Non profit
Bobba: avviamo un grande dibattito sul futuro dell’Europa
Il commento del Presidente delle Acli dopo le dimissioni del Ministro Ruggero
di Acli
«Con le dimissioni del Ministro Renato Ruggiero siamo di fronte ad un evento grave e preoccupante, con ripercussioni interne ed internazionali che sollecitano una pronta e matura assunzione di responsabilità. Il gioco è quanto mai serio, le questioni sono assolutamente rilevanti ed è venuto il tempo di chiarire la concreta linea di politica estera dell?Italia – in particolare quella europea – con riferimento alle grandi scadenze che ci stanno di fronte e che sono state poste dalle positive conclusioni dello scorso vertice di Laeken». Così si è espresso in una nota il Presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba, che ha proseguito: «Il Capo dello Stato ci ha ricordato i grandi punti di riferimento di questa politica europea: la rinuncia a parti di sovranità nazionale unita alla capacità di governare insieme il nostro destino comune. Proprio tenendo conto di questo orizzonte, apprendiamo dal governo una prima novità preoccupante, e cioè che la politica estera italiana si vuole orientata sempre più a favore della promozione del nostro business e del nostro commercio con l?estero. È indubbio che la priorità economica sia sempre più rilevante nelle questioni internazionali, ma ci era sembrato che dopo l?11 settembre ci fossimo convinti, con drammatica brutalità, della necessità di ristabilire il primato della politica sull?economia, sulla finanza e sui commerci, che vi fosse bisogno di un più forte investimento in dialogo, sviluppo, governance dei processi globali, cui subordinare i pur legittimi interessi nazionali. Ci siamo sbagliati? Era solo una ricreazione e tutto torna come prima? Questo è un primo punto che ci auguriamo venga davvero chiarito dall?ormai prossimo dibattito parlamentare».
Il Presidente nazionale delle Acli ha concluso con una seconda preoccupazione: «facciamo in modo che queste problematiche dimissioni diventino un’opportunità per avviare finalmente un dibattito vero sulle concrete scelte politiche per l?Europa che l?Italia intende perseguire nei prossimi anni. Tutto ciò uscendo dalle strumentalizzazioni di parte, per affrontare il nodo di questioni davvero rilevanti: quale Europa vogliamo, come ci prepariamo a gestire l?accoglienza dei nuovi Paesi, quale Commissione, quale ruolo dell?Unione e quale dei Governi nazionali, quale del Parlamento europeo e quale di quelli nazionali e delle Regioni, quale spazio e riconoscimento per i corpi intermedi della società civile europea. Si esca dal generico europeismo, dalla retorica comunicativa, per avviare un grande dibattito nel paese. È responsabilità del governo, è compito dell?opposizione, ciascuno nel proprio ruolo, ma con la coscienza che stiamo discutendo di un cammino di mezzo secolo che tocca il futuro oggi di oltre 300 milioni di cittadini, domani di quasi mezzo miliardo. Sapendo che intere aree del pianeta guardano all?Europa come ad un grande punto di riferimento, per porre fine al fragile ?unilateralismo? americano».
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