Non profit

Bollette low cost e libri scontati per 200mila addetti in rete

Nel network Edison, Lavazza, Intesa Sanpaolo e Telecom

di Redazione

L’ultima frontiera del welfare aziendale è la condivisione di prodotti e strategie: lo hanno capito bene alcune aziende big impegnate sulle politiche di benessere aziendale (da Edison a Intesa Sanpaolo, da Telecom a Lavazza), che si sono unite in una piattaforma – Iep-Imprese e Persone – e a partire dal mese di febbraio hanno lanciato un programma di risparmio senza precedenti.
Sono infatti almeno 200mila gli addetti coinvolti nel progetto, sviluppato e coordinato da un partner tecnico, Eudaimon, società vercellese specializzata in soluzioni di welfare aziendale. Il meccanismo è semplice quanto dirompente: tutti i dipendenti delle (per ora 15) realtà coinvolte possono acquistare i prodotti e i servizi aziendali agli stessi prezzi vantaggiosi e al di sotto degli standard di mercato. Come se appartenessero tutti alla stessa impresa, in un generale scambio di vantaggi e scontistica: bolletta del gas a prezzo agevolato, il migliore profilo telefonico, libri con lo sconto, caffè e macchinette a prezzi d’occasione. I dipendenti delle aziende del network accedono a uno stesso portale web, integrato nelle reti intranet (oppure hanno accesso a un canale telefonico), per prendere visione delle offerte disponibili.

Tre ambiti di collaborazione
«Abbiamo iniziato a riflettere sulla possibilità di sviluppare questo network nel 2009», spiega Alberto Perfumo, ad di Eudaimon. La piattaforma ha iniziato a ingranare su tre ambiti principali: il confronto delle esperienze, in modo da condividere priorità e strategie comuni; il dialogo con il governo; una soluzione pratica di welfare interaziendale che poi è sfociata nella creazione del “paniere” di beni e servizi a prezzi scontati. «Nell’ambito del confronto sulle strategie delle varie aziende, è emerso chiaramente che alcune esigenze sono trasversali. Come lo sviluppo dei servizi a favore della famiglia del dipendente, che riguardano sempre più gli anziani non autosufficienti. O, ancora, il fatto che il disbrigo di alcune pratiche amministrative, il rinnovo di documenti e altre incombenze che costringono ad assenze dal lavoro e file negli sportelli pubblici, possono essere standardizzati e accelerati dall’azienda grazie ad accordi e protocolli informatici con la PA», prosegue Perfumo. E mentre la progettazione fa la sua strada, procede anche l’ambito forse più faticoso degli obiettivi del network: il dialogo con il governo. «È innegabile che lo Stato abbia un ritorno, un risparmio in termini di spesa pubblica rispetto a queste iniziative di welfare», sottolinea il dirigente di Eudaimon. «Dunque dovrebbero essere immaginate agevolazioni a favore delle aziende, anche per universalizzare queste pratiche, ed evitare che restino confinate in esperienze di un manipolo di realtà grandi o illuminate».
Oggi, più che vantaggi, le aziende incontrano ostacoli, soprattutto fiscali. Non a caso, nell’ultimo rapporto Assolombarda dedicato al lavoro a Milano, è emerso che più del 70% delle imprese chiamate a scegliere tra finanziamenti o riforme normative hanno risposto di preferire in assoluto un «quadro più definito di defiscalizzazione». Insomma: basta con le risorse a pioggia per progetti, anche meritori, che non possono tenersi in piedi sul lungo periodo.

Ancora troppi ostacoli
«Ritengo che, in quadro di agevolazioni strutturali, l’idea di condividere le iniziative di welfare possa essere strategica anche per i territori», prosegue Perfumo. «Ad esempio, se una grande azienda costruisce una rete di servizi alla famiglia o per l’infanzia per i suoi dipendenti, questa struttura può essere condivisa con altre realtà, anche piccole. Ma dietro a tutto questo serve una regia, che non può essere affidata soltanto ai privati e nemmeno gravare sulle sole amministrazioni locali: è lo Stato che deve farsene carico». L’altro tassello fondamentale del “sistema welfare privato” sono gli accordi con i sindacati, ora favoriti dall’avviso comune siglato con il ministero del Lavoro. «Anche qui è cresciuta la consapevolezza, da tutte le parti, che nell’impossibilità di aumentare le retribuzioni è comunque possibile sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori», riflette Perfumo. «Ma restano imponenti ostacoli di natura fiscale: per l’azienda, la formalizzazione contrattuale di un’iniziativa di carattere volontario ha un costo fiscale ancora troppo alto».

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