Non profit

Blair spende 50 mld per pubblicizzare programmi sociali

Il governo britannico spende in pubblicità per le proprie iniziative più delle multunazionali

di Gabriella Meroni

La pubblicità costa, anche se è per una buona causa. Lo sa bene Tony Blair che solo nel mese di febbraio ha speso 16,4 milioni di sterline, ovvero 50 miliardi di lire, per le tre campagne sociali sui sussidi familiari, sulle pensioni e sul reclutamento di infermieri negli ospedali. Secondo uno studio del servizio di monitoraggio dei media “AcNielsen Mms” citato dal Financial Times, il governo laburista ha così speso in pubblicità più di qualsiasi azienda britannica, comprese multinazionali come Unilever e Procter & Gamble. La prima, ad esempio, ha dovuto sborsare per spot e manifesti 12,2 milioni di sterline, mentre la seconda si è fermata a “soli” 10,1. Potrebbe dunque aver ragione, secondo l’autorevole quotidiano finanziario, chi accusa Blair di privilegiare l’immagine rispetto alla sostanza. Senza contare l’accusa, possibile, di usare denaro pubblico per promuovere la politica del partito laburista alla vigilia delle elezioni politiche anticipate previste per giugno. E’ un fatto che sotto i laburisti le spese di propaganda governativa sono notevolmente aumentate. Nel 1996-97, quando a Downing Street c’era il conservatore John Major, furono di 69,4 milioni, mentre fra marzo 1999 e marzo 2000 sono arrivate a 113,5 milioni.


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