Politica

Bonafede annuncia uno «screening a larga scala sugli affidi»

Ieri a Montecitorio ci sono state due interrogazioni sulla Val d'Enza. Fratelli d'Italia torna a chiedere la soppressione del Tribunale per i Minorenni

di Sara De Carli

Il ministro Alfonso Bonafede è tornato a rispondere ieri al Question Time della Camera a diverse interrogazioni parlamentari sulla Val d’Enza. Fratelli d’Italia ha parlato di «episodi inqualificabili, oltre che delinquenziali, che vedono come protagonisti vari attori: amministratori locali, nel caso di specie quelli del Partito Democratico, ma anche assistenti sociali, professionisti e/o apprendisti stregoni».

Di nuovo, sotto accusa il business dei fuori famiglia, con «le case affido, che sono diventate un business ancora maggiore di quel business che è stata l’immigrazione e lo sfruttamento della stessa». La soluzione, per Fratelli d’Italia, è lo smantellamento dei Tribunali peri Minorenni (a volte ritornano): «Noi chiediamo al Governo di istituire delle sezioni specializzate del tribunale ordinario dedicate alla famiglia». Un'ipotesi già esplorata dall'allora ministro Orlando nel 2016/2017, contro cui era stato deciso e ripetuto il giudizio di magistrati (AIMMF – Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia), assistenti sociali (CNOAS), Camere Minorili, operatori di associazioni e comunità, nonché della Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza.

Il ministro Bonafede ha comunicato che «sono allo studio interventi di analisi su larga scala volti a mettere a confronto i dati provenienti dai diversi uffici giudiziari sulle procedure di affido nel territorio nazionale. L’esito di tale screening permetterà di attuare un controllo rigoroso sull’operato dei lavoratori del settore». «Mi sono prefissato» ha ripetuto in una seconda risposta a un’interrogazione del M5S «l’obiettivo di un monitoraggio capillare e ad ampio raggio sull’andamento generale delle procedure di affido su tutto il territorio, incrociando il più possibile i dati che provengono dai diversi uffici giudiziari, al fine di poter fare emergere ogni eventuale profilo di dubbio sulla correttezza dell’operato degli addetti ai lavori».

Foto Unsplash

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