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Boffo lascia. Ha fatto bene?

Feltri, la Chiesa, i politici, i media: ognuno dice la sua. Voi da che parte state?

di Daniele Biella

“Si è dimesso il direttore Boffo: ‘scelta serena e lucida’”. È questo il titolo di prima pagina che campeggia sul sito Avvenire.it, ritornato ad essere funzionante dopo qualche ora di interruzione in seguito ai numerosi accessi degli utenti. L’addio di Boffo è arrivato nella tarda mattinata di oggi giovedì 3 settembre, tramite una lettera (scaricabile qui a lato) indirizzata al presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, il cardinale Bagnasco. Subito dopo la diffusione della notizia, si sono moltiplicate le reazioni di tutto il mondo politico italiano e non solo (per dire la vostra votate il sondaggio di vita.it).

LA CHIESA
Uno dei primi a far pervenire alla stampa la sua risposta è stato proprio il cardinale Angelo Bagnasco, che ha accettato le dimissioni di Boffo ”nel confermargli, personalmente e a nome dell’intero episcopato profonda gratitudine per l’impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana”. Il presidente del Consiglio di amministrazione di Avvenire-Nuova Editoriale Italiana, monsignor Marcello Semeraro, a seguito delle dimissioni irrevocabili di Dino Boffo dalla direzione del quotidiano che ha retto per oltre quindici anni, esprime ”profondo rammarico per questa decisione e gratitudine per il servizio intelligente e infaticabile svolto in questo periodo cruciale per la crescita del giornale’. Avvenire conferma a Boffo, anche a nome dei Componenti del Consiglio di Amministrazione, stima e vicinanza, sicuro che il suo prezioso lavoro continuerà a produrre frutti. In attesa della convocazione del CdA, incarica il vicedirettore Marco Tarquinio di firmare ad interim la testata”.

FELTRI
“Mi dispiace umanamente, le dimissioni non erano quello che volevo”, sono le prime parole del direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri, che la scorsa settimana aveva dato inizio alla vicenda sdoganando in prima pagina ‘il caso-Boffo’. “Se lui ha dato le dimissioni e se il Vaticano le ha accettate avranno i loro buoni motivi e, comunque, sono affari interni alla Chiesa. Il nostro obbiettivo era fare il nostro lavoro, parlare di una vicenda, coprendo la fonte, e ci siamo riusciti. Ho fatto il mio dovere e, come sempre, nessuno mi ha ordinato cosa fare”. C’è anche amarezza nel commento di Feltri: “Non sento di avere né vinto, né perso. E non m’illudo che il 90% dei giornalisti che in questi giorni mi ha coperto di accuse se le rimangi”.

LA POLITICA

Divisi, com’era prevedibile, gli schieramenti politici sulle dimissioni del direttore di Avvenire. I primi a commentare sono il segretario dell`Udc Lorenzo Cesa e il presidente della stessa Unione di centro, Rocco Buttiglione: “Dino Boffo è un cristiano vero che ha dato una lezione morale, politica e istituzionale a tutti gli italiani. Non vi era alcuna necessità che si dimettesse, ma ha inteso farlo nel nome degli ideali che ha testimoniato in questi anni di direzione di Avvenire. Consigliamo a tutti una riflessione serena e profonda: mai come oggi chi gioisce pensando di aver vinto una battaglia capirà presto che ha ottenuto soltanto una vittoria di Pirro”.

“E così i fautori della strategia della rappresaglia, infondata e strumentale, hanno ottenuto il primo scalpo. In un momento come questo non si può che esprimere a Dino Boffo grande solidarietà e vicinanza ma è evidente che, quando si imbocca la strada della perdita di ogni senso del limite, nessuno è più in grado di immaginare le conseguenze.Quale sarà la prossima fermata?”, si chiede Giuseppe Fioroni, del Pd. Ancora: ”Boffo si può considerare la prima vittima di quella campagna contro la libera stampa che il Presidente del Consiglio ha deciso di ingaggiare facendosi forte del suo enorme potere politico e del suo altrettanto forte e anomalo potere economico e mediatico. Mai nella storia della Repubblica era accaduta una cosa simile”, dichiara il senatore Pd Giuseppe Lumia. A cui fa eco Pierluigi Castagnetti, sempre del Pd: “Dopo le dimissioni di Dino Boffo, vengano almeno risparmiate le lacrime di coccodrillo dei tanti esponenti Pdl, soprattutto cattolici, che si sono segnalati, in questi giorni per il loro silenzio e per non aver mosso un dito perchè questa campagna cessasse. La questione della libertà di stampa sta diventando in questo paese veramente drammatica”. Infine, sempre dal Pd, arrivano le parole del segretario Dario Franceschini: “C’ è da tempo una regia di intimidazione nei confronti della stampa libera. Almeno di quella parte di stampa che non è già condizionata dal conflitto di interessi”.

Nel centrodestra, si parla invece di ‘doppiopesismo’: “C’e’ da immaginare che la scelta di Dino Boffo sia stata sofferta e difficile, e merita da parte di tutti umana comprensione. Ma ciò che e’ politicamente, culturalmente e politicamente inaccettabile e’ l’attacco sferrato dalla sinistra contro Vittorio Feltri. Chi oggi pretenderebbe di crocifiggere Feltri ha applaudito per quattro mesi ai colpi sotto la cintura sferrati dal gruppo Espresso-Repubblica contro il Presidente del Consiglio, e questo doppiopesismo e’ a dir poco ipocrita”, afferma Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della Libertà. Mentre Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, spera che “questo atto possa contribuire a svelenire il clima che da tre mesi ha tolto alla politica la sua nobiltà e possa far tornare il confronto tra idee e proposte contrapposte ad essere il sale della politica e dell’informazione”. A Maurizio Gasparri, Pdl ex Alleanza nazionale, “dispiace che Boffo si sia dimesso. Ho espresso stima e amicizia per il suo essenziale contributo al dialogo tra mondo cattolico e politico. Il clima attuale è stato innescato dalle aggressioni del gruppo L’Espresso-Repubblica che ha alimentato questo batti e ribatti fino alle sue dimissioni”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini sceglie di non commentare “una scelta che presumo sia dolorosa e sofferta”.  Ma poi aggiunge: “contro Berlusconi è stato fatto un killeraggio, l’origine di tutto. Tutti dimenticano cosa è stato fatto a Berlusconi, è qualcosa di straordinariamente grave. La stampa diffonde i suoi attacchi contro Berlusconi ovunque, la stampa è libera, liberissima”.

A esprimere vicinanza a Vittorio Feltri ci pensa Stefania Craxi, Pdl, sottosegretario agli Esteri che ha inviato una lettera al direttore de Il Giornale:”Dino Boffo ha voluto ergersi a moralizzatore senza averne i titoli e lei ha fatto benissimo a smascherare tanta ipocrisia. Le sue dimissioni non mi sorprendono, la sua posizione era insostenibile. Una volta dimostrato il suo falso moralismo, la vicenda non poteva avere altra conclusione di quella che ha avuto. Vittorio Feltri ha svolto un lavoro egregio e fra i tanti bigottismi che vedo in giro voglio manifestargli pubblicamente la mia solidarietà”’. Dal canto suo Clemente Mastella, leader dell’Udeur e neoparlamentare europeo tra le fila del Pdl, afferma: “La vicenda di Boffo porterà a una discussione molto avveduta sul modo di porsi all’interno della Chiesa. Conoscendo abbastanza bene questo mondo, so che nessuno vedrà fuochi pirotecnici all’improvviso ma cambiamenti nel mondo cattolico e una discussione serena su come essere partecipi del processo politico ma non partitico”.

Sempre dal mondo della politica arrivano anche le reazioni di Felice Belisario, presidente dell’Italia dei valori al Senato: “Dino Boffo è vittima di un’inqualificabile operazione di killeraggio di cui ben si conosce il mandante. Gli auguriamo di superare con serenità questo particolare periodo per riprendere con successo la sua attività professionale”. Per Francesco Nucara, segretario del Pri, “la scelta delle dimissioni da parte di Boffo è un atto politico, frutto di una scelta individuale di cui forse non c’era bisogno. Ci dispiace, ma apprezziamo”. Infine, Jacopo Venier, responsabile Comunicazione del PdCI, Comunisti italiani, dichiara: “Le dimissioni di Boffo sono l’ennesimo sintomo di un’Italia precipitata in una oscura stagione di ricatti e di dossier. Il morbo di tutto ciò, compreso il moralismo ipocrita, si espande da Palazzo Chigi e ha oramai mietuto molte vittime.

I MEDIA ITALIANI E STRANIERI
Il Comitato di redazione di Sat2000, di cui Dino Boffo era fino a oggi direttore, “ha appreso con dolore e amarezza delle dimissioni di Boffo, oggetto di un’aggressione mediatica personale, brutale e senza precedenti, che ha il sapore e la sostanza di un’intimidazione alla libera stampa ed ai mezzi d’informazione cattolici”. Il Cdr della televisione dei vescovi aggiunge poi che “assicurerà il proprio impegno nel portare avanti il lavoro quotidiano di ricerca e diffusione delle notizie, sempre nel rispetto per la persona umana, che mai dovrebbe essere maltrattata, infangata, vilipesa dai mezzi di comunicazione, come invece è avvenuto in questi giorni”. Dall’estero, arriva anche un commento dal settimanale inglese The Economist: “Il risultato della polemica sul caso Boffo è uno stallo fra la Chiesa e Berlusconi. Un simile raffreddamento di rapporti segnò l’inizio della fine per il precedente governo di centro-sinistra. Ma Berlusconi ha ancora delle buone carte da giocare. La carta più forte nelle sue mani potrebbe essere quella etica. Il 1° settembre un Tribunale italiano ha reso noti dettagli sulla sentenza contro Boffo, che sembrano confermare la sostanza delle affermazioni del Giornale. Due giorni dopo, Boffo si è dimesso. L’unica cosa sorprendente è che i vescovi italiani lo avevano considerato adatto a restare in una posizione così di alto profilo e così vulnerabile per cinque interi anni dopo la sua condanna”. Ulteriore reazione quella del quotidiano online italiano Gay.it. Il direttore Alessio De Giorgi scrive: “Il maldestro tentativo di outing del direttore del Giornale verso quello dell’Avvenire non può che spingermi a solidarizzare con quest’ultimo. La pratica di rivelare l’orientamento sessuale di qualcuno può, al massimo e nei limiti della libertà di opinione altrui, essere portata avanti da una personalità pro-gay o da una stessa associazione gay, non certo dal direttore Feltri. E anche se Boffo fosse gay colpirlo perché ‘ha osato criticare il presidente del Consiglio nonostante la sua omosessualità’ è inaccettabile”.


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