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Bolivia: forze conservatrici bloccano elezioni
La Corte Nazionale Elettorale ha sospeso a tempo indefinito le elezioni generali del 4 dicembre giustificando la decisione con l'impossibilità di svolgere in tempo alcune attività tecniche e operativ
Le forze neoliberali e conservatrici bloccano le elezioni del 4 dicembre in Bolivia. Con un colpo di mano la Corte Nazionale Elettorale ha sospeso a tempo indefinito le elezioni generali per l’impossibilità di svolgere in tempo alcune attività tecniche e operative. Evo Morales candidato del Mas (Movimento al socialismo) e leader dei cocaleros ha dichiarato che la “Corte Nazionale Elettorale, espressione della mafia politica e corrotta del Paese, vuole soltanto evitare le elezioni”.
Tutti i sondaggi, compreso quella svolta dall’ambasciata statunitense, danno come sicuro vincitore delle elezioni presidenziali Evo Morales, appoggiato, con riserva, da quasi tutti i movimenti della Bolivia. Nel suo programma elettorale, un po’ addolcito rispetto a quello più radicale dei movimenti, è al primo posto la nazionalizzazione “progressiva” del gas e delle risorse energetiche e la convocazione di un’assemblea costituente che ricostruisca il Paese sulle basi di una democrazia partecipativa e includente.
La risposta delle forze conservatrici ha anticipato il verdetto delle urne, semplicemente posticipando a tempo indefinito la competizione elettorale.
I partiti della destra neoliberale, dal Mnr dell’ex Presidente Gonzalo Sanchez del Lozada, costretto alla fuga a Miami dai movimenti popolari durante la Guerra del gas del 2003, a PODEMOS, partito del candidato di destra alla Presidenza Jorge Quiroga Ramirez, sono ricorsi ad una decisione tecnica della Corte Nazionale Elettorale, di cui hanno il controllo politico, per impedire a Evo Morales di salire alla presidenza.
Jorge Quiroga ha dichiarato:
“non si deve permettere che un indio vinca le elezioni”.
E l’occasione, su cui si è basata la decisione della Corte, per impedire il 4 dicembre la libera scelta politica del popolo boliviano, è stata data dal fallimento di un accordo tra i parlamentari sulla distribuzione dei seggi sul territorio boliviano.
Accordo fallito per l’intransigenza delle forze di destra che evidentemente hanno mirato al rinvio tecnico delle elezioni.
Le forze sociali boliviane, che considerano la decisione della corte “un attentato alla democrazia, all?unità nazionale e all’integrità territoriale” hanno già iniziato a farsi sentire. Lo scorso 29 di ottobre è stata convocata a Chimoré, (Tropico di Cochabamba) una massiva mobilitazione di migliaia di boliviani e boliviane per decidere azioni di lotta e difendere la democrazia e la libertà del loro Paese.
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