Mondo
Bonino: La pace con l’allargamento Ue
«... a cominciare dalla Turchia e dai Balcani. I fondatori dellEuropa dicevano mai più guerre e aprire le porte per mettere al bando i conflitti». Su VITA in edicola da venerdì per due settimane
di Paolo Manzo
«L?Europa era un gigante economico e un nano politico. Oggi è rimasta solo un nano politico perché, con i mercati globalizzati e nuovi attori emergenti – come i paesi Bric, acronimo che sta per Brasile, Russia, India e Cina – è economicamente più vulnerabile di ieri». Inizia così l?intervista esclusiva al ministro per il Commercio internazionale e le politiche europee Emma Bonino, con cui ?apre? il settimanale del non profit Vita, da domani in edicola. La ricetta per svoltare che la Bonino consiglia alla Ue? «comunitarizzare di più alcune politiche, iniziando da un settore chiave come quello dell?energia. Altrimenti continuerà anche in economia la stessa cacofonia che si è sentita sino a oggi in politica estera».
E secondo il ministro, proprio gli ultimi avvenimenti in Medio Oriente sottolineano, per l?ennesima volta, la mancanza di una politica estera comune, ma ? aggiunge «realisticamente non credo che ci sia molto da aspettarsi in questo campo prima delle importanti scadenze elettorali dei prossimi anni e finché sulla scena politica non si affermerà una nuova leadership europea».
Dopo l?allargamento a 25 del maggio 2004, la Bonino auspica che la Ue continui a crescere in dimensioni («la Croazia per cui i negoziati sono già stati avviati, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Serbia e Montenegro, ma anche l?Albania sono tutti paesi che ritengo abbiano una vocazione ineludibile a diventare membri Ue») e, naturalmente, non dimentica la Turchia: «la sua integrazione è e sarà un processo lungo e complesso. Da parte sua, la Turchia deve giocare fino in fondo la partita nel rispetto delle regole ed è fondamentale andare oltre la questione di Cipro, che blocca il negoziato. Io non so se i turchi possano fare a meno di noi, ma sono sicura che per noi europei sia fondamentale il loro ingresso in Europa. Siamo noi che dobbiamo accelerare il processo per motivi politici, culturali, religiosi e anche economici perché, dal punto di vista del mercato, la Turchia ?è la Cina più vicina?, come si dice, e l?Ue figura saldamente al primo posto quale area di destinazione – 55% – e di origine – 46% – dei flussi commerciali, secondo i dati del 2005».
L?Europa e l?Onu convivono con lo spettro bosniaco di Srebrenica e Goradze. Qual è la situazione attuale del rispetto dei diritti umani in Europa? Per la Bonino «uno dei messaggi più forti e simbolici che hanno voluto imprimere i padri fondatori dell?Europa è quello del ?mai più guerre tra di noi?. In questo senso l?allargamento ha un ruolo essenziale. Non a caso noi radicali transnazionali chiedevamo l?immediata adesione della Bosnia nella Ue in piena guerra: ritenevamo che fosse uno dei modi per sottrarla alla pulizia etnica e ai crimini contro l?umanità».
Come far sì che tragedie simili non si ripetano in futuro? «Con la prevenzione. In tema di rispetto dei diritti umani, non appena la Polonia ha dato segni di cedimento nei confronti di un ritorno alla pena di morte, l?Europa è insorta con alcuni che chiedevano addirittura la sua ?espulsione?. Tuttavia, quando guardo all?Europa di oggi, quello che mi preoccupa di più, è l?integrazione di milioni di extracomunitari: a mio parere, è fondamentale che siano integrati in quanto ?individui? – con tutti i diritti e doveri che comporta la cittadinanza – e non in quanto ?comunità?, all?interno della quale vengono perpetuate tradizioni che noi consideriamo gravi violazioni dei diritti umani, come la segregazione o le mutilazioni genitali femminili».
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