Mondo

Black out su liberazione Rossella Urru

Massima confusione sulla presunta la liberazione della cooperante italiana del Cisp

di Joshua Massarenti

Non possiamo né confermare, né smentire la liberazione di Rossella Urru. Non sappiamo assolutamente nulla”. E’ quanto ha dichiarato poco fa al sito Vita.it il console onorario italiano in Mali, Loriana Riccarelli Dembele. “Siamo in contatto costante con le autorità maliane che sono state colte totalmente di sorpresa dalla notizia diffusa dalla Mauritania” ha aggiunto Riccarelli.

L’incertezza che avvolge la liberazione della cooperante italiana, rapita quattro mesi e mezzo fa nel sud ovest dell’Ageria, è confermata dalle affermazioni del direttore del giornale maliano Les Echos. “Qui la confusione è massimaassicura a Vita.it Alexis Kalambry. “Di solito quando i media annunciano la liberazione di un cooperante occidentale, le autorità nazionali reagiscono rapidamente diffondendo un comunicato stampa per confermare o smentire la notizia. Nel caso di Rossella Urru sta calando un silenzio anormale. Alla presidenza maliano dicono di non sapere nulla, mentre il ministro degli Esteri e i suoi consiglieri sono irraggiungibili. E’ un atteggiamento molto insolito”.

La liberazione di Rossella Urru, annunciata dal giornale senegalese Dakarctu, da Al Jazeera e da alcuni siti d’informazione della Mauritania, non era stata confermata né dal ministero degli Affari esteri italiani, né dai familiari della Urru. “La famiglia Urru non ha ancora ricevuto una notizia ufficiale circa la liberazione di Rossella” aveva dichiarato in mattinata un parente stretto della cooperante italiana dell’ong italiana Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (Cisp), mentre Margherita Boniver, Commissario Straordinario per il ministero degli Esteri, invitava alla massima cautela. “Finché non ci è possibile dire che la notizia è vera, occorre essere molto cauti. Ci auguriamo però che tutto sia vero” aveva detto la Boniver.

Poi il colpo di scena con il movimento unito per il Jihad in Africa occidentale, gruppo dissidente di Al Qaeda, che secondo l’Afp avrebbe chiesto 30 milioni di euro per la liberazione della Urru e dei suoi due colleghi spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons.

Ma ormai ogni notizia andrebbe presa con le pinze. Il sito d’informazione mauritano ‘Sahara media’ sosteneva che Rossella Urru era stata liberata assieme a un gendarme mauritano, Ely Ould Mokktar, rapito il 20 dicembre scorso al confine con il Mali. Secondo questa fonte, i due ostaggi sarebbero stati liberati in cambio della scarcerazione di Abderrahmane Ould Amadou al-Azawad, un combattente di al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI), il braccio nordafricano della rete terroristica internazionale.

“Fino ad ora le dichiarazioni del governo mauritano hanno soltanto evocato il caso di Mokktar” ha dichiarato a Vita.it Ahmed Ould Cheikh, il direttore del principale quotidiano mauritano, ‘Le Calame’. “Secondo le autorità governative, le trattative per la liberazione di Mokktar sarebbero in fase molto avanzata. Fonti ufficiali ci avrebbero assicurato che il governo mauritano avrebbe contattato la moglie del gendarme sequestrato da Aqmi per annunciarle la liberazione del marito, che a Nouakchott non è ancora arrivato. Ma di Rossella Urru non si sa assolutamente nulla”.


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