Memorie
Bonacina, i mille grazie del mondo sociale
Associazioni di rappresentanza e piccole cooperative, grandi consorzi e federazioni: alla redazione di VITA, sui social, sui siti, le manifestazioni di affetto e di cordoglio si succedono, una via l'altra. Eccone alcune. Articolo in aggiornamento
Telefonate, mail, whatsapp: anche dal mondo associativo si è riversata su VITA una commovente ondata di solidarietà per la morte del fondatore, Riccardo Bonacina, scomparso oggi a Milano.
Tanti hanno sentito il bisogno di inviare, chi in forma pubblica, chi privatamente magari al singolo collega, i sentimenti di una vicinanza autentica.
Ci si legge, in filigrana ma spessissimo in forma del tutto esplicita, la riconoscenza per i 30 anni di impegno di Bonacina per le buone ragioni del Terzo settore. A cominciare dal messaggio, affettuosissimo, del Forum del Terzo settore, praticamente coevo di VITA, essendo nato nel novembre 1994, un mese dopo l’uscita del primo numero del giornale, dopo la storica manifestazione “La solidarietà non è un lusso”.
La nota è stata tra le primissime, a fine mattinata: «Profondo cordoglio per la scomparsa di Riccardo Bonacina», vi si legge, «punto di riferimento per il Terzo settore italiano, fondatore di VITA e stimato giornalista, uomo di forti valori e grande etica, dedicato fino all’ultimo alla causa sociale. I percorsi di VITA e del Forum Terzo settore sono iniziati sulla base degli stessi principi e nello stesso periodo – esattamente 30 anni fa – , avendo come obiettivo condiviso la valorizzazione di un modello di società più giusta e inclusiva e il perseguimento dello sviluppo sociale. Con Riccardo Bonacina», conclude il comunicato, «ideatore di un progetto giornalistico che negli anni si è affermato sempre di più conservando la sua visione e la sua passione iniziali, perdiamo un pezzo importante di una storia scritta assieme».
Associazioni, cooperative, fondazioni: questo lutto è anche nostro
«Siamo addolorati per la grave perdita che vi ha colpito», ci ha scritto Rossella Miccio, presidente di Emergency, «ci auguriamo che possiate sentire la nostra vicinanza e vi preghiamo di estendere il nostro affetto alla famiglia di Riccardo».
«Ci mancherà moltissimo Riccardo Bonacina, scomparso oggi. Ci mancheranno il suo impegno, la passione, le intuizioni. Fondatore di VITA, il giornale del Non Profit italiano, è stato un amico di #Oxfam, giurato prezioso del nostro Premio “Combattere la disuguaglianza – Si può fare», hanno tuittato quelli di Oxfam Italia.
«Cari amici», ci ha scritto Emanuele Brambilla a nome di Fondazione Don Gnocchi, della cui comunicazione è responsabile, «un abbraccio in questo triste giorno, che vorrei esteso a tutta la redazione e a tutti gli amici di VITA. Ricordo Riccardo con le parole del pezzo che aveva scritto la scorsa primavera per la nostra rivista: “Essere volontari, sottolinea il Papa, non è un volontarismo ma una scelta, ovvero un esercizio proprio della libertà, una scelta che apre all’altro, che apre al mondo impedendo di restare autocentrati su di sé in un circolo egoistico deprimente e sterile. Non si fa volontariato per dovere, si fa volontariato per gratuità, per bellezza, per giustizia, per piacere. Un’esperienza di liberazione autentica del nostro cuore, di sottrazione alle pretese dell’affermazione di sé e dei propri singoli interessi, esperienza che fa aprire le finestre del cuore e dell’anima. Come ha detto ai rappresentanti della Fondazione Don Gnocchi il 31 ottobre 2019».
Il giornalismo che non copre le voci
Anche il mondo cooperativo ha subito manifestato solidarietà e vicinanza al giornale e alla famiglia di Bonacina. Ha scritto il segretario di Legacoop, Simone Gamberini: «Con grande coraggio, intelligenza, passione, Bonacina è stato il più forte sostenitore e promotore dell’esigenza che i temi sociali e civili trovassero uno spazio adeguato in un mondo dell’informazione sostanzialmente chiuso alle loro istanze. Con la fondazione di VITA, una realtà editoriale che si è consolidata e sviluppata negli anni, Bonacina ha dato voce alle esperienze e alle proposte della cooperazione e di tutti i soggetti che compongono il mondo dell’economia sociale, valorizzandone le potenzialità ed il contributo alla costruzione di una società più equa, inclusiva e sostenibile. Per questo lo ricorderemo sempre con gratitudine ed affetto, coltivando la preziosa eredità di pensiero e di sensibilità che ci lascia».
E anche Legacoop Lombardia, col presidente Attilio Dadda, ha scelto di ricordare il fondatore di VITA con le parole da lui pronunciate a un incontro coi cooperatori lombardi: «“Non spieghiamo solo cos’è la cooperazione, ma raccontiamo le sue storie, facciamo parlare i nostri partner e non copriamo la loro voce”. Sono le parole di Riccardo Bonacina che alla cooperazione ha dato voce fin dagli esordi di VITA, il suo progetto editoriale interamente dedicato al mondo non profit, fondato trent’anni fa. Con dolore apprendiamo della notizia della sua scomparsa, Legacoop Lombardia e tutto il mondo della cooperazione lombarda è vicino ai familiari e colleghi, con il pensiero a una vita dedicata alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, valori in cui si riconosce l’identità cooperativa. Le sue riflessioni, il suo incessante impegno, sono una guida per tutti noi».
Dignità al Terzo settore e al suo racconto
È uno storico amico di VITA, il presidente di Federsolidarietà, Stefano Granata: «Sono tanti i ricordi e i momenti vissuti», ha scritto in una dichiarazione pubblica, «nel Comitato editoriale, nelle chiacchierate, nelle riflessioni, negli spunti che l’uno con l’altro condivideva. Se il Terzo settore in Italia ha trovato non tanto la sua dignità ma la sua forza e consapevolezza lo deve a te Riccardo. Alla tua tenacia e alla voglia di far emergere quell’Italia che ogni giorno costruisce con tenacia il bene comune. Ti ricordo con affetto caro Riccardo e non sono parole di circostanza dire che ci lasci un vuoto».
E una grande consuetudine ideale si rintraccia facilmente anche nelle parole della presidente del Consorzio Cgm, Giusi Biaggi: «In questi trent’anni con Riccardo Bonacina e con VITA», ha ricordato, «Cgm ha condiviso valori e idee per una informazione che potesse narrare al meglio il Terzo settore. Ereditiamo da lui un grande insegnamento: quello di raccontare la realtà così come è, di dare voce e spazio alla società civile. Quello che abbiamo fatto e che continueremo a fare, sarà di continuare a sostenere la società civile e di contribuire a raccontarla insieme a VITA» .
Molto personale il ricordo che Paolo Venturi, direttore di Aiccon Research, il centro di ricerca sull’economia civile dell’Università di Bologna e del grandi centrali cooperative: «In questo il momento», ha scritto, «il dolore e la mancanza non possono nascondere la gratitudine della sua amicizia. Riccardo continuerà a ispirare ciò che siamo, ciò che facciamo e che faremo».
Gli ha fatto eco, Elisa Furnari, presidente di Fondazione Èbbene, con un lungo post sul suo profilo Facebook: «Geniale», ha sottolineato, «non trovo altra parola per descriverti perché tu hai intuito e creato un movimento di pensiero unico, un settore che senza il tuo estro e la tua caparbietà sarebbe stato schiacciato da logiche di mercato. Tu non hai creato un giornale ma una classe intera di comunicatori, narratori, fotografi della società civile. Siamo tutti tuoi allievi…siamo un sottile tratto della tua penna…indegni rispetto al tuo talento ma a servizio di una scelta comune».
L’insegnamento e l’amicizia
Mariagrazia Campese, presidente della cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi di Milano, ha ricordato come «la fondazione di VITA rappresenti uno dei suoi lasciti più preziosi. Per chi, come noi, opera nel sociale, VITA è sempre stata più di un media: è un luogo di confronto, di ispirazione e un punto di riferimento (…) Oggi, mentre salutiamo un uomo straordinario, sentiamo forte la responsabilità di raccogliere il testimone che ci ha lasciato. Riccardo ci ha insegnato che il racconto è uno strumento potentissimo di cambiamento e che il sociale non è solo una parte della società, ma il suo cuore pulsante».
«Riccardo», ha detto Donatella Ceralli, responsabile comunicazione di Ciai, «è stato un uomo di grande coraggio, lungimiranza ed onestà intellettuale. Noi siamo orgogliosi di aver seguito questa avventura fin dai primi passi e di aver dato il nostro, seppur piccolo, contributo».
L’esempio e la visione
Insieme, Marco Rasconi, Stefania Pedroni e tutta l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare – Uildm, hanno fatto arrivare alla redazione di VITA questo messaggio: «Abbiamo sempre apprezzato la sua capacità di lettura del mondo del sociale e del volontariato, per lui ricchezza e risorsa per tutta la comunità, e il suo sguardo sul mondo sempre attento e puntuale. Ci mancherai Riccardo, uomo di valore e dai grandi valori per la costruzione di un mondo più inclusivo». Ha fatto loro eco, Alessandra Vacca di Arci: «Riccardo ha rappresentato un esempio straordinario di passione, innovazione e coraggio nel raccontare il sociale, dando voce e dignità a storie e temi che spesso faticano a trovare spazio. L’eredità di valori, visione e impegno che ha saputo trasmettere è davvero grande».
«Riccardo è stato un punto di riferimento per tutti noi», ci ha scritto il presidente di Anfass, Roberto Speziale, «non solo per la sua instancabile dedizione alle cause più giuste, ma anche per la visione innovativa e appassionata che ha portato avanti con il progetto editoriale di VITA. Per noi di Anffas, che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo nell’ambito della collaborazione in seno al Comitato editoriale del magazine, Riccardo è stato un esempio di come le parole possano diventare strumenti di cambiamento e inclusione».
Quella condivisione che rimane
«La storia di Progetto Arca è piena di momenti condivisi insieme», ha raccontato Alberto Singallia, presidente della fondazione, postando sui social una sua foto festosa col fondatore di VITA (sotto, ndr), «li portiamo con noi, insieme alle tue parole. Hai sempre trovato le migliori, le più precise, per raccontare e far conoscere l’impegno sociale di cittadini, volontari e Terzo settore. Grazie per il tuo sguardo umano, appassionato e intelligente sul mondo».
In ultimo ma non per ultimo, in questo elenco ultra-provvisorio che aggiorneremo domani, anche il presidente delle Federazione italiana comunità terapeutiche – Fict, Lorenzo Squillace, che ha ricordato «la sensibilità di Bonacina verso i problemi sociali e la sua vicinanza alle nostre realtà hanno rappresentato un esempio di impegno e umanità».
Articolo in aggiornamento.
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