Mondo

Bolivia: un volontario del Mlal ci scrive da La Paz

Riccardo Giavarini traccia un quadro completo della situazione, dopo la fuga di De Lozada. Il segreto? Ricominciare forti della saggezza popolare

di Paolo Manzo

Per cominciare vorrei che nessuno dimenticasse mai le perdite di questo mese e mezzo di scontri: settanta morti e più di 400 feriti sono infatti un bilancio impressionante. I quattro impegni che il neopresidente boliviano ha assunto al momento di prendere in mano il potere sono stati: la revisione della legge sugli idrocarburi che attualmente danno alle multinazionali l?85% dell?utile lasciando in Bolivia solo il restante 15%; la convocazione della Costituente per permettere alla società civile di avere maggiore peso nello scenario nazionale; la lotta alla corruzione per evitare che i 132 morti dei 14 mesi di governo di Goni Sanchez de Lozada restino impuniti e, chi ha dato l?ordine di sparare, libero di girare come se nulla sia accaduto; il ricompattamento del Paese che, oggi più che mai, ha bisogno di riprendere forza, fiato e coraggio per guardare avanti. Le due Bolivie di cui si parla sempre, quella degli indigeni e quella dell?oligarchia, devono avvicinarsi ma non per misurarsi sulla forza ma per ragionare insieme sulla Bolivia che oggi vogliamo costruire. E? tempo di finirla con i vittimismi. Che siamo poveri, infatti, lo sappiamo già, quello di cui abbiamo bisogno adesso è un programma di governo di sostegno concreto a partire dalle necessità della gente e non dagli interessi di chi ha un capitale in banca da salvaguardare e ingrassare. Stiamo parlando di terra per i ?senza terra?, di lavoro per chi cede quasi regalata mano d?opera, di pensioni più dignitose per chi ha lavorato tutta la vita pagando i contributi e che adesso ricevono briciole, di utilizzare le risorse del sottosuolo per riorganizzare l?apparato produttivo nazionale, di promuovere a politica pubblica la voce della gente di strada, di dare ai giovani la possibilità di imparare l?arte e di metterla in pratica, di dare voce e dignità a chi fino a oggi era messo a tacere. Non ci sono soldi, é vero, ma prima dei soldi c?é la forza di questa gente che crede, che spera, che lotta per concretizzare i valori della comunità, del sociale, del collettivo, della cultura, del resistere alla tentazione di affermare l??io? prima del ?noi?. Il Mas (Movimento Al Socialismo) pare aver compreso che non è più sufficiente la sola protesta ed è infatti chiamato a collaborare con questo nuovo governo per riprendere la marcia, per contribuire a uscire dal buco nero, per lasciare da parte eventuale tentazioni di vendetta e per assumerci ciascuno le nostre responsabilità, per dare risposta ai problemi. Il dato positivo di queste ore viene dalla composizione del nuovo gabinetto ministeriale che é costituito quasi per intero da indipendenti. Non figurano cioè più rappresentanti di partito e questo é sempre positivo quando però non si riduca tutto a scelte tecniche che non sarebbero sufficienti a rimettere in moto la macchina. Strano ma vero i contadini (?Los sin tierra?) che una settimana fa avevano invaso le terre di Goni Sanchez de Lozada, o dei suoi parenti, con l?idea di ripagarsi in questo modo le vittime di questo mese di scontri, oggi hanno deciso liberamente di liberare le proprietà, consapevoli che é solo nella legalità che si aggiustano le cose, e non invece con il ricorso ad armi, imbrogli, prepotenza e abusi come gli oligarchi di questo Paese hanno sempre fatto. Ed è ancora sul versante popolare che si respira nuovo ossigeno, che si trovano le risposte più sagge, più che mai preziose per uscire da questa impasse, sempre però che il governo e la governabilità siano in sintonia con la maggioranza dimenticata. Dalla nostra posizione di Organizzazione non Governativa che cosa possiamo fare a fianco della gente e a fianco della struttura pubblica così da risultare realmente sinergici e positivi in questo grande sforzo collettivo? Credo che prima di tutto vadano corretti i preconcetti riguardo al ?pubblico?, inteso spesso come il campo dell? impersonale e dell? inefficienza, quindi dobbiamo sapere riportare anche il nostro specifico all?interno di spazi pubblici, metodologie e dimensione umana. Questo ricominciando a fare le cose con umiltà e con altri, a partire da una giusta diagnosi delle cose, tenendo bene a mente la sostenibilità, la fattibilità, il coinvolgimento e la corresponsabilità. Infine, una volta tanto, prendendo in seria considerazione anche mentalità, cultura, sensibilità e saggezza della gente. Buon lavoro a tutti.


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