Sostenibilità
Blablacar, la rivoluzione è già iniziata
L’ispirazione di un giovane italo-tedesco per muoversi a costo quasi zero all’università è diventata oggi il modo con cui milioni di persone in Europa condividono passaggi. Siamo andati dietro le quinte del nuovo fenomeno di mobilità sostenibile e sociale
Olivier Bremer può sembrare un ragazzo come tanti. Ma non lo è. Nato in Germania ma cresciuto in Umbria, a 28 anni si trova un sogno realizzato fra le mani: aver contribuito a convincere 2,4 milioni di persone in molte zone d’Europa che la sua idea è davvero vincente, e spingere ogni settimana altre decine di migliaia, Italia compresa, ad aderirvi. Di cosa stiamo parlando? Di Blablacar, il network di passaggi in auto condivisa che sta letteralmente spopolando da pochi mesi a questa parte in Italia, e da almeno un paio di anni nel mondo. “Avete presente cosa vuol dire spendere solo 25 euro per andare da Roma a Milano o viceversa, e nel frattempo passare momenti piacevoli di conversazione con persone che fino al giorno prima non conoscevate? Ho saputo di studenti che sono diventati amici di dirigenti d’azienda, insegnanti con operai, e la lista è lunga”, racconta Bremer. Utilità, rispetto dell'ambiente e condivisione: potrebbe essere questa l’essenza del modello Blablacar, l’evoluzione di car sharing e car pooling che in Italia è attivo con il sito Blablacar.it, che proprio in questi giorni si rinnova nella forma e nei contenuti, dato il boom di richieste. Ma per ogni dettaglio, la parola al fondatore, che per l’intervista di vita.it è partito dall’inizio, “da quando tutti mi prendevano per pazzo e nessuno credeva che sarei arrivato fino a questo punto”.
Come e dove ha inizio la community di viaggiatori Blablacar?
Era il 2007, stavo studiando Relazioni internazionali all’università in Germania. Il treno costava troppo, l’auto non l’avevo come del resto il 90% degli studenti. Ho visto che l’unica misura che funzionava per ammortizzare i costi era l’uso dell’auto condivisa e ho pensato: perché non creare uno strumento che unisca domanda e offerta? Ecco che nasce Postoinauto.it, il primo passo poi sfociato nel network Blablacar, il cui avvio ufficiale è stato nel 2009, grazie anche al mio professore di informatica del liceo che mi ha aiutato nell’avvio web dell’iniziativa. All’inizio era un hobby, non ci potevo vivere come oggi, c’è voluto un po’ di tempo prima che capissi quanto potesse crescere. Nei tre anni successivi sotto il cappello Blablacar si è diffuso anche in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia e, di recente, Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) e Polonia, ed è sorprendentemente in continua crescita, almeno 400mila passaggi e 100mila nuovi utenti attivi in più ogni mese, con una percentuale che va dal 30% all’80% a seconda del paese.
Cosa significa Blablacar?
E’ un termine inventato piuttosto universale che rimanda a una conversazione, il ‘Bla bla’ appunto, e all’auto, ‘car’. Si tratta di un’espressione funzionale all’iniziativa, perch tra le varie categorie di scelta di un passaggio c’è anche il grado di loquacità che indica il conducente stesso: ‘bla’ se non si vuole parlare molto, ‘blabla’ per una conversazione più corposa, ‘blablabla’ per chi è chiacchierone e durante il viaggio è molto disponibile a conversare con il passeggero.
Come funziona il meccanismo?
Oltre al grado di loquacità, una persona che cerca un passaggio in auto può scegliere anche tra veicoli in cui si fuma o no oppure in cui si possono portare a bordo animali domestici o meno. Per il resto, l’idea alla base di Blablacar è semplice: un conducente offre online un passaggio, indicando data, ora e luogo di partenza. I passeggeri, invece, possono con un motore di ricerca vedere l’elenco di passaggi disponibili, e una volta scelta la loro opzione entrare in contatto con il conducente, tramite il sito o telefonando direttamente, ma sempre con la garanzia di affidabilità e mantenendo la privacy necessaria.
Qual è l’identikit del viaggiatore di Blablacar?
L’età media è 30 anni, quindi è soprattutto giovane, ma non sono pochi i 60enni che entrano nella community. Le donne sono tante, il 46% del totale, cifra che scende al 35% in Italia, ma solo perché da noi è stato avviato da poco. Per il resto non c’è una categoria fissa: può essere studente come lavoratore, libero professionista che compie lunghe tratte in auto o persona che si reca in visita da amici o parenti.
Chi stabilisce il prezzo per il passaggio?
Il conducente, dietro nostro consiglio. La cifra rimane quella indicata all’inizio fino alla fine, naturalmente più persone salgono a bordo, più è economico il viaggio. In generale, la media è di 5 euro per 100 chilometri.
Quali sono le tratte più frequentate in Italia?
Oltre a Roma-Milano e viceversa, le più richieste sono Milano-Torino e Roma-Bari: sono molti i pugliesi che si sono avvicinati a Blablacar. Poi ci sono tratte a media frequentazione un po’ in tutta Italia, in ogni giorno della settimana (in questo momento, per esempio, sul sito sono in evidenza i viaggi Firenze-Cremona a 16 euro, Genova-Parma a 12 euro, terni-Siena a 10 euro, ndr).
Come vedete il mercato italiano?
Un dato su tutti: cresce dell’80% ogni mese, è il luogo dove Blablacar sta avendo il maggior incremento in assoluto, soprattutto dall’estate 2012 in poi, quando decine di migliaia di persone si sono mosse per le vacanze. Questo sfata il tabù che gli italiani non si fidano a salire sulle macchine altrui!
Qual è per il valore aggiunto di Blablacar?
Stiamo parlando di una pratica che ha due immediati risvolti concreti. Primo, diminuisce di molto l’impatto ambientale: l’obiettivo è avere auto con sempre più persone a bordo. Basti pensare che se si viaggiasse con auto piene si risparmierebbero ogni anno ben 40 miliardi di tonnellate di CO2 e 55 miliardi di euro, pari al 3,5% del PIL italiano. Secondo, l’impatto sociale è enorme, perché si incontrano persone che normalmente non si sarebbero mai incrociate, e il viaggio diventa un’occasione di conoscenza reciproca unico nel suo genere.
Chi c’è dietro il portale web che offre i servizi?
Uno staff di 60 persone, di cui cinque in Italia, molti di più in Francia e Inghilterra dove l’iniziativa ha preso piede qualche tempo fa, spinta anche da esperienze precedenti attive che sono confluite nel network Blablacar. Ma anche in Italia puntiamo a ingrandirci nei prossimi mesi.
Come sta in piedi economicamente Blablacar?
All’inizio grazie a numerosi investitori privati che hanno creduto nel progetto: l’aspetto che mi ha sorpreso è che non sono stato io a cercarli, ma loro hanno trovato la mia idea e mi hanno convinto a realizzare il primo business plan. Oggi le entrate derivano da almeno tre diversi sistemi: la vendita di spazi pubblicitari, in questo caso all’estero perché in Italia, essendo un mercato nuovo, ancora non avviene; la promozione di servizi di condivisione auto a grandi clienti, per esempio aziende come Ikea e Carrefour, per i quali abbiamo siti web ad hoc per la loro mobilità; infine, in particolare in Francia dove l’esperienza è più matura e strutturata, chiediamo un piccolo, ma per noi significativo dato l’alto numero di utenti, contributo per prenotare online i passaggi.
Qual è il vostro prossimo passo?
Lanciare una nuova versione del sito web Blablacar.it, cosa che avviene in queste ore. Sono molti i cambiamenti, e quasi tutti sono consigli recepiti dagli utenti. Per esempio, sarà possibile d’ora in poi dare un voto anonimo al conducente, più alto o meno se rispetta le regole della strada. Ancora, ogni viaggio avrà uno sfondo colorato a seconda del prezzo: verde il più economico, giallo un po’ più costoso, rosso un po’ meno economico, ma comunque sempre inferiore alla tariffa normale di un treno o un aereo per la stessa tratta. Accanto a questa novità, dal punto di vista dei clienti stiamo entrando in relazione con varie istituzioni locali, anche se a oggi si fa fatica a collaborare, a causa anche del difficile momento economico. Infine, tra non molto vorremmo offrire i nostri servizi anche al mondo del non profit, che sentiamo vicino.
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