Non profit

Blitz di Tremonti. Emendamento in Finanziaria azzera Fondazioni

Azzeramento totale degli organi amministrativi in carica, impossibilità di esercitare congiuntamente il controllo delle aziende di credito. Il potere agli enti locali. In allegato il testo completo

di Riccardo Bonacina

Azzeramento totale degli organi amministrativi in carica, nuove regole per le nomine che prevedono l´assoluta incompatibilità con le cariche nel sistema bancario, impossibilità di esercitare congiuntamente il controllo delle aziende di credito, obbligo di dismettere le partecipazioni nelle banche entro il 2003 a pena del loro conferimento a una società indipendente di gestione, attività di investimento concentrate su tre precisi settori di reale utilità sociale. Il governo sferra l´assalto finale al fortino delle fondazioni bancarie, da anni oggetto di ripetute riforme pensate per recidere definitivamente il cordone ombelicale che ancora, tuttavia, le lega alle banche da cui hanno tratto origine. Le nuove regole, severissime fino a prevedere l´ipotesi del commissariamento per chi non vi si adeguerà, e che avranno ripercussioni immediate sulla proprietà di aziende come MontePaschi e Unicredit, sono contenute in un corposo emendamento alla Legge Finanziaria 2002 presentato ieri dal governo, concordato con le forze politiche della maggioranza, e avallato dal governatore della Banca d´Italia, Antonio Fazio. “D´ora in avanti le fondazioni faranno le fondazioni e le banche faranno le banche” commentano al ministero del Tesoro, dove le nuove norme sono state elaborate. Entro tre mesi dall´emanazione delle disposizioni applicative della legge, le fondazioni bancarie dovranno dotarsi di un nuovo statuto, azzerare completamente e ricostituire i propri organi di indirizzo. Nelle more della ricostituzione, peraltro, gli organi amministrativi attualmente in carica dovranno limitarsi alla sola “ordinaria amministrazione”. Nelle nuove fondazioni la maggioranza dei membri dei consigli di amministrazione sarà nominata da Regioni, Comuni e Province, in ossequio al nuovo articolo 117 della Costituzione. Potranno essere eletti anche esponenti della società civile, ma i nuovi statuti prevederanno un “rigoroso criterio di indipendenza dagli interessi dei beneficiari degli interventi della fondazione”, per garantirne la totale autonomia. I nuovi consigli avranno un numero limitato di membri, verrà esplicitamente precluso l´utilizzo della cooptazione per la loro formazione. I nuovi statuti conterranno requisiti di esperienza e idoneità etica degli amministratori “in modo da privilegiare i requisiti specifici per un ente non profit, escludendo – si legge nella relazione tecnica al provvedimento – professionalità di altro tipo e in particolare quelle bancarie e finanziarie”. Per evitare ogni dubbio, inoltre, si prevede esplicitamente “l´incompatibilità a carico dei titolari di funzioni nelle fondazioni con tutte le cariche in soggetti operanti nei settori bancario, finanziario e assicurativo”. D´ora in avanti le fondazioni “potranno operare, in rapporto prevalente con il territorio, solo nei settori indicati” che corrispondono a quelli previsti dall´ordinamento americano “e dovranno comunque scegliere, in tale ambito, un numero massimo di tre settori ai quali indirizzare l´attività prevalente”. Le norme più severe ed incisive riguardano però il patrimonio esistente delle fondazioni, rappresentato ancora per circa il 50% dalle partecipazioni nelle banche. Le leggi in vigore impediscono a una fondazione il controllo di una banca, ma da ora in poi sarà vietato anche il controllo. Di fatto il blitz di Tremonti significa azzerare l’equilibrio raggiunto faticosamente tra enti locali e società civile, dando tutto il potere ai primi così da finanziare il sistema sanitario senza più una lira. In allegato il testo completo dell’emendamento Tremonti


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