Politica

Bobba (Pd): da Onu e Vaticano pietra tombale sul reato di clandestinit

Alle prese di posizione delle NAzioni Unite e della Santa sede fa seguito questa dichiarazione del senatore del Pd

di Redazione

In merito alle affermazioni fatte da Louise Arbour (Alto Commissario per i diritti umani dell?Onu) e da monsignor Agostino Marchetto (Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti), relativamente all?ipotesi di introduzione del reato di immigrazione clandestina, il senatore del Pd Luigi Bobba ha scritto questa dichiarazione:

?Le nette critiche rivolte da Onu e Vaticano all?ipotesi di introduzione in Italia del reato di immigrazione clandestina rappresentano una pietra tombale per la folle idea del Governo. Innanzitutto pensare di trasformare un illecito di tipo amministrativo, quale è la clandestinità, in un reato che porta a una limitazione della libertà personale è un qualcosa che evidentemente violerebbe i principi costituzionali di eguaglianza, ragionevolezza e di proporzionalità tra pene e reati e su ciò la Corte Costituzionale si è già chiaramente espressa (sentenza 22/2007), nonché l’articolo 35 della Costituzione stessa, sia con le normative europea e internazionale in tema di diritti delle persone.

“Inoltre”, prosegue Bobba, “si dimostrerebbe assolutamente inefficace e inapplicabile, in quanto centinaia di migliaia di persone potrebbero finire in carcere, visto che si calcola che in Italia gli immigrati irregolari sono tra i 700 mila e il milione. Quindi si tratta di una ?norma-manifesto?, pensata semplicemente per blandire gli istinti più bassi che sono stati solleticati in campagna elettorale e che ora si vogliono accontentare. Piuttosto bisogna decidersi a varare una politica concreta ed equilibrata per l?immigrazione. Altri Paesi europei come la Gran Bretagna e la Germania, propongono, infatti, una politica di incentivazione dell’immigrazione qualificata, attraverso una classifica ?a punti?, basata sulle qualifiche professionali e sulla conoscenza della lingua: più punti l?immigrato extracomunitario raggiunge, più ha possibilità di ottenere un visto di ingresso”.

“I cittadini italiani”, conclude il senatore, “chiedono sicurezza ma non dobbiamo e non possiamo permettere che un pregiudizio diffuso trasformi i nostri diritti in un pretesto per violare i diritti fondamentali della persona. Quattro italiani su dieci, infatti, sono convinti che gli autori dei reati siano cittadini stranieri, mentre solo il 46,7% pensano siano commessi in ugual misura. Di diverso avviso il Ministero della giustizia secondo cui su 157.593 reati ascritti a detenuti negli istituti penitenziari, al 31 dicembre 2007, solo il 24,5% è imputabile a cittadini stranieri. Piuttosto occorrerebbe ripristinare i fondi destinati ai Comuni, tagliati dalla finanziaria, per attività, servizi, iniziative finalizzate all?integrazione degli immigrati e provvedere a stipulare accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri al fine di realizzare una politica realmente capace di garantire sicurezza, certezza della pena ma anche solidarietà, multiculturalismo e integrazione. Ciò che serve è l?introduzione di norme efficaci sul versante del contrasto della criminalità e ragionevoli dal punto di vista dell?integrazione socio-lavorativa degli immigrati che criminali non sono?.


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