Sostenibilità

Blocco del Bianco: le richieste del Wwf

Tasse sul traffico pesante e non più di 1000 mezzi pesanti al giorno nel tunnel

di Paolo Manzo

Togliere le merci pericolose e infiammabili dalla strada, a partire dal tunnel del Monte Bianco e trasferire i tir e le merci sui treni. E ancora, dare chiari segnali di un freno allo sviluppo selvaggio al traffico su gomma, istituendo tariffe sui mezzi pesanti che assorbano i rilevanti costi esterni (ricadute ambientali e sociali) del trasporto merci su strada per ricavare risorse per il potenziamento della ferrovia, come indicato dalla Commissione europea. Questi in sintesi gli obiettivi di fondo della mobilitazione del WWF Italia in occasione della manifestazione di oggi 25 giugno a Courmayeur di blocco simbolico dei TIR che transitano dal tunnel del Monte Bianco. Tutto il contrario, afferma il Wwf, di quello che sostiene il Ministro alle Infrastrutture -e solo nominalmente ai Trasporti- Pietro Lunardi – aggiunge Stefano Lenzi, responsabile dell’Unità istituzionale del WWF Italia, presente oggi al presidio di Courmayeur. Nel 2002, anno internazionale della montagna, denuncia ancora il Wwf, il Ministero delle Infrastrutture ha addirittura chiesto lo stralcio di quegli articoli (11 e 14) del Protocollo Infrastrutture della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, in discussione alla Camera, che vietano la costruzione di nuove infrastrutture autostradali e auspicano tariffe piu’ adeguate per il traffico pesante. Il WWF Italia, in accordo con il WWF Francia e il WWF Svizzera (presenti oggi a Chamonix), chiede, oltre al trasferimento immediato delle merci pericolose e infiammabili e la verifica della capacità immediata della ferrovia: il contingentamento del numero (1000 mezzi al giorno) e della tipologia dei TIR – non più di 4 assi – che attraversano il Monte Bianco e l’adeguamento e il potenziamento delle linee di valico ordinarie (utilizzate ad oggi al 30% della loro potenzialità complessiva) e delle linee di adduzione di pianura. Secondo il Wwf dal 1990 al 1999 il traffico merci transalpino su gomma è aumentato dell’85% (costituendo il 67% del traffico totale) e, in assenza di interventi correttivi, rischiamo che questo aumenti ancora del 50% al 2010


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