Famiglia

Bologna, 500 affitti doc

L’associazione industriali, insieme al Comune, offre di “metter radici” a chi studia in città. Per evitare la fuga di laureati

di Stefano Arduini

Housing sociale, un?etichetta che fino a ieri era appannaggio di fondazioni ed enti non profit, ma che da oggi entra a pieno titolo nel vocabolario degli imprenditori.

A rompere il ghiaccio ci ha pensato l?associazione degli industriali bolognesi, che entro i primi sei mesi del prossimo anno avvierà un fondo immobiliare ad hoc (46,6 milioni di euro) per la costruzione di 500 alloggi ad affitto calmierato (a un costo unitario di poco più di 93mila euro) da mettere a disposizione degli studenti fuori sede iscritti all?ateneo cittadino. «Un bacino di 60mila giovani che, una volta conclusi gli studi, è costretto ad abbandonare la città, malgrado una crescente offerta di lavoro. Vuole sapere perché?», domanda il presidente di Assindustria Bologna, Gaetano Maccaferri, «Facile: se rimanesse, un neolaureato al primo impiego spenderebbe l?intero stipendio per pagarsi un affitto».

Ingegneri, fisici, informatici, tecnici specializzati, sono queste le figure che fanno gola agli industriali bolognesi. La sfida era quella di verificare se fosse possibile mettere a punto uno strumento che remunerasse il capitale investito, non impegnasse risorse pubbliche, e contemporaneamente garantisse locazioni a prezzi ?possibili?.

Risultato? «Attraverso il meccanismo che abbiamo ideato saranno sufficienti 400 euro al mese per pagare l?affitto di un appartamento di 70 metri quadrati», annuncia Maccaferri.

Il fondo sarà gestito da una Sgr che vedrà come quotisti l?amministrazione comunale, che ha già dato disco verde al progetto, e un pool di investitori finanziari, con in prima linea la fondazione Carisbo. «Al pubblico spetterà il 45% del fondo, il resto andrà ai privati», precisa Maccaferri. Nel dettaglio: il Comune conferirà al fondo i diritti edificatori al prezzo di mercato, circa mille euro al metro quadro; gli investitori invece forniranno la liquidità necessaria per la costruzione, circa 1.350 euro al metro quadrato.

«Fino alla scadenza del fondo, fra 30 anni, l?unica parte remunerata sarà però il capitale investito, a un tasso del 5,1% lordo», precisa il presidente. Ma anche il bilancio di Palazzo d?Accursio, e degli altri enti locali che vorranno partecipare, sorriderà: «Per la pubblica amministrazione le alternative nel settore dell?edilizia convenzionata, in affitto o in vendita, valgono da un terzo a un quarto del valore del patrimonio posseduto in quote di fondo». «Di più», aggiunge Maccaferri, «per l?intera durata del fondo il Comune potrà emettere obbligazioni garantite dal valore delle sue quote, in modo da monetizzare subito l?investimento». Non resta quindi che posare la prima pietra.

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