Politica

Body scanner? È stato uno scherzo

Dopo sei mesi di sperimentazione e due milioni spesi, gli apparecchi di controllo spariranno dagli aeroporti

di Antonio Sgobba

«Il diritto alla vita è superiore a quello della privacy». Il ministro dell’Interno Roberto Maroni era stato chiaro, il 5 gennaio, quando aveva annunciato il sì dell’Italia ai body scanner negli aeroporti.

Ora si dovrà fare marcia indietro. Dopo sei mesi di prova e uno stanziamento di due milioni di euro da parte dell’Enac, niente più body scanner negli aeroporti. Il ritiro lo aveva già anticipato Vito Riggio, il presidente dell’Enac, ora c’è la conferma dei tecnici del Cisa, il comitato interministeriale sulla sicurezza. È una presa d’atto di una situazione esistente: i body scanner sono già spenti a Palermo e Roma. Milano si adeguerà.

Con il Viminale a gennaio era d’accordo anche la Farnesina:  «I body scanner sono una misura necessaria perché credo sia arrivato il momento di dire che dobbiamo essere più attrezzati dei terroristi», aveva detto il ministro Franco Frattini. Si parlava sull’onda del fallito attentato di Natale sul volo Amsterdam-Detroit della Delta Airlines. Allora un nigeriano superò i controlli con un rudimentale ordigno nascosto nei pantaloni. Allarme in tutta Europa.

Si partì quindi con la sperimentazione: tre apparecchi in tre aeroporti. Il 14 giugno il titolare del Viminale dichiara: «Io sono convinto che questi sistemi funzionino, sia come deterrente sia per l’individuazione di sostanze che non sono rilevate dai metal detector».

Gli apparecchi di controllo sarebbero arrivati anche nelle stazioni ferroviarie: «Non appena sarà conclusa la sperimentazione, verso la fine di luglio prenderemo delle decisioni e poi spero li installeremo progressivamente in tutti gli aeroporti italiani e nei luoghi dove è possibile provocare esplosioni, in primo luogo nelle stazioni ferroviarie», aveva detto Maroni.

E invece no. A sentire i tecnici i problemi dei body scanner non sono pochi: non consentono di vedere tutto il corpo per via della privacy, e le parti occultate potrebbero nascondere qualcosa; intasano per troppo tempo i servizi di controllo. Uno speco di tempo, visto che col «palpeggiamento» dei passeggeri si ottengono i medesimi risultati.


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