Non profit
Bobba: sulla stabilizzazione dal Governo solo buoni propositi
Arriva la risposta all’interpellanza del deputato Pd. L’esecutivo si nasconde, come ormai usuale, dietro ai problemi di copertura e spese
La risposta è arrivata, anche se a detta dello stesso interpellante Luigi Bobba (Pd) è “all’acqua di rose”. Stamane alla Camera il Governo ha risposto all’interpellanza urgente presentata da Bobba con altri colleghi – 58, per la precisione – (qui il testo integrale delll'interpellanza) sul 5 per mille e la necessità della sua stabilizzazione con l’eliminazione del tetto, interpellanza che fa seguito alla raccolta di firme promossa da Vita.
Bobba e gli altri chiedevano quindi al governo, anche in seguito alla relazione della Corte dei Conti che evidenziava scarsa trasparenza, lungaggini e soprattutto l’iniqua decurtazione dei fondi a opera dello Stato, la “stabilizzazione dell'istituto del 5 per mille e quindi l'interruzione del carattere sperimentale accompagnata dall'abrogazione del tetto fissato dalla legge di stabilità 2014 in 400 milioni di euro”.
Ed ecco cosa ha risposto l’esecutivo (qui il testo integrale della risposta), per bocca del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria: innanzitutto la stabilizzazione, ha detto in soldoni il governo, non si può fare perché costa: tale misura infatti “è suscettibile di recare oneri a carico del bilancio dello Stato, che necessitano l’individuazione di idonei e permanenti mezzi di copertura”. Anche la cancellazione del tetto, ha proseguito Rossi Doria, “suscettibile di recare un aggravio di spesa per la pubblica amministrazione, stimato nell'ordine di 30 milioni di euro, per il quale è necessario reperire idonee risorse per la copertura finanziaria”. La stabilizzazione, d’altra parte, è prevista “nel disegno di legge di delega fiscale (A. S. 1058), di recente licenziato dal Senato della Repubblica ed ora all'esame della Camera dei deputati”, ma “a valere sulle maggiori entrate ovvero delle minori spese, realizzate anche con l'attuazione della complessiva riformulazione della disciplina delle spese fiscali”. Quindi se stabilizzazione ci sarà, sarà da fare dopo la riforma complessiva del fisco.
Quanto agli altri rilievi della Corte dei Conti, la risposta è stata anche qui picche: sulle procedure lunghe e farraginose, non c’è niente da fare perché stabilite da decreti appositi; sui contributi troppo esigui erogati a una miriade di enti, il governo ribadisce che sotto i 12 euro di contributo l’Amministrazione non eroga nulla, e aggiunge che “ L'introduzione di un'ulteriore soglia minima nonché l'individuazione di un importo massimo oltre il quale non effettuare l'erogazione del contributo richiede, quindi, un intervento in sede normativa”. Insomma ci vuole una legge, troppa fatica.
Per quanto riguarda infine la pubblicazione – richiesta dalla Corte dei Conti – di un database pubblico contenente dati provenienti dalle diverse amministrazioni, si dice che questa “non è prevista dai decreti di attuazione dell'istituto del 5 per mille, si fa presente che la sua creazione coinvolge una pluralità di enti ed implica valutazioni di interesse di un più ampio contesto amministrativo”.
“Siamo sempre ancora, anche nella risposta del Governo, ai buoni propositi”, è stata la risposta immediata di Luigi Bobba. “Però di buoni propositi è lastricata la strada dell'inferno”, ha proseguito, “nel senso che è auspicabile sicuramente che il Governo provveda e alla stabilizzazione e alla rimozione del tetto, a seguito della delega fiscale che sarà all'esame finale della Camera proprio nelle prossime settimane e che contiene una specifica norma che, in base ai risparmi realizzati dall'articolo 4 della stessa norma, questi risparmi devono essere finalizzati esclusivamente alla stabilizzazione e alla rimozione del tetto che riguarda il 5 per mille. Quindi”, ha concluso sul punto della stabilizzazione, “l'impegno che chiedo al Governo è che non appena, nelle prossime settimane, la Camera licenzierà definitivamente la delega fiscale, uno dei primi decreti attuativi sia proprio relativo a questa misura da lungo attesa e che, peraltro, vede anche diverse proposte di legge mai giunte a conclusione”.
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