Formazione

Bonomi: con voi l’impresa sociale esce dal ghetto

Intervista/2

di Redazione

«Questa decisione di quotarsi in Borsa significa l’uscita dal recinto, anzi dal ghetto», premette il sociologo Aldo Bonomi, che dal maggio scorso siede nel consiglio d’amministrazione del Gruppo Vita.
Vita: Perché lo chiama «ghetto»?
Aldo Bonomi: Perché tradizionalmente il terzo settore è sempre stato letto come «figlio di un dio minore» da parte del mercato, di cui la Borsa è l’emblema. D’altra parte lo stesso non profit ha sempre avuto, giustamente, alcune perplessità nei confronti di un mondo, il profit, che non ha nel suo dna la questione sociale.
Vita: Cosa ha prodotto questa perplessità?
Bonomi: Il terzo settore si è sempre percepito come soggetto legittimato dalla sua organizzazione dal basso, e questo è un bene. Va meno bene quando pensa che il suo interlocutore privilegiato sia la statualità, che attraverso un meccanismo di delega gli affida la gestione del welfare. E questo è il nodo, perché nel frattempo questo mondo ha prodotto l’impresa sociale. E, da questo punto di vista, Vita è vera impresa sociale.
Vita: E quindi?
Bonomi: Fa bene ad andare in Borsa e a chiedere una valutazione come impresa sociale che si occupa di comunicazione. Esce dal ghetto, affronta il mercato e le sue regole, e in qualche modo dà un suggerimento al terzo settore dicendogli: «Rinuncia alla logica dell’ascensore».
Vita: E in che consiste?
Bonomi: Il non profit è abituato a prendere l’ascensore, cioè andare ai piani alti, dove ci sono le persone che investono in Borsa appunto, a chiedere un sostegno di tipo compassionevole, un contributo che poi ovviamente l’organizzazione spende nelle sue iniziative e che le imprese profit magari collocano entro il quadro della loro responsabilità sociale. Mettersi invece direttamente in gioco, come fa Vita che decide di quotarsi in Borsa, è senza dubbio più trasparente e coerente. Vuol dire non chiedere dei contributi. Significa scegliere un’altra strada e porsi come un soggetto indipendente e autonomo che invita qualcuno a investire. Sapendo che quell’investimento sarà fatto sulla base di una logica completamente diversa: chi deciderà di investire delle risorse, scommetterà sulla capacità del Gruppo, in quanto impresa sociale, e sulle sue potenzialità.


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