Ambiente

Biossido d’azoto, Frosinone ha superato i limiti 70 volte nel corso del 2023

Presentato il rapporto “Mal’aria di Città 2024” di Legambiente, con i rilevamenti nazionali riferiti a tutti i capoluoghi, sui giorni di superamento dei valori massimi quotidiani consentiti per le polveri sottili PM10, le medie annue di biossido di azoto (PM10 e PM2,5) e un confronto con gli obiettivi delle direttive europee

di Redazione

Frosinone, con 70 superamenti, è il peggior capoluogo d’Italia per il numero di giorni di PM10 oltre i limiti attuali (50 µg/mc). E Roma risulta tra le otto città italiane più inquinate per la media annua di biossido di azoto (NO2) nel 2023, con 32 µg/mc (microgrammi per metro cubo di aria): peggio stanno facendo Napoli, Milano, Torino, Palermo e Catania. Sono alcuni dati emersi dal rapporto “Mal’aria di Città 2024” presentato da Legambiente, con i rilevamenti nazionali riferiti a tutti i capoluoghi, sui giorni di superamento dei valori massimi quotidiani consentiti per le polveri sottili PM10, le medie annue di biossido di azoto, PM10 e PM2,5 e un confronto con gli obiettivi delle direttive europee.

«Il record negativo di Frosinone per le PM10 e Roma per il biossido di azoto, è un grido d’allarme incontrovertibile sulla salute della cittadinanza di tutto il Lazio», commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. «A questi parametri di qualità dell’aria pessima bisogna rispondere con politiche alte e forti: a Frosinone pedonalizzazioni, contrasto alla sosta selvaggia, implementazione del Bus rapid transfer e ripristino della funzionalità dell’ascensore inclinato, Ztl del centro storico, impulso alla sharing mobility e nuove piste ciclabili; a Roma subito Fascia verde, congestion charge, nuovi tram, ciclovie, sharing mobility, Metro e bus elettrici».

«Ci rivolgiamo al governatore Rocca, al sindaco di Roma Gualtieri e a quello di Frosinone Mastrangeli, perché si lavori tutti nella stessa direzione per abbattere il numero di vetture inquinanti, ridurre le emissioni da riscaldamenti a biomasse, scardinare lo strapotere delle automobili sulle strade cittadine con provvedimenti immediati e strutturali, da Città30 alla riduzione dei limiti di velocità sulle autostrade per inquinamento; da una potente cura del ferro e un piano di rilancio del trasporto pubblico locale a una diffusione della micro e macro mobilità condivisa; dalla messa a bando dei diesel per fermare il biossido di azoto a tutte le forme di sostegno per la diffusione di veicoli a emissioni zero. Insieme ai limiti di legge attuali per polveri sottili e biossido di azoto, l’aumento della qualità dell’aria che viene chiesto dall’Europa con le nuove direttive deve obbligare il Paese e, nello specifico i luoghi di crisi del Lazio, a prendere provvedimenti coraggiosi sui quali dal mondo ambientalista e dai cittadini con a cuore la salute collettiva e l’ambiente, non può che arrivare un grande sostegno».


Secondo i dati di Legambiente, infatti, a Roma è necessario abbattere il 37% di NO2 per rientrare nei parametri che saranno da raggiungere entro il 2030, a Frosinone del 29% le PM10 e del 33% le PM2,5. Anche a Latina si dovrà lavorare per ridurre del 6% le PM10, buona la qualità dell’aria e entro i limiti attuali e previsti sia a Rieti che e Viterbo.

«A Frosinone, con i valori record di polveri sottili, c’è bisogno di scelte politiche per il risanamento della qualità dell’aria, per la nostra salute, l’ambiente, il contrasto alle emissioni climalteranti e un miglioramento della qualità della vita», dichiara Stefano Ceccarelli, presidente del circolo Legambiente “Il Cigno” di Frosinone. «Torniamo a essere il capoluogo con più giorni di mal’aria da PM10, ma un risultato così negativo deve anche dare un grande impulso ad atti concreti e coraggiosi come quelli per una città più ciclabile e amica dei pedoni, e a progetti da realizzare velocemente, come la Ztl nel centro storico, la riduzione dei limiti di velocità nell’autostrada del Sole, il potenziamento del trasporto pubblico locale con l’implementazione del Bus rapid transfer e il ripristino dell’ascensore inclinato, politiche per la sharing mobility per la città e anche su tutto il complicato contesto della Valle del Sacco. Uscire dall’era delle fonti fossili per questo luogo, non è solo un impegno da assumere per contrastare il cambiamento climatico in corso ma anche per i nostri polmoni e il futuro del territorio».

Su tutti questi temi torna la campagna itinerante nazionale Clean Cities Campaign che farà tappa nel Lazio tra il 26 e il 28 febbraio.

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