Politica

Bobba: Bipartisan, ma con moderazione

È ora di superare le contrapposizioni frontali. Ma senza tradire lo spirito del maggioritario. E sul partito del futuro il neosenatore dice: «Margherita e Ds insieme, certo. Ma soprattutto..

di Ettore Colombo

Innanzitutto, bisogna imparare a chiamarlo ?senatore? e non più presidente (ex) delle Acli, come ancora scappa di dire al povero cronista. Poi farci il callo all?idea che ha cambiato ruolo. E che, dunque, è diventato un protagonista della scena politica e non del non profit. Anche se con e verso questo mondo continuerà a mantenere legami saldi e a 360 gradi. Come con il mondo cattolico. Il secondo atout del neo senatore della Margherita-Ulivo, Luigi Bobba.

Vita: Senatore, che Italia e in particolare quale centrosinistra esce da un voto così sofferto e da una vittoria così di misura?
Luigi Bobba: Vi leggo tre elementi. Il primo è che l?affermazione del centrosinistra non è una mezza vittoria, anche se sofferta, ma una vittoria intera. E proprio per questo ancor più preziosa. Ci dovremo impegnare ancora di più per il bene del paese, superando le contrapposizioni frontali che hanno attraversato fin troppo questa campagna elettorale. La seconda questione è che la nostra capacità di aggregare consensi in termini di voti assoluti va di pari passo con il recupero impresso dal centrodestra e in particolare da Berlusconi specie nell?ultima fase della campagna elettorale. Ha parlato alle paure degli italiani e al loro portafogli, ma ha saputo farlo bene. Ora dobbiamo restituire serenità e dignità a un paese prostrato e soprattutto restituirgli capacità e orgoglio del proprio futuro. Infine, vorrei sottolineare come del gran can can mediatico che ha accompagnato una formazione politica come la Rosa nel pugno, all?interno dell?Unione, non è rimasto granché: la Rosa, nelle urne, è sfiorita. Radicali e Sdi sommati non raggiungono nemmeno le percentuali che avevano da sole nel 2001. Segno che una campagna tutta giocata all?insegna dell?anticlericalismo non paga. E che generare queste paure, nell?elettorato moderato e di area cattolica, genera danni più che vantaggi.

Vita: Anche al suo partito, la Margherita…
Bobba: Sì, è vero, toccare e svillaneggiare certi temi ?sensibili?, in campagna elettorale, ci ha alienato una parte dei consensi dell?elettorato cattolico. Insieme all?aver polarizzato troppa attenzione, e a volte con un modo di comunicare contraddittorio, sul tema delle tasse ha penalizzato proprio le forze più moderate dell?Unione, anche se più i Ds che la Margherita.

Vita: Più arduo, dunque, costruire il partito democratico, con questi numeri e una sinistra radicale forte?
Bobba: Dipende come e con chi. Di certo non con la Rosa nel pugno cui in questi giorni si è appellato D?Alema. Il partito democratico deve partire dallo zoccolo dei suoi due soggetti trainanti e traenti, Margherita e Ds, e allargarsi al popolo dell?Ulivo, quello delle primarie per capirsi. Un soggetto di cui non si può fare a meno, però, come dicono chiaramente i risultati del listone alla Camera, dove il voto giovanile scommette e in modo forte sul soggetto unitario. Comunque la maggioranza alla Camera c?è, e larga e ricordo che dopo la caduta del governo Prodi governammo con cinque deputati di maggioranza mentre ora il baricentro riformista è forte. La sinistra radicale è più forte al Senato. Un motivo in più per farlo anche lì presto e bene, il partito democratico.

Vita: Per le presidenze delle Camere e l?elezione del presidente della Repubblica volete continuare il muro contro muro o scegliere una logica più istituzionalmente corretta e dunque bipartisan?
Bobba: Nei sistemi maggioritari come questo resta, nonostante una brutta legge elettorale proporzionalista, le presidenze delle Camere seguono la regola dell?alternanza e devono essere guidate da chi le ha vinte, le elezioni, non cedute a chi le ha perse. Adottare logiche da Prima Repubblica non aiuta. Sulla figura del nuovo capo dello Stato, una volta confermata l?indisponibilità di Ciampi a un secondo mandato, va cercata una figura carismatica come la sua, in cui tutti gli italiani si riconoscano, e non una figura che divide.

Vita: E il metodo bipartisan su temi cruciali (valori, economia, politica estera) lo trova auspicabile?
Bobba: Su economia e Finanziaria proprio no. Dobbiamo ripartire da quello che abbiamo detto, diminuire le tasse sul lavoro, farle pagare a tutti e far ripartire il paese, evitando che vi scorrazzino nuovi rentiers alla Ricucci. Dovremo fare una manovra economica difficile e costosa ma farlo con le nostre forze. Sui temi etici, come ho detto tante volte, maggioranze, intese e convergenze larghe sono auspicabili. Lì sì che bisogna scegliere e valutare slegati da logiche bipolari oppositive e costrittorie. Vedremo. Sulla politica estera la ricerca di unità interna alla coalizione sarà più facile di come viene descritta: vogliamo una politica estera di pace, il ritiro delle truppe dall?Iraq, una politica europeista in modo appassionato e rivolta verso il Sud del mondo, Africa in testa, vera soglia etica con cui misurare la serietà della posizione e delle scelte future dell?Italia sullo scacchiere internazionale. Ecco, questa sì che è un?altra soglia etica su cui la nostra coalizione dovrà impegnarsi bene e a fondo, in futuro.

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