Politica
Bologna modifica lo Statuto per dare il voto agli immigrati
Ieri è stato approvato un odg per modificare lo Statuto entro il 2007.
di Redazione
Anche Bologna vuole portare gli immigrati alle urne: ieri il consiglio comunale del capoluogo emiliano ha approvato (con 18 sì e 3 no) un ordine del giorno per estendere ai cittadini extraue residenti in città, modificando lo statuto, l’elettorato attivo e passivo alle amministrative.
Il documento, discusso nel corso del Consiglio comunale, è stato presentato dalla maggioranza di centro sinistra con il sostegno del comitato ‘Siamo tutti cittadini’, che in due mesi ha raccolto 2.600 firme a favore del provvedimento. In sostanza con la delibera comunale si dà mandato alla sottocommissione per le modifiche statutarie di inserire la novità nello statuto del Comune di Bologna entro il 2007, per evitare conflitti con un’eventuale legge nazionale.
Inoltre la delibera invita il sindaco e la giunta a sostenere l’azione dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) affinché il Parlamento approvi entro il 2009 una legge che estenda a livello nazionale il voto amministrativo degli immigrati. Un risultato, quello conseguito a Bologna, che segue quelli già raggiunti a Venezia, Genova e nella provincia di Pisa. “Se non ci fossero stati altri Comuni a forzare su questo tema – ha sottolineato il consigliere comunale di Rifondazione Valerio Monteventi, tra i sostenitori dell’odg – questo risultato non si sarebbe prodotto e non ci sarebbe stata una posizione univoca da parte dell’Anci”.
In conseguenza del voto positivo in Consiglio, a febbraio partirà un’indagine pubblica per discutere e modificare le politiche adottate dall’amministrazione comunale sull’immigrazione. “Con il voto amministrativo la popolazione extracomunitaria che vive a Bologna sarà messa sullo stesso piano dei cittadini comunitari che possono già scegliere i loro amministratori – ha commentato Leonardo Barcelo, consigliere comunale Ds – Una scelta che è stata possibile senza modificare la Costituzione”.
Intanto però la strada per chi decide di aprirsi al voto amministrativo agli immigrati sembra serrata. I primi di settembre infatti, su proposta del Ministro dell’Interno, il Consiglio dei Ministri ha annullato le delibere consiliari adottate dai Comuni di Perugia, La Spezia e Cesena per concedere l’ elettorato attivo e passivo nei consigli circoscrizionali e di quartiere ai cittadini extracomunitari. Una decisone presa “a tutela dell’unità dell´ordinamento ai sensi dell’articolo 2, comma 3, della legge n. 400 del 1988”, come si legge in un comunicato diramato dal governo.
Le stesse misure erano già state messe in campo anche in passato, sia dal governo Berlusconi che da quello attuale, per annullare le modifiche statutarie di altri comuni (come Genova, Ancona e Torino) che volevano far votare i residenti stranieri. Il governo continua a basarsi su un parere del Consiglio di Stato richiesto dall’allora ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, su una delibera per il voto approvata a Genova.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.