Welfare

Boeri: «Inutili preoccupazioni, le revoche delle invalidità con i nuovi indicatori sono scese»

Il presidente dell'Inps scrive ai cittadini con disabilità: «Da quando i nuovi indicatori sono entrati in vigore, non c’è stato alcun aumento delle revoche delle prestazioni. Al contrario, la percentuale di revoche nei primi sette mesi del 2018 si è ridotta dell’1%, mentre è aumentata la percentuale di peggioramenti nello stato di salute riscontrati, che danno luogo ad aumenti dei benefici»

di Redazione

«Spero che avrete la pazienza di leggere questa lettera aperta fino alla fine. Se non avete voglia di farlo vorrei che comunque vi sentiste rassicurati sul fatto che ogni singola azione intrapresa dall’INPS è mossa dalla volontà di agire nell’interesse e per la tutela dei malati e dei cittadini invalidi»: inizia così la lettera che il Presidente dell’INPS Tito Boeri ha scritto ieri ai cittadini con disabilità e alle loro famiglie sulle «presunte distorsioni nel sistema di misurazione e valutazione della performance dei medici dell’Istituto» (qui il testo integrale).

L’indicatore che contiene le revoche delle prestazioni di invalidità civile, le visite mediche di controllo e le azioni surrogatorie – spiega Boeri – incide su meno del 2% della retribuzione dei medici e lo fa su base regionale: «ciò significa che concorrono al risultato tutti i medici della regione rendendo impossibile per il singolo professionista incidere col proprio comportamento sul risultato e dunque sulla retribuzione attesa». Il timore che con ciò l’Inps imponga per via amministrativa dei criteri de facto più restrittivi per l’accesso alle prestazioni socio-assistenziali è infondato, mentre lo scopo è quello di identificare meglio i pazienti che potrebbero avere un miglioramento delle proprie condizioni di salute, così da programmare meglio le visite di verifica e da farle prima della scadenza dell’invalidità, così da evitare il pagamento di mensilità indebite. Una gestione che – continua Boeri – significa anche portare un fattore di deterrenza rispetto a scorrette previsioni di rivedibilità, che portano a reiterate e inutili visite a persone con quadri clinici cronico- progressivi. «Non c’è pertanto un privato interesse economico che si scontra con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza, c’è invece un incentivo collettivo ad essere più efficienti e scrupolosi nella programmazione delle visite di verifica della permanenza dello stato invalidante».

Da inizio 2018, da quando cioè i nuovi indicatori sono entrati in vigore, spiega ancora Boeri, «non c’è stato alcun aumento delle revoche delle prestazioni. Al contrario, la percentuale di revoche nei primi sette mesi del 2018 si è ridotta dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre è aumentata la percentuale di peggioramenti nello stato di salute riscontrati, che danno luogo ad aumenti dei benefici».

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