Memorie
Bonacina, il ricordo della politica
Il fondatore di VITA non si sottrasse mai, anzi ricercò il confronto con i politici, specialmente quelli chiamati a responsabilità di governo. Convinto della terzietà del Terzo settore ma pronto anche a essere severo nei giudizi e nel rapporto. Forse, anche per questo, in tanti da quel mondo oggi lo ricordano. Articolo in aggiornamento
«Milano e il giornalismo perdono una delle voci che meglio ha raccontato le emergenze e le battaglie sociali e civili del nostro tempo. Riccardo Bonacina mancherà alla comunità milanese e al nostro Paese». Così Giuseppe Sala, sindaco di Milano, sui suoi canali social. Uno dei molti politici che, in queste ore, stanno sentendo il bisogno di intervenire pubblicamente con espressioni di cordoglio per la scomparsa del fondatore di VITA.
Anche Maria Chiara Gadda, senatrice e responsabile Terzo settore di Italia Viva ha affidato a Facebook un accorato ricordo: «Con grande dolore apprendo che questa mattina è venuto a mancare Riccardo Bonacina», scrive, aggiungendo di aver avuto «il privilegio delle sua amicizia, raramente ho conosciuto un uomo così sereno, gentile e libero. La sua era una serenità vivace, alimentata ogni giorno dalla curiosità nei confronti del prossimo e delle evoluzioni della società, dalla tensione a scovare e raccontare il bello e il buono che c’è nella umanità, dalla voglia di incidere con proposte e riflessioni presso decisori politici e opinione pubblica. Riccardo – attraverso le pagine di VITA e la sua Puntina – ci ha accompagnato a guardare il presente e il futuro con occhi diversi e liberi da ogni autoreferenzialità. Riccardo non ha mai avuto soggezione a confrontarsi con la politica e con il potere, anzi si è sempre battuto per il confronto costruttivo senza sconti. In una società che si accontenta di risposte comode e banali, Riccardo ci ha insegnato quanto invece sia importante interrogarsi costantemente tracciando scelte nella complessità e battendosi per fare sentire la propria voce insieme a quella di quanti purtroppo voce non ne hanno. Un maestro, nel senso pieno della parola.
Tenace nella vita e nella malattia, giornalista grande, uomo di fede e di fiducia. Per me, la persona su cui potevo sempre contare per un consiglio è un sorriso.
La sua eredità rimane in VITA, il giornale che ha fondato, e il suo cuore continua a battere nel terzo settore che ha raccontato e vissuto in prima persona. Mi mancherai tanto Riccardo», ha concluso Gadda, «e rivolgo le più sentite condoglianze alla famiglia, alla redazione di VITA e a tutti gli amici che hanno condiviso il tuo passaggio terreno».
Governatori ed eurodeputati
Tra i primo a manifestare il suo cordoglio, con una affettuosa telefonata al direttore, Stefano Arduini anche il governatore del Lazio, Francesco Rocca, che ebbe con Bonacina una frequentazione personale ai tempi della sua presidenza di Croce Rossa Italiana.
Pierfrancesco Majorino (della foto di apertura in un incontro a VITA nel 2017 insieme a don Virginio Colmegna, ndr), eurodeputato dem, aveva invece condiviso con Bonacina, l’esperienza del viaggio in Ucraina col Movimento europeo di azione non violenta – Mean. E infatti l’ex-assessore al Welfare milanese ha scelto una foto di quella faticosa marcia solidale per accompagnare il suo ricordo su Facebook. «Riccardo Bonacina», scrive, « è stato un giornalista libero e tenace. Ha contribuito a creare e poi diretto quell’autentica gemma che è VITA non profit . Un laboratorio permanente dell’impegno sociale e solidale.
Ha accompagnato tanti di noi oltre e tra i confini. Quelli materiali e quelli delle culture. Perchè era un costruttore di ponti. Un meraviglioso “viaggiatore leggero”. Mancherà tantissimo, un abbraccio forte alla sua famiglia e ai suoi cari». Anche la didascalia della foto è un pensiero: «Nella foto grazie al MEAN Movimento Europeo Azione Nonviolenta stiamo andando in Ucraina. Ha, come pochi, cercato la Pace difendendo la libertà».
Per Eugenio Comincini, già senatore dem, Bonacina «è stato un profeta che attraverso VITA ha indicato una strada, bella e a volte scomoda. E quella strada l’ha aperta – non senza fatiche personali – consentendo a molti altri di percorrerla e inventarsi nuovi percorsi di vita».
Cordoglio è stato espresso, in una nota, anche di Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria Pd con delega all’associazionismo e Terzo settore e consigliera regionale del Lazio, «la scomparsa del fondatore di VITA e giornalista che negli anni ha saputo raccontare i temi sociali, dando voce al mondo del volontariato e del Terzo settore. Sono vicina alla famiglia e ai suoi colleghi».
Il seminatore generoso
Quello di Luigi Bobba è il ricordo del presidente aclista, che sostenne VITA dagli inizi, prima che il ricordo del sottosegretario al Lavoro del governo Renzi (la foto di Antonio Mola che lo ritrae qui sopra si riferisce proprio a quel periodo, in visita alla redazione di VITA, ndr). Un ricordo che va letto tutto, sul sito della Fondazione Terzjus di cui è oggi il presidente. Qui solo un breve, fulminante, passaggio: «È stato un seminatore che ha sempre largheggiato nelle spendere la sua semente: sicuro che il seme buono avrebbe attecchito anche nei terreni apparentemente più impervi».
Per la politica un’attenzione costante e severa
Bonacina era attentissimo alla politica, perché ne stimava il valore: per questo sapeva essere anche duro nei giudizi, come spesso la sua Puntina, newsletter settimanale ha documentato. Fedele a un’idea di terzietà del Terzo settore, ricercava sempre il dialogo innanzitutto con chi era chiamato a esercitare una responsabilità di governo, nazionale o locale, sui temi della società civile che si trattasse di Livia Turco, ministro della Solidarietà sociale nel Prodi I, con cui ci fu una grande collaborazione, o di Roberto Maroni, ministro leghista del Welfare del Berlusconi II, che fece, con una visita alla redazione di VITA, allora in via Marco d’Agrate a Milano, una delle sue prime uscite pubbliche.
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