Welfare
Boato: «Sul Pat decisione il 30 gennaio»
Nessuna votazione del Pat - piano d’assetto territoriale ieri in consiglio comunale a Venezia.
«E’ stato presentato un maxi emendamento di 80 pagine che abbiamo cominciato a studiare in previsione della nuova seduta del 30 gennaio», spiega Michele Boato, ambientalista e direttore dell’Ecoistituto del Veneto che domenica scorsa ha interrotto il digiuno, intrapreso per protestare contro il Pat che prevede la costruzione di Tesseracity, cittadella alle porte di Venezia, vicino all’areoporto di Tessera.
TESSERACITY. «Un business perché di un nuova città, con alberghi, capannoni, uffici, non se ne sente proprio il bisogno. Non c’è neppure un’esigenza abitativa per aumento della popolazione», specifica Boato.
46 ASSOCIAZIONI. Contro il Pat da mesi stanno protestando ben 46 associazioni, che ieri sera alla seduta del consiglio comunale hanno ricevuto dalla Giunta il plico con gli emendamenti.
300 NOVITA’. È questo il numero dei punti nuovi contenuti nel maxi emendamento. «Alcuni sono stati scelti fra i 480 emendamenti presentati dai consiglieri comunali, altri sono assolute novità, altre ancora sono il frutto di trattative fra la Giunta e alcune istanze».
NAVI DA CROCIERA. Fra le novità inserite nel maxi emendamento la richiesta di impedire alle navi da crociera di entrare nei canali di Venezia.
STUDIO. «In queste ore stiamo studiando le 80 pagine – conclude Michele Boato-. Su Tesseracity, posso dire , dopo una prima lettura, che ci sono emendamenti che cambiano parole, terminologia. Pare a un certo punto che si parli di ridimensionamento, ma non mi pronuncio perché, il documento va analizzato molto bene, insieme al pool di legali e tecnici delle 46 associazioni».
Le puntate precedenti:
http://www.vita.it/news/view/117285
http://www.vita.it/news/view/117568
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.