccato dalle bufale, dalle notizie distorte, dai pezzi improbabili propalati da siti spazzatura dalle denominazioni più rassicuranti o pseudo autorevoli. Ultimamente per i nomi di questi siti truffaldini vanno forte le parole “fiscale” o “money” o “meteo” o “previdenza” o “legge”

Il fenomeno, che dovrebbe essere noto, lo hanno battezzato “click baiting”, acchiappaclick. Sono articoli sapientemente confezionati con una particolare cura dei titoli e degli argomenti tanto trainanti da far partire l’indice e aprire il sito, dove – oltre che ad essere inesorabilmente tracciati – troviamo una quantità variabile di pubblicità. Inframezza un testo inconsistente, una non notizia, condita di elementi verosimili o, più spesso, approssimativi ed errati.

Finché si tratta di gossip o di diete miracolose è un peccato veniale; passi: ve la (ce la) siete (siamo) voluta. Ma se il fenomeno diventa pervasivo insistendo sulle fragilità, sui bisogni, sulle necessità, finanche sulla disperazione delle persone, beh, allora abbiamo un problema serio che non si può certo liquidare con uno stizzito “ma se la gente è scema…”

Chi vive e opera in trincea, sulla strada, a contatto diretto con le persone vere, lontano dagli strapuntini, conosce bene gli effetti quotidiani di quelle comunicazioni distorsive, di quelle trappole, di quei meccanismi tossici. Effetti che i social, a furia di acritiche condivisioni, espandono, moltiplicano, riverberano generando introiti per gli “editori” e frustrazioni per i lettori. Spero di sbagliarmi, ma le ricerche su Google rivelano un’onda scura di pseudo-informazione che ogni giorno diventa più nera e avviluppante.

Abbiamo un problema, crescente, pervasivo e ben più rilevante del linguaggio politicamente corretto che propugniamo (giustamente, bene inteso) ad ogni piè sospinto. Già, perché qui parliamo di contenuti, di opportunità, di profittabilità, di occasioni di crescita, ma anche di contare su qualche euro in più da spendere in dignità.

Su tutto diventa centrale, per frenare quella marea nera, la qualità dell’informazione, una qualità che invece è progressivamente in calo, che è fatta sempre più di copia incolla, di veline, di sbrigative FAQ. E di risorse tagliate a favore della comunicazione celebrativa o autoreferenziale. Ho scritto “qualità” che non significa solo correttezza. È soprattutto capacità di farsi comprendere da tutti, di raggiungere ognuno, di farsi ascoltare e di rispondere sul punto, non con slogan o con citazioni di atti internazionali. Non con relazioni dotte di cassazionisti.

L’informazione di servizo cattura l’attenzione in modo pulito, efficace, innovativo e senza secondi fini, senza trucchetti, senza mischiare fatti e narrativa, atti e opinioni.

Tutto questo comporta un congruente investimento di risorse, di capitale umano, ma anche di consapevolezza, di ricerca di condivisione dal basso, di costruzione di una cultura comune che rispetti la diversità e ne faccia tesoro. Che sappia ascoltare non passivamente. Ché le persone non sono stupide, hanno spesso risorse inespresse e insondate, ma se vengono tradite, considerate un numero e lasciate sole si rivolgono altrove. E quell’altrove non è sempre un luogo migliore.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.