Mondo

Bolivia. Un bell’anniversario. E l’acqua tornò alle Ande

Una multinazionale Usa aveva preso la gestione delle risorse idriche. Ma Cochabamba si rivoltò. E... (di Enzo Vitalesta).

di Redazione

Oscar Oliveira porta un cappello blu da marinaio e una maglietta con scritto “El agua è nuestra, carajo!”. Ha 45 anni e il marinaio non l?ha mai fatto. Vive nell?altipiano andino a 2.600 metri di altezza, in Bolivia dove non c?è il mare. Oscar Oliveira è uno dei ?guerrieri dell?acqua?. Così si chiamano i boliviani che nella città di Cochabamba hanno sconfitto la Bechtel, la multinazionale che voleva appropriarsi delle riserve idriche della regione. Leader di un movimento che ormai varca i confini sudamericani, Oscar Oliveira si considera “uno dei tanti che nell?aprile di due anni fa hanno fatto valere il loro diritto alla parola”. Lo dice dal palchetto allestito semplicemente in una ex sala delle torture del passato regime. Nel palazzo giallo pastello davanti alla piazza 14 settembre, ora c?è la sede della Coordinatora dell?Agua y la vida, l?organismo di consulta popolare che veglia sugli acquedotti dopo il ritiro della multinazionale. Per l?anniversario della ?vittoria?, i guerrieri di Cochabamba ospitano la Carovana andina per la pace contro le impunità, una unione di forze ecologiste e pacifiste coordinate da Giuseppe De Marzo. La guerra era iniziata nel novembre del 99 quando la gestione dell?acqua di Cochabamba viene privatizzata dal governo boliviano. Banzer e Manfred Reyes firmano per il governo. L?impresa municipale Semapa viene svenduta a un consorzio fantasma chiamato Agua del Tunari, in realtà controllato dalla Water Holdings, per metà della multinazionale statunitense Bechtel e dell?italiana Edison. Il passaggio dalla gestione pubblica a quella privata crea subito i suoi effetti. La distribuzione raggiunge ancora solo 500mila persone, la metà di quelle che abitano la regione Cochabambina. Intanto i prezzi del servizio salgono vertiginosamente. Si toccano aumenti del 300%. La nuova legge sull?acqua (la 2029) pone sotto sequestro i pozzi delle cooperative locali dirette dai ?rigantes?, sorta di custodi della tradizione incas nella gestione delle risorse idriche. Ma la sollevazione popolare è impressionante. Scende in piazza anche la classe media. Ovunque vengono issate barricate per impedire l?ingresso ai blindati dell?esercito. In tutta la provincia le strade periferiche sono bloccate dai campesinos. Gli scontri con le forze dell?ordine sono violenti. Due ragazzini muoiono sotto i colpi dei cecchini: Victor Hugo, 17 anni, e Antonio Rodriguez, trovato morto sul campanile. Col suono della campana riusciva a segnalare l?arrivo dei militari dalle diverse strade della piazza. Le misure repressive imposte dal governo con lo ?estado de sitio? non fermano la rivolta che minaccia di dilagare anche a La Paz. Dopo 5 giorni il governo capitola. Il 10 aprile la Semapa torna nelle mani del Municipio e la Coordinatora dell?agua y la vida entra nel direttorio per la gestione delle risorse idriche. La Bechtel ha fatto ricorso allo Stato boliviano per 25 milioni di dollari per mancato guadagno. “Con la stessa cifra si potrebbero aggiungere più di 1.200 connessioni alla nostra rete idrica”, ribatte Oscar Oliveira. Enzo Vitalesta


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA