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Boateng, fratelli mondiali

Ma il tedesco Jerome e il ghanese Kevin in campo non si sono nemmeno salutati

di Joshua Massarenti

Nemmeno uno sguardo, figuriamoci una stretta di mano. Tra i fratelli Boateng non c’è proprio voglia di fare pace. Ma nemmeno la guerra. A sovrastare i loro sentimenti è la solita indifferenza. Che ieri sera ha reso il suo implacabile verdetto al termine della partita Germania-Ghana, con Jerome da un lato a festeggiare la vittoria della sua NationalMannschaft, mentre dall’altro lato del campo Kevin-Space si congratulava con i compagni di squadra per una sconfitta onorevole che non compromette l’accesso agli Ottavi dei Black Stars.

Per gli appassionati di calcio e di storie a lieto fine non c’è stato nulla da fare: la gioia generale dei giocatori ghanesi e tedeschi per il superamento del primo turno non è bastato a riappacificare i Boateng. Ognuno andrà avanti nei Mondiali ignorando l’Altro.

Una tattica che nessuno riesce a decifrare. Nemmeno la stampa internazionale, che nei giorni scorsi ha provato a ripercorrere la storia di questi due strani fratelli nati in Germania dallo stesso padre ghanese, ma da madri tedesche diverse.

Jerome il buono è sin da piccolo un modello di integrazione sociale: a Berlino i compagni d’infanzia lo ricordano come un bravo ragazzo. La sua carriera calcistica non conosce improvvisi cambi di rotta: prima le giovanili dell’Herta Berlino, poi i debutti nella Bundesliga con la prima squadra. Nel 2007 si trasferisce nell’Amburgo, team nel quale si impone come il faro insostituibile della difesa. L’approdo in Nazionale non stupisce nessuno. E nemmeno l’attaccamento alla maglia di un paese “che mi ha dato tutto”.

Di tutt’altra pasta è il ventitreenne Kevin-Space: il suo talento di centrocampista non basta a farlo sfondare in Germania. A fregarlo è il carattere, scontroso e irascibile. Lui stesso si definisce “un ragazzo del ghetto”. Eppure il suo destino sembrava condurlo dritto alla NationalMannschaft: nel 2005 segna per la Nazionale Under-21 un goal  da centrocampo che entra nella storia del calcio tedesco; nel 2006 è eletto miglior giovane calciatore tedesco della Bundesliga. Ed ecco il 2007: Kevin viene escluso dagli Under-21 dopo una partecipazione a un torneo in Francia segnato da prestazioni extra-calcistiche molto discusse. Al ragazzo piacciono le feste, le donne e… i tatuaggi. Ne possiede 13, uno dei quali dice “Il mondo è tuo”, citazione da Scarface.

Per una testa calda come la sua, l’espulsione dalla nazionale tedesca viene vissuta come un’umiliazione. All’allenatore del Ghana, Ratomir Dujkovic, è bastato poco per convincerlo a giocare per i Black Stars. Da allora, Kevin si è posto due obiettivi: far vincere la squadra in cui militò suo zio e prendere a calci i tedeschi. “Capiranno di aver sbagliato a trattarmi come un randagio”. E’ bastata questa provocazione per sospettarlo di aver colpito in maniera deliberata il capitano della Nazionale tedesca, Michael Ballack, durante la finale di Coppa d’Inghilterra che alla vigilia dei Mondiali ha opposto il Portsmouth, la squadra in cui milita nel campionato inglese, e il Chelsea.

Il forfait di Ballack alla Coppa del Mondo ha mandato in bestia Jerome. E da allora tra i due fratelli non c’è proprio più feeling. “Ciascuno la sua famiglia, tu la tua, io la mia” dichiara Kevin il gangster. Non mi importa quello che fa, non voglio più avere contatti con lui”. E di contatti ieri sera sul prato del Soccer City Stadium di Johannesburg non se ne sono visti. Insomma, il tanto atteso duello tra i fratelli Boateng non c’è mai stato.


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