Cultura

Boicottate la Disney, non si ride sui malati

Un ragazzo colpito da una sindrome di immunodeficienza, costretto a vivere in una bolla di plastica. In Usa proteste contro il film «Bubble Boy»: un insulto per 500.000 bambini

di Redazione

ADVERTISEMENT I Miei Gruppi | nadirnotizie Pagina principale Si può ridere di una malattia? Fa discutere prima di uscire nelle sale Usa il film «Bubble Boy» della Touchstone-Walt Disney. La commedia sull?odissea di un ragazzino sofferente dalla nascita di immunodeficienza e chiuso dentro una bolla protettiva è duramente contestata. «Boicottate quel film», dicono le associazioni che rappresentano le famiglie di dei bambini colpiti dal morbo genetico che altera le difese dell?organismo. Lo studios di Hollywood è dunque sotto accusa per aver dimenticato o «sottovalutato» il fatto che i malati non fanno mai spettacolo comico in America. La Disney Touchstone nella bufera. Ha avuto, contro ogni sua speranza, il visto PG 13 (vietato ai minori di 13 anni, con una ulteriore raccomandazione-postilla: si diffidano i genitori dall?accompagnare i figli minori a vederlo). E aumenta l?ira di molti genitori, medici, ricercatori e responsabili della attentissima «Immune Deficiency Foundation». In America ci sono 500 mila bambini che soffrono di disordini di immunodeficienza e 100 mila sono ad altissimo rischio. Nella levata di scudi contro il film diretto da Blair Hayes e interpretato da Jake Gyllenhaal (nella parte del protagonista Jimmy Livigston) non è certo passata inosservata la lettera di rabbia e dolore spedita al «Los Angeles Times», e via e.mail a tutte le principali testate Usa, di una mamma con figlio ammalato che, scoperto il prossimo lancio della pellicola, ha espresso tutto il suo sdegno civile. Immediatamente sostenuta nelle proteste dalla solidarietà della mamma di David Demaret, il bambino morto per la stessa malattia a 12 anni nel 1984 e che aveva ispirato la serie tv con John Travolta nel 1976, «The Bubble in the Plastic Bubble». Una serie spesso replicata in Tv e che è stata accettata da tutti perchè drammatica e molto documentata scientificamente. La protesta contro il nuovo film sta, dunque, dilagando e il dottor E.Ruichard Stiehm, responsabile del settore medico della UCLA (l?Università di Los Angeles) alla guida del «Mattel Children Hospital», ha scritto a sua volta una lettera grondante rabbia ai capi della Disney esordendo con queste parole: «Mi chiedo, preoccupato: quando arriverà un copione comico su un bambino colpito dall?Aids? Spero mai. Accettare l?offensivo “Bubble Boy” significa incamminarsi su un terreno pericoloso e vergognoso». La Disney, che aveva creato un sito con molti giochi e l?iscrizione al club degli amici di Jimmy, sta valutando la situazione. Nel sito, i ragazzini possono provare a vivere sul computer dentro una bolla e a fare le esperienze del protagonista. Nella pellicola c?è anche un risvolto sentimentale. Jimmy nonostante la malattia insegue la ragazza dei suoi sogni. E? innamorato fin da bambino di Chloe (impersonata dall?attrice Marley Shelton), e quando scopre che lei ha deciso di sposarsi, va alla sua ricerca con tanto di bolla al seguito. Dalla quale, con avventurosi e spettacolari rischi di suspence, a volte esce. Nell?odissea che lo conduce da un sobborgo della Valley di Los Angeles sino alle cascate del Niagara in Canada, deve confrontarsi con un gruppo di punk, si ritrova inseguito da una banda di motociclisti tatuati, deve prendere persino un aereo… Ed ecco tante situazioni comiche. Scandaloso? Lo pensa una associazione di genitori del Massachusetts che ha inviato un?altra lettera di protesta alla Disney. Con parole di fuoco: «Le malattie legate all?immunodeficienza non possono essere trasformate in una serie di gadgets e giochi in una commedia “on the road”».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA