Cultura
Boffo, quell’imbarazzo nella Chiesa
I retroscena del pranzo "riparatore" fra Feltri e l'ex direttore di Avvenire
Fa ancora discutere il caso Boffo, ravvivato dal pranzo riparatore a Milano fra l’ex direttore di Avvenire e il direttore del Giornale, Vittorio Feltri. Imbarazzo e irritazione ai vertici della Chiesa di fronte all’ipotesi che il falso dossier, all’origine della campagna del Giornale contro Boffo, sia partito proprio dai vertici cattolici. Solamente il Corriere della Sera e Repubblica affrontano l’argomento con ampiezza.
- La rassegna stampa si occupa anche di:
- LEUCEMIA
- DROGA
- OBAMA E IL DALAI LAMA
- MIGRANTI
- ROSARNO
- LEGA
- OGM
- MICROCREDITO
- ANZIANI
- PROTEZIONE CIVILE
- SENZA DIMORA
- CRISI
- ENERGIE VERDI
Il caso Boffo-Feltri occupa la pag 14 del CORRIERE DELLA SERA di oggi, che nella pagina successiva propone un approfondimento sul Toniolo, «la cassaforte culturale ed economica dell’università Cattolica al centro di conflitti su gestione e nomine». “Complotto su Boffo. Il Vaticano: sconcerto”. Il CORRIERE parla di sconcerto della chiesa dopo il pranzo riparatorio (e pubblico, in un ristorante milanese) dell’ex direttore di Avvenire con il direttore del Giornale Vittorio Feltri. Fra i pochi disposti a parlare c’è il vescovo Domenico Mogavero, presidente del consiglio per gli Affari giuridici della Cei che dice: «Sono sconcertato. Se davvero le accuse contro Boffo sono nate in ambiente ecclesiastico (come sostiene Feltri, ndr) siamo di fronte a un gesto immorale…Questa vicenda ha fatto male alla Chiesa fin dall’inizio, speriamo non ne faccia ancora». Il CORRIERE riprende anche un passaggio del FOGLIO di ieri in cui si accennava a un coinvolgimento diretto del direttore dell’Osservatore Romano Gian Maria Vian. Elisabetta Soglio firma invece il pezzo “Accuse e veleni al Toniolo. Il piano di Tettamanzi”. «Lettere anonime e pubbliche» – esordisce la Soglio – «Voci, imbarazzi, fughe di notizie vere o infondate. Cosa sta succedendo all’istituto Toniolo, cassaforte culturale, oltre che economica dell’Università Cattolica?». Il pezzo molto dettagliato ricostruisce le dinamiche di potere che negli ultimi anni hanno contrapposto la vecchia gestione legata a Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro poi passata nelle mani di Dionigi Tettamanzi alla cordata Ruini-Boffo- Ornaghi. Scrive la Soglio: «A breve distanza dall’esplodere del caso Boffo… Sulla scrivania di Tettamanzi arrivano sei pagine di una lettera firmata dal professor Alberto Crespi, 87 anni, penalista di fama…Nel documento, di cui sono a conoscenza anche l’ex segretario di stato Angelo Sodano (allora in sintonia con le gestione Colombo e osteggiatore della nomina di Ornaghi) e il suo successore Tarcisio Bertone, si contesta l’attuale gestione del Toniolo….I vertici del Toniolo stanno preparando una risposta dettagliata all’elenco di gravi inesattezze in cui si confuta punto per punto ogni accusa, si conferma la stima totale alla persona e al lavoro svolto dal presidente Mazzotta».
LA REPUBBLICA dedica alla ricostruzione della vicenda che ha travolto Boffo due pagine molto fitte, la 14 e la 15. Il caso è noto: Vittorio Feltri attacca il direttore di Avvenire con un dossier; nel giro di pochi giorni Boffo dà le dimissioni. Mesi dopo Feltri ammette pubblicamente che le carte non avevano fondamento. Ma chi gliele aveva passate? In questi giorni il direttore de Il Giornale (che lunedì scorso ha pranzato con Dino Boffo) aveva accreditato l’ipotesi che provenissero direttamente dal Vaticano, da una autorevole fonte della Santa Sede. Oggi la presa di posizione di Giovanni Battista Re, cardinale prefetto della Congregazione dei Vescovi: «è una squallida manovra ordita da chissà chi per coprire la vera fonte ispiratrice di tutta questa discutibile vicenda. Ma non penso proprio che sia stato qualcuno del Vaticano a fornire quei falsi documenti…. È una ipotesi impensabile». Preoccupato anche Papa Benedetto che, scrive Orazio La Rocca, è molto «contrariato» dal sospetto che in Vaticano ci sia un grande burattinaio. Feltri insiste: si tratterebbe del cardinale Bertone, segretario di Stato, per il tramite del direttore dell’Osservatore, Vian. In appoggio l’analisi di Giuseppe D’Avanzo: “Fra il premier e la Santa Sede congiura doppia su Avvenire”. Secondo la sua ricostruzione, che accoglie molte osservazioni del presidente emerito Francesco Cossiga, Boffo sarebbe stato il capro espiatorio di una duplice esigenza. Quella di Bertone che muove contro la Cei di Bagnasco colpendo appunto il quotidiano dei vescovi per il tramite del suo direttore (la Cei aveva attaccato troppo direttamente il premier parlando di «festini e libertinaggio»: un attacco che secondo Cossiga era politico e non etico). Dunque sarebbe stato Bertone a far arrivare il falso dossier a Feltri che nel frattempo aveva sostituito Mario Giordano alla guida del Giornale. Giordano era stato giudicato troppo tiepido dal premier, che secondo D’Avanzo in quei giorni d’assedio (Noemi, le minorenni, le escort a palazzo) è fragile e ha bisogno di giornalisti in grado di fare «il lavoro sporco» (che Giordano nel suo editoriale scrive di non aver voluto fare). Il sacrificio di Boffo è stato così classicamente organizzato e ha dato a Bertone il controllo politico della Cei e a Berlusconi una via d’uscita dai guai che, se fosse stato abbandonato dalla Chiesa, potevano travolgerlo.
Su questa vicenda nessun cenno negli altri quotidiani nazionali, né sul GIORNALE, né su AVVENIRE, direttamente interessati.
E inoltre sui giornali di oggi:
LEUCEMIA
CORRIERE DELLA SERA – In prima pagina il caso scoppiato intorno al romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia “Bianca come il latte rosso come il sangue” in cui l’autore si è ispirato a Irene, studentessa del liceo romano dove insegna, morta di leucemia: «La figura di Beatrice è ispirata a Irene, studentessa del liceo classico Dante Alighieri di Roma, scomparsa a 15 anni nel maggio 2004. Irene amava il teatro che aveva iniziato a praticare proprio a scuola. Su di lei si trovano molti ricordi su Facebook anche perché la madre Francesca con l’attore Adriano Evangelisti e con il presidente del Ravello Festival Domenico De Masi hanno deciso di ricordarla con un premio, intitolato Alidirene destinato a tutti quei ragazzi, che abbiano dimostrato di possedere la stessa passione per il teatro e lo stesso spirito di gruppo nel lavoro comune, un’iniziativa che nel corso degli anni è stata sostenuta da personaggi dello spettacolo come Loretta Goggi, Fabrizio Frizzi, Carlo Delle Piane. E se all’inizio, almeno a quanto emerge dai post su Facebook, la madre aveva accolto con favore il fatto che la figlia rivivesse in qualche modo nel romanzo, adesso che la macchina del bestseller è partita, rivestendo di una patina di irrealtà questa storia vera e dolorosissima, qualcosa nel rapporto con D’Avenia sembra essersi incrinato. «È una storia che brucia, che mi fa stare molto male — dice soltanto — e ora non posso raccontarla dall’inizio».
DROGA
LA STAMPA – “Mal di Morgan”. Da segnalare l’editoriale in prima pagina di Massimo Gramellini sulle dichiarazioni dello showman che ha dichiarato che la cocaina è il miglior antidepressivo. «Davvero può credere che la cocaina lenisca il mal di vivere?» scrive Gramellini. «A cosa gli è servito il suo talento, se non sa che il corpo è un tempio da rispettare e che per sfondare la corazza di dolore che ci impedisce di entrare in contatto con la nostra anima non servono sostanze psicotrope, ma il desiderio innato di ogni uomo di trovare un punto di equilibrio interiore, senza scappare all’inseguimento di emozioni artificiali, amori distruttivi e gesti fintamente provocatori? In un mondo di cervelli addormentati – dalla droga, dalla paura, da certa tv – la vera provocazione, oggi, consiste nel “farsi” la vita».
OBAMA E IL DALAI LAMA
CORRIERE DELLA SERA – “Vedrò il Dalai Lama” annuncia il presidente americano nella fotonotizia del CORRIERE. «Barack Obama, incurante degli avvertimenti cinesi, ha confermato che riceverà il Dalai Lama quando il leader spirituale tibetano sarà negli Stati Uniti. Lo ha riferito la Casa Bianca rivelando che il presidente americano aveva informato già lo scorso novembre delle sue intenzioni l’omologo Hu Jintao durante la visita a Pechino. La visita del Dalai Lama negli Stati Uniti è prevista a partire dal prossimo 16 febbraio. Il presidente Obama aveva rinunciato a ricevere il Dalai Lama nell’ottobre scorso, quando il leader spirituale tibetano era andato a Washington, per evitare conseguenze sulla sua missione in Cina del mese successivo. Ma Obama ha promesso che lo riceverà entro quest’anno. Zhu Weiqun, responsabile del Partito comunista cinese per le etnie e gli affari religiosi, ha affermato in una conferenza stampa che «il suo governo si opporrà con forza ad un eventuale incontro tra Obama e il Dalai Lama».
LA REPUBBLICA – Obama ha deciso di incontrare il Dalai Lama e questa scelta fa fibrillare i cuoricini delle autorità cinesi. Il governo cinese ha fatto sapere che l’incontro metterebbe a rischio le relazioni fra i due paesi e minaccia ritorsioni anche nel consiglio di sicurezza dell’Onu (mettendo il veto sulle sanzioni contro Teheran). Obama secondo Vittorio Zucconi gioca la carta cinese per distogliere l’attenzione interna dalla crisi dei democratici e ricompattare un partito assai nervoso. Resta però il fatto che la Cina assorbe quantità enormi di cambiali americane…
IL MANIFESTO – «Se il presidente Obama incontrasse il Dalai Lama, andrebbe incontro alla nostra ferma opposizione e finirebbe per minacciare la fiducia e la collaborazione tra Stati Uniti e Cina». Con le parole di Zhu Weiqun, «un alto responsabile del partito comunista cinese» si apre l’articolo di Simone Pieranni a pagina 8 “Alt di Pechino a Obama: non ricevere il Dalai Lama”. «La Casa Bianca ha fatto sapere che incontrerà il leader tibetano, nonostante l’ira di Pechino». Ma la tensione tra i due Paesi è alle stelle per una serie di precedenti: la violazione delle leggi cinesi da parte di Google che ha reso «disponibili online contenuti precedentemente censurati», il discorso «di Hillary Clinton contro la foga censoria di Pechino e infine la paventata possibilità da parte degli Usa di vendere armi a Taiwan, per un totale di oltre 6 miliardi di dollari». In sostanza Pechino «sembra aver scelto la strategia dell’avvertimento preventivo» sottolineando che se «Obama incontrerà il Dalai Lama la misura sarà colma».
MIGRANTI
IL SOLE 24 ORE – Botta e risposta tra il Viminale e Medici senza frontiere, all’indomani della presentazione del secondo rapporto sui centri per migranti in Italia. Ne parla Marco Ludovico a pagina 16 tratteggiando un vero e proprio braccio di ferro fra la ong e il ministero dell’Interno. Ctp & Co sono «carceri a tutti gli effetti» per l’associazione, «servizi tarati sui più alti standard europei» per il prefetto Marco Marcone, capo dipartimento libertà civili e immigrazioni, a cui è toccata la secca replica.
LA STAMPA – “L’inferno dei clandestini tra topi e sporcizia”. LA STAMPA dedica una pagina al rapporto di Medici senza frontiere, che tra il 2008 e 2009 ha visitato 21 Centri di identificazione ed espulsione. Il quadro è allarmante: i centri soddisfano a malapena i bisogni primari, e non hanno minimamente adeguato il tipo di servizi erogati anche se l’entrata in vigore del pacchetto sicurezza ha fatto allungare i tempi di detenzione nei Cie da 2 a 6 mesi. Persone uscite dalla prigione convivono con immigrati caduti nell’irregolarità per aver perso il lavoro, con anni di contributi alle spalle e una famiglia in Italia. Il governo ribatte alle accuse, «posizione ideologica» quella di Msf dice Mario Morcone, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’interno. Ma Msf insiste, denunciando servizi scadenti, mancanza dei beni di prima necessità, sanità pubblica assente in diversi Cie. Il senatore Pd Roberto Di Giovanpaolo ha affermato che è alla seconda interpellanza sul Cie di Ponte Galeria a Roma, la prima è caduta nel vuoto e «il governo non ha mai dato risposte».
ROSARNO
AVVENIRE – Rosarno, un mese dopo. Le arance stanno ancora sugli alberi, perché in giro non c’è nessuno che vuole raccoglierle. Nei campi, solo 250 africani e un centinaio di bulgari. Si lavora in un campo su quattro. «Ordine delle cosche: svuotate Rosarno».
LEGA
LA REPUBBLICA – Nasce su Facebook un gruppetto di leghisti dissidenti che, abitando a Brescia, si sono trovati in lista il figlio che Umberto Bossi definì trota, il genietto che si è fatto bocciare un paio di volte alla maturità e che, sono parole del lucido Castelli, «dovrà affrontare la campagna elettorale e ottenere le preferenze sufficienti». I bresciani comunque non lo voteranno e fanno campagna contro.
OGM
IL SOLE 24 ORE – Scontro rovente quello tra il fronte pro Ogm (Assobiotec e Confagricoltura) e quello – inedito – dei contrari (ministro Luca Zaia – Lega, Pd, Coldiretti). A scatenare l’ennesima contesa la sentenza del Consiglio di Stato che «concede 90 giorni al ministero delle Politiche agricole per autorizzare la coltivazione di mais Ogm anche in Italia». Esulta Federico Vecchioni (Confagricoltura): «la libertà d’impresa è libertà di scelta», netto Sergio Marini di Coldiretti che fissa alla data presunta della semina il vero banco di prova: «Sono certo che le forze dell’ordine faranno rispettare i diritti dei cittadini a mantenere il proprio territorio libero da contaminazioni se si tenterà di seminare Ogm in assenza della necessaria autorizzazione». Tutto questo succede a pagina 26, di spalla, per mano di Ernesto Diffidenti.
MICROCREDITO
ITALIA OGGI – Il commento di Pierluigi Magnaschi a margine della visita di Yunus a Milano “Il microcredito prospera nei paesi sottosviluppati”, è il titolo: «Ciò che suscita più di qualche dubbio è la possibilità di replicare questo modello nei paesi sviluppati. Ieri ho sentito, con raccapriccio, che Yunus proponeva di istituire delle cattedre universitarie di “impresa sociale”. Microcredito con grandi spese. L’impresa sociale può attecchire solo con lo sforzo di chi è disposto a innaffiare la microimpresa, non con le nuove cattedre universitarie, ma con una microdedizione, in gran arte volontaristica. Il microcredito è un’iniziativa leggera, capitalisticamente contro natura, che punta quasi esclusivamente sull’uomo e non può quindi essere appesantita da sovrastrutture. La microimpresa è un capitalismo incipiente che quindi prospera nelle economie incipienti. Ho sentito dire ieri da un’entusiasta docente universitaria bolognese che è stato regalato, a un giovane con problemi, un motorino che gli consente di consegnare le pizze. Ma se uno ci sta a consegnare le pizze è il pizzaiolo che gli mette subito a disposizione il motorino. Per acquistare un risciò scassato bastano poche rupie ma poi si deve trovare chi, da noi, si mette alla stanga e chi, da noi, è disposto a farsi trasportare così. E poi c’è lo scontrino, l’iva, l’assicurazione, i contributi. Non vorremo fare del lavoro nero, no?».
ANZIANI
IL SOLE 24 ORE – Apertura a pagina 30 sul nuovo business: “Il mercato cresce con l’invecchiamento demografico e la privatizzazione dei servizi”. Nulla di nuovo sotto il sole. Numeri, cifre e riflessioni per sottolineare un fenomeno in atto da anni e che pure nel periodo della crisi non soffre di flessioni economiche. E’ quello dell’assistenza domiciliare fornita da agenzie interinali, cooperative e patronati: assistente di base, operatori specializzati, badanti. Queste le figure più richieste e che hanno fatto registrare un + 0,3% rispetto all’andamento del mercato del lavoro.
PROTEZIONE CIVILE
IL SOLE 24 ORE – Esile colonnina a pagina 35 dal titolo curioso: “Bertolaso costretto a difendere la nuova Spa. Di cosa parliamo? L’articolo 16 del decreto diretto al Senato, in cui si riforma la Protezione civile non piace alle imprese (che non gradiscono l’ingresso di Bertolaso & Co nel mondo delle Spa) e ora alla commissione Bilancio che boccia l’idea per mancanza di copertura finanziaria. Trovata poi in extremis dal relatore del provvedimento, ma che sembra ritardi solamente un decreto destinato a trovare più di un ostacolo.
AVVENIRE – Giallo sui fondi della Protezione Civile Spa. Ieri in commissione ambiente del Senato la maggioranza è andata sotto più volte nell’esame dell’articolo 16 del decreto legge sulla Protezione civile, con otto commi su dodici bocciati per mancanza di copertura. In serata è giunta una nota ufficiale del presidente della commissione, su carta intestata della Presidenza del Consiglio, che assicura che l’articolo 16 verrà ridiscusso stamattina con un nuovo emendamento di copertura presentato dal relatore.
IL MANIFESTO – Eleonora Martini firma, a pagina 3, “Primo stop alla Bertolaso Spa” sottolineando come «fa acqua da tutte le parti il progetto governativo di trasformare la Protezione civile in Spa. Se ne è accorta ieri la commissione Bilancio del Senato che ha bocciato praticamente tutto l’articolo di legge che la istituisce, per mancanza di copertura finanziaria». Rassicurazioni arrivano dal «governo che promette una soluzione, intanto il ddl arriva oggi in Aula».
SENZA DIMORA
IL GIORNALE – Nelle pagine milanesi la notizia che in viale Jenner 31 è partito un progetto pilota del Comune dove i senza tetto potranno imparare a vivere da soli. «L’appartamento è uno di quelli confiscati alla mafia e dato in gestione alla cooperativa La città del sole. Il referente comunale che segue il progetto è Pino Calvano e spiega: «In questa casa i clochard stanno per un determinato tempo insieme ad altri senzatetto e vengono aiutati a camminare da soli. Quando saranno pronti potranno andare vivere in una casa da soli».
CRISI
LA STAMPA – “Petrolio e crisi, 5 raffinerie in bilico”. L’unione petrolifera lancia l’allarme: «Il sistema non funziona più» ha detto il presidente Pasquale De Vita. «Su 16 raffinerie potremmo essere costretti a chiuderne 4 o 5, perché la riduzione dei consumi e delle esportazioni è strutturale. Rischiano il posto 7.500 lavoratori».
ENERGIE VERDI
AVVENIRE – Vetrina sul geotermico, che ad oggi dà un apporto pari al 2% del fabbisogno nazionale di elettricità ma che, secondo Giuseppe De Natale in trent’anni potrebbe portarci a dire addio alle fonti non rinnovabili. De Natale guida il progetto Cfddp, Campi Flegrei Deep Drilling Project, condotto da Cnr, università italiane e centri di ricerca di dieci paesi: nell’ex area industriale di Bagnoli, ad aprile, partono le trivellazioni che scenderanno fino a 1500 metri sottoterra, dove ci sono 500/600 gradi centigradi. Un progetto unico al mondo per studiare la possibilità di sfruttare a fini energetici addirittura il calore endogeno profondo.
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