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Bologna, la biblioteca viva progettata dai ragazzi
Scardinare i pregiudizi sulla lettura ascoltando i bisogni degli adolescenti. Come facendo pensare loro i luoghi a loro dedicati. A Bologna l’amministrazione comunale ha scelto di co-progettare con i cittadini l’edificio a ridosso della biblioteca Luigi Spina, nel quartiere Pilastro. Partendo dalla convinzione che non è importante il motivo per cui ragazzi frequentano le biblioteche ma che ci entrino
Il quartiere Pilastro di Bologna si tinge di giallo con una casa progettata per e con i ragazzi dagli 11 ai 18 anni. Casa Gialla. Uno spazio di proprietà del Comune nato da un percorso di partecipazione civica che, partendo dalla conoscenza del territorio, attraverso la narrazione e la valorizzazione della memoria storica della comunità, è diventato luogo di sperimentazione e acquisizione di nuove competenze per gli adolescenti con l’obiettivo di contrastare la povertà educative, la solitudine e l’emarginazione.
Casa Gialla è nata dalle idee dei ragazzi ed è diventata realtà passando per l’esperienza dei bibliotecari
«Nel 2021 grazie al Piano periferie», spiega Ilaria Bortolotti, responsabile biblioteca Luigi Spina – Casa Gialla, «è stato ristrutturato l’edifico e assegnato alla biblioteca Luigi Spina che ha sede nel quartiere. Uscivamo dai mesi duri del lockdown che avevano allontanato i ragazzi dalla scuola e dai luoghi di cultura. È così che abbiamo deciso di dedicare questo nuovo spazio proprio agli adolescenti progettandolo con loro. Casa Gialla è stata da subito molto frequentata dai ragazzi del quartiere perchè trovano al suo interno laboratori e attività di loro interesse».
La storia di questo edificio parte da lontano quando era una stalla che apparteneva a un contadino. Lui e suo fratello vivevano nella casa accanto, che oggi è la biblioteca Spina, l’immobile per un lungo periodo è rimasto abbandonato. Il 7 giugno 2021 è stato riaperto per diventare lo spazio in cui i ragazzi del quartiere possono fare le attività che preferiscono. Dall’hip hop, ai laboratori, alle mostre, a “Radioimmaginaria” il network radiofonico europeo per adolescenti, fino all’angolo per la cura delle unghie e dei capelli.
Come scrive Antonella Agnoli nel suo libro La casa di tutti. Città e biblioteche citando Casa Gialla: “Alcuni storceranno il naso, il dibattito su cosa è giusto fare in biblioteca è sempre molto acceso. Ma se laccarsi le unghie è un modo per far venire le ragazzine, che poi scoprono che lì dentro possono fare tante altre cose, e possono stare insieme a farsi le treccine, perché no? Al club del libro non venivano più e in questo modo invece riusciamo a coinvolgerle. Tra l’altro, molto spesso le adolescenti hanno un rapporto difficile con il proprio corpo e sentirsi più belle aiuta a dare loro un po’ di sicurezza”
Casa Gialla è dunque nata dalle idee dei ragazzi e diventata realtà passando per l’esperienza dei bibliotecari.
«Molti ragazzi», prosegue Bortolotti, «frequentando i laboratori di Casa Gialla hanno, poi, iniziato a entrare in biblioteca Luigi Spina dove trovano fumetti e manga che non credevano di trovare perchè nel loro immaginario le biblioteche erano luoghi per libri polverosi. L’offerta di Casa Gialla serve anche a scardinare i pregiudizi sulla lettura e sulle biblioteche. Diciamo spesso che i ragazzi non leggono perchè pensiamo ai libri classici. Ma i fumetti sono lettura di pari dignità di un romanza, è solo un linguaggio diverso. Casa Gialla scardina anche l’idea, ormai superata, che in biblioteca debbano esserci solo alcune attività ritenute consone al luogo. Crediamo che il modello debba essere quello delle biblioteche del Nord Europa dove non è tanto importante perché le frequenti ma che tu ci entri, perché sono spazi catalizzatori di incontri e relazioni. Lo vediamo con gli adulti che seguono il gruppo di lettura e poi si creano amicizie che continuano fuori dai nostri spazi con una pizza di sabato o il caffè il pomeriggio. Si creano rapporti sociali autentici. Lo abbiamo visto anche tra gli adolescenti soprattutto nel laboratorio dei videogiochi. Abbiamo capito, parlando con loro, che a casa avrebbero videogiochi di ultima generazione che da noi non ci sono ma preferiscono venire in Casa Gialla perchè qui trovano gli amici mentre a casa giocherebbero da soli».
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