Cultura

Boffo, la Chiesa nel ciclone

Le perplessità di Vittorio Messori. Invece Bruno Forte solidarizza con il direttore di Avvenire

di Franco Bomprezzi

Anche oggi l’argomento con il quale molti giornali aprono la prima pagina è il caso Boffo. Non solo per i suoi aspetti di cronaca (assai confusi e controversi) ma soprattutto per le ripercussioni all’interno della Chiesa, nel mondo politico, nel mondo del giornalismo.

 

 

 

“Boffo, respinte le dimissioni” è il titolo del CORRIERE DELLA SERA che sviluppa il caso da pag. 2 a pag. 5. Per la cronaca giudiziaria è Fiorenza Sarzanini a fare il punto. Solitamente assai ben informata, la cronista del CORRIERE conferma che “la lettera anonima contro Dino Boffo spedita tre mesi fa ai vescovi italiani riferiva fatti e circostanze che non sono contenuti nel fascicolo del tribunale di Terni”. Il patteggiamento per molestie si riferisce infatti a una storia dell’agosto 2001, una lunga serie di telefonate ingiuriose, partite dal telefono del direttore di Avvenire, e ricevute da una ragazza di Terni, che all’epoca aveva 20 anni. All’inizio è una denuncia contro ignoti, non si fa il nome di Boffo, ma solo dopo aver accertato dai tabulati il numero di provenienza si risale al direttore di Avvenire, convocato dunque al palazzo di giustizia di Terni, dove ammette che il telefono è suo ma dichiara di lasciarlo spesso incustodito. E ammette anche di aver conosciuto la ragazza in occasione di un evento pubblico organizzato dalla Chiesa. I magistrati si convincono, dopo aver sentito alcuni testimoni, che le telefonate ingiuriose sarebbero state fatte proprio da Boffo e non da altri. “L’iscrizione nel registro degli indagati – scrive la Sarzanini – avviene il 14 ottobre 2003. Sei mesi dopo, esattamente l’8 aprile 2004, il pubblico ministero chiede «l’emissione di un decreto di condanna» C’è un solo reato contestato, quello di molestie, per il quale si procede d’ufficio. L’accusa di ingiurie è infatti caduta perché la ragazza ha deciso di ritirare la querela. Nel fascicolo non vengono specificati i motivi di questa scelta. I giudici ne prendono atto, Boffo non si oppone al decreto e paga l’ammenda di 516 euro che certifica la sua condanna”. Fin qui i fatti accertati. Tutto finito? Niente affatto, perché ormai la bufera è scoppiata. Paolo Foschini racconta: “Boffo, viaggio a Roma per dimettersi. Ma il presidente dei vescovi dice no”. E Boffo incassa la solidarietà del Vaticano alla Cei: a pag.2 del CORRIERE titolo di apertura: “Il Papa chiama Bagnasco: stima e gratitudine alla Cei”, come dire nessuna frattura fra Vaticano e vescovi italiani. Ma le zone d’ombra restano, come testimonia Lorenzo Salvia: “Il gip «blinda» le carte del processo”, e questo su richiesta degli avvocati di Boffo. E si scopre che il nome della ragazza di Terni, coperto dagli “omissis”, in realtà si legge benissimo, e già da ieri è cominciato l’assedio dei giornalisti per sentire la sua verità. Ecco perché si rivelano pertinenti due lunghi commenti ospitati dal quotidiano di via Solferino a pag. 4: “La prudenza mancata e le conseguenze di un danno enorme” a firma di Vittorio Messori, e “Un malessere profondo e il doppio allarme su moralità e Lega” di Alberto Melloni. Chiude l’ampia, sezione dedicata al caso innescato da Vittorio Feltri su IL GIORNALE, il pezzo di Fabrizio Caccia dedicato alle dichiarazioni di Berlusconi: «Con la Santa Sede tutto bene. Festini? Roba da menti malate», e questa è un’altra storia – o quasi – ossia la risposta a REPUBBLICA.

“La chiesa fa quadrato”, questo il titolo del commento di Marco Politi in prima pagina sulla REPUBBLICA di oggi proprio sotto il titolo di apertura “Berlusconi sfida l’Europa”. Scrive Polito: «Interviene il Papa, telefonando di persona, per esprimere il suo appoggio totale al presidente della Cei cardinale Bagnasco ed è un intervento con cui il pontefice massimo manda un segnale di «serrate le fila» a tutta la Chiesa cattolica italiana». I servizi all’interno occupano le pagine 6 e 7. Oltre ai due titoli di pagina 6 “Il papa difende la Cei e Avvenire, «Stima e gratitudine per Bagnasco»” e “Il gip svela la condanna, ma il fascicolo è segreto ed è giallo sulla talpa” (la novità è che «il fascicolo 2103/03 torna da dove era uscito: in archivio. resterà segreto. Per volere del giudice. Per volere anche della difesa del direttore di Avvenire che ha fatto opposizione al rilascio», mentre si apprende che la querela proviene da una ragazza di una nota famiglia di Terni vicina alla chiesa e  REPUBBLICA si interroga su chi possa essere stata la talpa che ha passato la documentazione del casellario giudiziario di Dino Boffo al Giornale). Grande rilievo è concesso all’intervista a pag 6 all’arcivescovo di Chieti Bruno Forte che fin dal titolo dice: “Solidarietà fraterna al direttore, va contrastata la degenerazione etica”. In realtà Forte non si sbilancia più di tanto: «Posso solo dire che come vescovo e come uomo mi sento molto vicino a Dino Boffo come persona. Capisco il difficile momento che sta vivendo. Per questa durissima prova non posso che dedicargli tutte le mie preghiere».

Richiamo in prima pagina de LA STAMPA per il caso Boffo e, all’interno, due pagine sulle reazioni all’inteno della chiesa cattolica aperte dal vaticanista Galeazzi. In primo piano l’intervento di Benedetto XVI nella vicenda: “Il Papa: stimo la Cei e il suo presidente”: «la Santa Sede è impegnata a impedire che l’autorevolezza della Cei esca penalizzata e quindi depotenziata nelle  battaglie pubbliche a favore della vita, della famiglia e della libertà d’istruzione» è l’interpretazione de LA STAMPA. “Resa dei conti per l’ultimo dei “ruiniani” è il titolo del pezzo d’appoggio: Boffo, che era stato scelto da Ruini, è rimasto in un posto chiave mentre negli altri il nuovo capo della Cei Bagnasco ha progressivamente messo suoi uomini. “Nelle carte nessun accenno a relazioni omosessuali” titola il pezzo di cronaca: nelle carte rese note dal gip di Terni c’è solo il riferimento a molestie telefoniche nei confronti di una donna, il resto delle notizie pubblicate su “Il Giornale” sono tratte da una lettera anonima inviata già nel 2004 ad alcuni vescovi.

In prima pagina di AVVENIRE le dichiarazioni di solidarietà giunte ieri a Dino Boffo dalla Cei e dalla Santa sede. Da un lato padre Lombardo conferma che il segretario di Stato ha parlato con il dottor Boffo, «manifestandogli la sua vicinanza e solidarietà» e ribadisce che tra Santa sede e Cei «vi è accordo» e pertanto «i tentativi di contrapporre la segreteria di Stato e e la Conferenza episcopale non hanno consistenza»; dall’altro la Cei conferma che «il Santo Padre ha chiesto notizie e valutazioni sulla situazione attuale e ha espresso stima, gratitudine e apprezzamento per l’impegno della Cei e del suo presidente». Anche oggi il Forum si dilata a due pagine, tutte con lettere di solidarietà a Dino Boffo: «Solidarietà a valanga per il nostro direttore». Si anticipa l’editoriale di Famiglia Cristiana, e si pubblicano (tra le altre) le lettere di Massimo Achini, presidente Csi, Edoardo Patriarca, segretario generale delle Settimane sociali dei cattolici, e Edio Costantini, presidente Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport. Un breve articolo spiega che «le carte confermano, caso montato ad arte». Dopo che il gip di Terni ha autorizzato l’accesso al solo decreto penale, visto che la vicenda non ha «pubblico interesse», si ribadisce che non c’è stato patteggiamento perché non c’è stato alcun processo, non c’è nessun riferimento a relazioni sessuali, non ci sono sentenze penali ma solo un’ammenda. Il gip ha anche confermato che «il diretto interessato ha sempre contestato qualsiasi addebito nei suoi confronti». 

Il GIORNALE titola in copertina, a tutta pagina, “Il direttore di Avvenire ha mentito” e pubblica copia del decreto di condanna del tribunale di Terni e Vittorio Feltri fa l’esegesi dell’atto giudiziario in cui si legge «Boffo ingiuriava una donna anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno». Poi Feltri invita Boffo:  «Sarebbe meglio fosse Boffo a chiarire una buona volta la storia perché il tribunale  di Terni ha dichiarato per bocca del Gip Pierluigi Panariello che i particolari rimangono nel fascicolo in quanto suscettibili di interpretazioni e solo le parti del processo sono autorizzate a prenderne visione». IL GIORNALE resta sulla vicenda per le prime cinque pagine in cui è pubblicato anche l’intervento di Andrea Tornielli “E il Papa chiede ai vescovi: ma cos’è questa storia?” per raccontare che il Papa ha telefonato a Bagnasco per chiedere notizie e valutazioni.

Boffo sparisce dalla prima pagina del SOLE24ORE, che dedica alla vicenda chiesa-Cei-Vaticano un pezzo in taglio basso a pagina 18, in cui si dà conto del messaggio di ieri di Ratzinger, recapitato da padre Lombardi, alla Conferenza episcopale in cui si ribadisce «stima» per i vescovi italiani e quindi si trasmette un’immagine di unità che molti avevano messo in dubbio.

La polemica innescata da Feltri sta permettendo alla Lega di iniziare le grandi manovre d’autunno. E’ la sintesi del retroscena politico analizzato da ITALIA OGGI nell’articolo ” E la Lega si riscopre cattolica. Con un occhio alle regionali”. E quali sarebbero le grandi manovre? Secondo il pezzo, la Lega si muoverebbe in due direzioni: ricucire con i propri elettori di fede cattolica e approfittare degli spazi che si sono creati in seguito alle polemiche che stanno irrigidendo i rapporti tra Pdl e il Vaticano.  Un sincero faccia a faccia tra Bossi e il Cardinale Tarcisio Bertone, una musica diversa dagli acuti estivi che sollecitavano il Vaticano ad aprire le proprie porte agli immigrati, e la rivendicazione delle radici cristiane sono le prossime mosse che secondo il resoconto di ITALIA OGGI, rientrano nel menù tattico della Lega. Oltre a ricucire con i cattolici, secondo ITALIA OGGI, «il Carroccio non vuole perdere l’occasione di raccogliere il guanto di partito di riferimento al governo dei cattolici regionali. In gioco ci sono regioni decisive del Nord come la Lombardia, il Piemonte e il Veneto». L’articolo fa notare che la Lega ha chiesto la candidatura in tutte le tre regioni anche in Lombardia, «dove il dominio di Roberto Formigoni è blindato sotto la benedizione dello stesso Berlusconi e la candidatura del leghista Roberto Castelli non ha nessuna chance di decollare».

“Dietro l’attacco all’Avvenire, c’è una precisa volontà intimidatoria”. A pagina 8, il MANIFESTO intervista Andrea Olivero, secondo cui dietro il caso Boffo ci sarebbe la volontà di «controbattere alle critiche espresse da Avvenire nei confronti del premier». Decisione che per il presidente delle Acli si è rivelata «un clamoroso errore». Olivero critica Feltri e Berlusconi e suggerisce, piuttosto, di ascoltare la voce dei movimenti e delle associazioni cattoliche.  Il MANIFESTO riporta anche delle presunte tensioni tra vertici della Chiesa per le vicende degli ultimi giorni: «I tentativi di contrapporre la segreteria di stato della Santa Sede e la Cei non hanno consistenza», l’intervento di padre Lombardi, che conferma anche la «solidarietà della segretaria di stato a Boffo». A fare da paciere tra il cardinal Bertone e i vescovi, sarebbe intervenuto lo stesso Benedetto XVI, in una telefonata al presidente dei vescovi italiani. Segue un’intervista a Paolo Farinella, uno dei 40 preti firmatari dell’appello «per la libertà sul fine-vita», e verso cui la Congregazione per la Dottrina della fede ha aperto un’inchiesta. Farinella racconta di essere stato convocato da Bagnasco, che l’avrebbe «richiamato all’ordine».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

BERLUSCONI CONTRO UE

REPUBBLICA – La minaccia del premier contro l’Europa («Parli solo il presidente della Commissione, non i portavoce altrimenti non daremo più il nostro voto, bloccando il funzionamento della Ue, e chiederemo le dimissioni dei Commissari) è il titolo principale del quotidiano diretto da Mauro. REPUBBLICA offre il controcanto all’europarlamentare dell’Italia dei valori Gianni Vattimo: “«L’appello dei giuristi a Strasburgo, il Parlamento deve sapere delle 10 domande»”.

LA STAMPA – “Berlusconi attacca la Ue” è il titolo che apre la prima pagina di oggi. «E’ di nuovo tensione fra Berlusconi e Bruxelles» l’attacco del pezzo, dopo la minaccia da parte del premier di «bloccare il funzionamento del Consiglio Europeo se non si deciderà di far tacere i portavoce, facendo parlare solo il presidente della Commissione» sintetizza LA STAMPA. Le dichiarazioni di Berlusconi, ieri da Danzica, sono arrivate dopo la lettera inviata dal commissario per la giustizia Jacques Barrot. Il britannico, giornalista oltre che commissario Ue, racconta la stampa, aveva sottolineato che si trattava di un atto dovuto  e che non si «intendeva puntare il dito contro nessuno» ma nel contempo aveva sottolineato che  la politica dei respingimenti è incompatibile con il diritto d’asilo se si rischia di espellere i clandestini senza essere certi che non abbiano accesso allo statuto di rifugiati.

IL GIORNALE – Due pagine dedicate allo scontro sull’immigrazione. Da una parte Berlusconi che dice «I portavoce devono tacere» e dall’altra la Ue, anzi la lobby di sinistra «mandata in tilt dall’Italia decisionista». Marcello Foa analizza il vertice «L’establishment europeo non tollera che il nostro Paese si sia sbarazzato dei suoi complessi e sparigli le carte». Giordano Bruno Guerri ricorda che «I signori della Ue sono gli ultimi rappresentanti dello statalismo e schiacciano popoli e individui». IL GIORNALE svela: «Entro ottobre si chiudono le nomine Ue e per gli Esteri torna a circolare il nome di Massimo D’Alema».

IL MANIFESTO –  Il Manifesto dedica la notizia di apertura (approfondita alle pagg. 6 e 7 “Editto a Danzica di Super Papi”) alle polemiche tra premier e Europa, titolando “Black bloc”, in esplicito riferimento alle dichiarazioni in «eurodelirio» di Berlusconi sui respingimenti degli immigrati: «Silenzio o blocco l’Europa». Tutto dedicato alla vicenda, anche l’editoriale di Norma Rangeri, “L’editto di Danzica”: «Il sabotaggio delle istituzione europee, questo mancava all’imperatore della propaganda», paventando un’azione delle sinistre unite «in piazza contro l’offensiva delle armate berlusconiane». Riguardo al caso Boffo, «il Cavaliere ha a che fare con le millenarie antenne della Chiesa, non altrettanto silenziabili».

 

EMERGENCY

CORRIERE DELLA SERA – E’ morta Teresa, la moglie di Gino Strada, ne riferisce Lorenzo Cremonesi da Kabul, dove Emergency è in lutto. La scelta di andare ad aprire ambulatori di pronto soccorso e ospedali in Afghanistan, ricorda Cremonesi, venne fortemente voluta da Teresa Strada. Ricordi e commenti nelle pagine milanesi.

IL MANIFESTO – Un richiamo in prima pagina ricorda la scomparsa di Teresa Sarti, anima e guida di Emergency assieme al marito Gino Strada. All’interno, i saluti commossi dei giornalisti Loris Campetti e Maso, e una vignetta di Vauro: «Babbo, ma tu l’hai vista la pace? Sì, era bella, forte ed aveva una splendida chioma di capelli rossi».

 

CARCERE

AVVENIRE-Prendendo spunto dalla lettera inviata in redazione da un carcerato romeno, che vorrebbe scontare la pena nel suo paese, Ilaria Sesana fa il punto sugli accordi esistenti fra l’Italia e altri Paesi per il trasferimento di persone condannate: sono sei (Perù, Thailandia, Hong Kong, Cuba, Albania, Romania) e funzionano pochissimo (un centinaio l’anno), anche perché l’accordo è applicabile solo a chi ha una condanna definitiva, e il 58% dei 24mila detenuti stranieri è in custodia cautelare. Potrebbe essere una misura utile per alleggerire il sovraffollamento: bastano 118 ingressi per sforare anche la capienza tollerata e 12 regioni sono già fuorilegge. Bilancio positivo invece per Progetto Indulto, di Italia Lavoro: 325 contratti di lavoro stipulati. A Vicenza invece sta per partire una nuova iniziativa: “Carcericreative-Liberi di progettare”: i carcerati proporranno idee di prodotti o servizi, l’idea imprenditoriale più originale sarà finanziata e lo stesso detenuto o i suoi familiari gestiranno l’impresa così nata.

 

INFLUENZA

SOLE24ORE – Anche se con toni moderati, finalmente il SOLE fa i conti in tasca alle farmaceutiche per il mega-affare della pandemia di influenza A. Ebbene, la “torta” che le aziende che producono vaccini si spartiranno è di 10 miliardi (miliardi) di euro, e tra tutti i paesi coinvolti l’Italia è ancora una delle più “moderate” se si pensa che ha ordinato dosi di vaccino sufficienti per 24 milioni di cittadini mentre la Francia ne ha prenotate 94 per una copertura del 100% della popolazione, la Gran Bretagna punta al 70% mentre la Germania investe 2 miliardi di euro per avvicinarsi alla copertura totale. Gli Usa battono tutti, ovviamente, con circa 1,8 miliardi più un fondo di emergenza da 7,5 miliardi (esclusi dal conteggio).

 

BADANTI

REPUBBLICA – “Sanatoria badanti, partenza lenta: al Viminale solo 5000 domande”. Nessuna corsa alla regolarizzazione, attese comunque 750mila richieste. La provincia con più pratiche è Milano: sono oltre 2mila i moduli scaricati dal sito. Seguono Roma, Napoli, Brescia e Bergamo.

 

PREVIDENZA

ITALIA OGGI– La previdenza dei professionisti rischia il commissariamento. Secondo l’articolo “Sette Casse al Collasso” pubblicato in prima pagina dal quotidiano dei professionisti, se non si riuscirà a dare un giro di vite alle prestazioni e un colpo d’acceleratore ai contributi versati dagli iscritti, le Casse di prevenzione di 7 ordini professionali saranno commissariate. La fonte dell’informazione è «un documento riservatissimo predisposto dal ministero del lavoro che ITALIA OGGI è in grado di anticipare». Le Casse degli avvocati, ragionieri, agenti di commercio, consulenti del lavoro, medici, veterinari, e giornalisti non sono in grado di rispettare i criteri imposti dalla legge finanziaria del 2007 che ha richiesto la sostenibilità trentennale dei bilanci. Responsabilità anche da parte della politica. I progetti di riforma dei sistemi previdenziali, giacciono in un cassetto del ministeri del lavoro da più di un anno.

 

UNITA’ D’ITALIA

AVVENIRE – Andrea Riccardi, qui intervistato come docente di Storia contemporanea, si schiera a favore dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ma a patto di «andare a fondo della nostra storia, perché sono convinto che la nostra identità vada ripensata» e dice che «anche la Chiesa dovrebbe festeggiarli».

 

VALIGIE E AEROPORTI

CORRIERE DELLA SERA – “Com’è facile rubare una valigia a Linate” strillo in prima e pezzo davvero notevole di Andrea Galli a pag.25 dove si scopre che non solo a Fiumicino si registrano ritardi e disservizi nella riconsegna dei bagagli ai viaggiatori. Il cronista senza correre alcun rischio prova a rubare un trolley non suo, e ci riesce perfettamente, per poi, ovviamente, restituirlo subito. Lamento sindacale: oltre cento pensionamenti alla Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e di Malpensa.


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