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Bonus psicologo: una risposta mancata a un’emergenza dei nostri giorni

Da tempo si auspica l’inserimento della psicoterapia nei servizi territoriali che si occupano di salute mentale, sin dal 2018 il trattamento psicoterapico è stato introdotto tra i livelli essenziali di assistenza. Solo il Veneto ha attivato un servizio di psicoterapia per giovanissimi, altrove non si registrano esperienze altrettanto significative. La politica deve aiutare chi ha bisogno con la consapevolezza che non c’è benessere senza salute mentale

di Angelo Palmieri

Siamo a destreggiarci sulle onde di un caos determinato da una stasi istituzionale e un vuoto programmatico, riconducibile a vari livelli di responsabilità e competenza, quanto alle politiche di contrasto al disagio giovanile.

A tal proposito l’ultima clamorosa notizia riguarda la bocciatura del bonus psicologo da parte della Camera nell’ultima legge di bilancio. La proposta avrebbe previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per poter sostenere economicamente le persone in attesa di cura per accedervi. Una decisione assurda questa bocciatura determinata da inconcepibili ragioni economiche contabili che a giusta ragione Luigi Cancrini definisce frutto di profonda ignoranza da parte dei nostri amministratori e della nostra classe politica.

Da tempo si auspica l’inserimento della psicoterapia nei servizi territoriali che si occupano di salute mentale, atteso che sin dal 2018 il trattamento psicoterapico è stato introdotto tra i livelli essenziali di assistenza. Ed invece continuiamo a non garantirlo per assenza di operatori, professionalità e per mancanza di cultura da parte dei direttori dei servizi.

Appare del tutto evidente che la crisi sanitaria si è trasformata in crisi psicologica che ha particolarmente bersagliato la fascia di popolazione più vulnerabile, ovverosia quella più giovane. A chiedere aiuto sono soprattutto gli adolescenti ma anche la fascia di età 18-35 anni, richiesta quest’ultima che è cresciuta del 100%. Si è così dipanato uno scenario drammatico dinanzi ad un servizio pubblico carente che finisce per spingere molti a ricorrere ai costosi servizi privati. Non si può sottacere che andare oggi da uno psicologo può costare dai 40 ai 60 euro a seduta, con possibilità di ulteriore lievitazione di costo!

Il problema legato al sostegno e alla cura del disagio mentale è sicuramente più ampio di quello che un bonus psicologico avrebbe potuto garantire, ma non si comprende il senso di una bocciatura (il solito refrain delle coperture!) che avrebbe assicurato un’equità di accesso al servizio, in un momento così complesso; non dimentichiamo che nel 2020, nella prima fase della pandemia, numerose consulenze online gratuite ad opera di psicoterapeuti sono risultate determinanti e contenitive di un forte disagio.

Assistiamo, infatti, nella fascia adolescenziale ad un incremento delle attività autolesive. Le diagnosi che prevalgono frequentemente sono quelle del tentativo di suicidio. In questi ultimi mesi si sono registrati in maniera esponenziale disturbi come l’ansia, l’irritabilità, lo stress, i disturbi del sonno, dipendenze da alcol e droghe, nonché da social e giochi. Un tempo di emergenza come il nostro – a sostenerlo con fermezza è il professore Cancrini – ha avuto il compito non di provocare disagi, ma di rivelarli: è del tutto innegabile che la pandemia abbia fatto impennare tutte le forme di disagio.

Nel nostro Paese solo il Veneto è l’unica regione che attualmente ha attivato un servizio di psicoterapia per giovanissimi, altrove non si registrano esperienze altrettanto significative.

È superfluo affermare che i servizi di psicologia e psichiatria vanno ridefiniti nel loro complesso. Da tempo si parla della figura dello psicologo scolastico, di una rete territoriale in grado di assicurare l’assistenza e il supporto psicologico e di prevenire l’aggravamento dei disagi derivanti dall’emergenza epidemiologica.

Siamo in forte ritardo, è il tempo di raccogliere la sfida di nuovi paradigmi culturali, organizzativi ed educativi. L’azione del governo in risposta al disagio psicologico non può restare inconcludente e priva di visione. Bisognerà fornire risposte adeguate nell’immediato e in prospettiva per la salute psicologica della popolazione, in particolare quella giovanile. Di certo in questo scenario il bonus potrebbe rappresentare un primo passo atto a ridare forza alla speranza. La politica deve aiutare chi ha bisogno con la consapevolezza che non c’è benessere senza salute mentale.

In apertura photo by Christian Lue on Unsplash

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