Sostenibilità

Biotecnologia nascosta tra fibre, diete e vitamine

I prodotti a rischio sono già al supermercato

di Redazione

Mais e soia trangenici, se li conosci li eviti. Detto così, sembra facile: basta scartare dal carrello della spesa tutti i prodotti che li contengono e non si rischia di ingurgitare alimenti modificati. E invece no, perché mais, soia e derivati (i più comuni sono la lecitina di soia e l?amido di mais), insieme a molti altri ogm si trovano un po? dappertutto, anche in alimenti insospettabili come il latte e i budini, gli yogurt o il pesce surgelato. Soprattutto, si trovano sugli scaffali nei nostri supermercati, confusi tra i prodotti naturali. Come orientarsi? Greenpeace ha pensato di dare una mano ai consumatori nemici degli ogm (che in Europa sono l?80%) stilando una lista della ?buona spesa?, che pubblichiamo qui a fianco e che è composta dalle aziende che garantiscono – e bisogna credergli sulla parola – di non impiegare prodotti che contengano ogm. È chiaro che il rovescio di questa lista è composta dalle aziende che potrebbero utilizzare alimenti transgenici. Sbagliarsi o confondersi è un vero peccato: non solo perché si rischia di mangiare modificato, ma soprattutto perché sarebbero vanificati altri sforzi in cui il consumatore attento si profonde, come scegliere alimenti con pochi grassi o integrali. Spesso infatti i prodotti delle ditte ?incriminate? si segnalano per pregi molto à la page come la leggerezza, l?apporto di vitamine o l?alto contenuto di fibre. Ecco qualche esempio. Vi piacciono i corn flakes da mangiare a colazione nel latte? Bravi, siete attenti alla salute e sapete che non c?è niente di più sbagliato che iniziare la giornata buttando giù solo un caffè. Attenti a cosa scegliete però: i Kellogg?s vanno bene (in Europa), i Quacker no, perché potrebbero contenere mais transgenico. Preferite yogurt e formaggi light? Perfetto, il colesterolo è sempre in agguato. Ma evitate i Danone Vitasnella e tutti i formaggi Galbani, compreso il Bel Paese tanto caro ai nostri nonni, considerati da Greenpeace ?a rischio?. Altro caso che coinvolge i maniaci della dieta, quelli che si affidano ai pasti sostitutivi tipo barrette Peso forma, anche loro nella lista cattiva. La stessa fine che fanno Dietorelle e biscotti Cereal Vit, che pure si segnalano per una confezione davvero attenta al consumatore, che viene sommerso da una quantità incredibile di informazioni salutiste e può stare sicuro che il prodotto non contiene conservanti, coloranti e additivi. Sugli ogm, però, neanche una parola. Se i salutisti piangono, i golosi non ridono. Greenpeace infatti dà semaforo rosso a tutti i prodotti Star – dal tonno ai sughi pronti ai dadi -, ai biscotti e cracker Saiwa, agli snack come Mars, e Twix, alla maionese Calvé, ai surgelati Arena e Marepronto, per non parlare dei dessert Danone come Danette e Coppa Bianca che piacciono tanto a Pippo Inzaghi. Di chi fidarsi, allora? Greenpeace e Legambiente segnalano molte marche e tutti i prodotti a marchio Esselunga, Coop e Il Gigante, le catene di distribuzione che garantiscono di non fare uso di ogm. Molti prodotti oggi considerati sicuri da Greenpeace, inoltre, si sono messi in regola di recente, e solo con un?autocertificazione: si tratta di Findus e Algida (semaforo verde da novembre 1999), Parmalat (da dicembre), Nuova Forneria (quella del Buondì, da ottobre), Citterio (da novembre); il colosso Kraft e Locatelli, infine, si sono dichiarati ogm- free solo a marzo dopo mesi e mesi di sospetti. Caso a parte, Nestlé: autoproclamatsi ?pulita? a febbraio, e considerata quindi buona da Greenpeace, è stata ributtata tra i cattivi da Legambiente, che ha scoperto la presenza di ogm in un prodotto ancora in commercio. La vera sfida del futuro, a quanto pare, saranno i controlli.


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