Criptovalute e dintorni
Bitcoin? Utilizziamo la blockchain per costruire reti cooperative
Per l'economista Azzurra Rinaldi, sì, ci sono spazi etici per i Bitcoin. «Li possiamo utilizzare a vantaggio della collettività», uscendo però da una logica puramente speculativa e lavorando allo sviluppo della blockchain. «Se vogliamo che il mercato delle criptomonete si ampli dobbiamo stabilire dei confini normativi», spiega, e quei confini si chiamano "responsabilità". Terza puntata della nostra inchiesta
di Alessio Nisi
Un asset certamente non tradizionale, ma che risente dei meccanismi di compravendita internazionali. Saranno anche speciali i Bitcoin, perché decentralizzati e tenuti su dalla blockchain, ma nel momento in cui diventano parte degli investimenti mondiali, salgono e scendono: fluttuano.
«Quando c’è incertezza le compravendite si bloccano. Quando il dollaro riesce ad essere più forte sui mercati internazionali il prezzo di Bitcoin tende a scendere», spiega Azzurra Rinaldi, docente di economia politica a Unitelma Sapienza, con cui proviamo a spiegare come uno strumento vecchio di secoli come i dazi possano interferire con una moneta nata nel 2008, lanciata nel 2009, e che fa delle disintermediazione il suo essere specifico, non essendo legata a nessun ente terzo emettitore.
Bitcoin sulle montagne russe
Nei primi giorni di gennaio, la crypto ha superato la soglia dei 100mila dollari, trainata dalle voci di una sua possibile adozione come riserva strategica degli Stati Uniti. Poi la situazione si è complicata con l’attesa per le decisioni sui dazi americani, portandola sotto i 90mila dollari.
Ma, oltre la volatilità, la regina delle cryptovalute si porta dietro anche una serie di altri temi, tra cui la responsabilità, l’etica e l’importanza di avere un’educazione finanziaria per sì che il consumatore che investe in queste monete lo faccia con consapevolezza. Resta il «meccanismo fondamentale della finanza: quanto più il rendimento è alto, tanto il rischio è elevato».
Professoressa Rinaldi, tra rischi e possibilità, si passa dalle aperture di Trump al no recentissimo della Bce, con alcuni paesi che vanno da soli, come ad esempio la banca centrale ceca, che ha deciso di investire in Bitcoin
L’Unione europea sui Bitcoin rimane tiepida: ed anche comprensibile. Parte della credibilità della stessa, si basa infatti sulla sua valuta, sulla solidità dell’Euro. Per il consumatore medio che investe, poi, la consapevolezza è il primo passaggio: se vogliamo investire in Bitcoin dobbiamo avere prima di tutto informazioni da fonti qualificate.
Allo stesso tempo è importante ribadire un assunto che per un pubblico specialistico può sembrare una banalità, ma che per la maggior parte delle persone non lo è (proprio perché facciamo poca educazione finanziaria): mettendo i soldi in asset ad elevatissimo rendimento, ci si fa carico di un elevatissimo rischio.
L’orientamento che arriva dagli Stati Uniti sembrerebbe andare nella creazione di un ambiente normativo che favorisca questo tipo di investimento
Il presidente Trump ha detto che vuole fare degli Stati Uniti “la capitale delle criptovalute”. Può farlo, perché ha dietro la forza degli Stati Uniti e quella delle relazioni che ha costruito in vista della sua elezione. Parte del suo risultato elettorale è legato anche all’appoggio economico della Silicon valley.
Ci sono delle prospettive di crescita di questo settore con Trump? Sicuramente sì, ma dobbiamo stare attenti a quello che succederà, pensando che questi soldi andranno soprattutto ai più ricchi. Senza contare l’aver lanciato una propria criptovaluta, ponendosi in una situazione di evidente conflitto di interessi.
Mining, ovvero estrazione delle criptovalute, e impatto ambientale. A oggi un nodo non risolto. Come non sono risolte le criticità in termini di governance
Se vogliamo veramente che il mercato delle criptomonete si ampli e non rimanga appannaggio di pochi ricchissimi dobbiamo stabilire dei confini normativi.
Per lei è centrale il tema della responsabilità
Ci sono alcuni dati che ci dicono che il mining è talmente energivoro da consumare in un anno più energia di molti sistemi paese. Chi si fa carico di questo impatto? A chi imputare la responsabilità delle emissioni?
Da una ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web3 Polimi emerge che nel 2024 circa 2,7 milioni di italiani (7% della popolazione internet tra i 18 e i 75 anni) possiedono crypto – asset e che sono 13 milioni gli italiani interessati a questi investimenti.
È un mercato che sicuramente presenta delle potenzialità e come tale è un mercato interessante.
Ci sono degli spazi etici nell’uso dei Bitcoin?
Penso piuttosto all’utilizzo della blockchain per creare dei sistemi cooperativi. Le potenzialità ci sono, bisogna però uscire dalla logica puramente monetaria e utilizzare questa tecnologia per costruire network cooperativi.
3^ puntata
Leggi anche
Bitcoin, solo speculazione o nuovi spazi per le comunità
Bitcoin, la strada dell’investimento etico è ancora lunga
In apertura foto di Victorumeche da Pixabay
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.