Cultura
Biologico: polemiche per lancio prodotti a marchio
Naturasì inaugura la commercializzazione di propri prodotti suscitando qualche discussione.
Naturasì, la più importante catena italiana di negozi bio al dettaglio, annuncia l’arrivo di propri prodotti a marchio. Fino ad oggi la rete di supermarket – la maggior parte dei quali in franchising – vendeva merci dei singoli produttori. Un evento salutato anche da qualche polemica, come si capisce dall’ultimo editoriale del Bollettino Bio per le aziende, newsletter online diretta da Roberto Pinton.
«Erano stati annunciati, ora arrivano: sono i prodotti a marchio Naturasì, un progetto che punta a offrire un assortimento completo di prodotti biologici di base con un buon rapporto qualità/prezzo.
Con un “ma”.Pasta, olio extra vergine e di semi, trasformati del pomodoro, gallette, corn flakes, succhi di frutta, zucchero, orzo solubile… sono i primi prodotti con private label di Naturasì, maggior catena italiana di negozi specializzati in prodotti biologici.
Naturasì è un’azienda in costante crescita, dinamica e attenta alla soddisfazione delle esigenze del cliente.
È anche l’unico operatore del retail specializzato a raggiungere una massa critica che giustifichi gli investimenti per l’introduzione di una linea a marchio: pur senza costituire una rivoluzione copernicana nel dettaglio alimentare nazionale, comporta in ogni caso una sfida che richiede molte energie ed è del tutto nuova per il settore specializzato.
Con tutti i più sinceri auguri di successo all’iniziativa di Naturasì, di cui ci piace l’impegno, non possiamo non cogliere una stonatura nel materiale di comunicazione ai clienti.
La catena avvisa “Oltre a provenire da aziende biologiche autorizzate per legge, i nostri prodotti sono ulteriormente certificati da uno dei più rigorosi Organismi di Controllo italiani: il C.C.P.B. (Consorzio per il controllo dei Prodotti Biologici). Siamo fatti così: niente compromessi (…e 2 controlli sono sicuramente meglio di 1)”.
Non ci interessiamo molto di calcio, ma ci sembra di poter aggiungere questa dichiarazione al mucchietto di autogol sin qui prodotti dal settore.
Non intendiamo assolutamente mettere in questione il rigore del C.C.P.B.
Ci chiediamo, piuttosto, che impatto può avere sui consumatori questa speciale classifica degli organismi di controllo in “più rigorosi” e, ergo, “meno rigorosi”.
Il Controllo Qualità di Naturasì ha scoperto comportamenti poco rigorosi a parte di qualche organismo di controllo? Non si spara nel mucchio: fuori i nomi e i cognomi! Ne ha informato l’autorità competente?Ha escluso dall’assortimento i prodotti delle aziende controllate da questo (questi?) organismo di controllo? Eccetera eccetera.
Siamo certi che il C.C.P.B. era all’oscuro di questo diploma riconosciutogli dall’azienda controllata, non solo per l’abituale sobrietà di toni, ma anche perché il suo presidente presiede anche la Federazione degli organismi di controllo (i più e i meno rigorosi)…
Morale: leggere sempre dieci volte il testo proposto dall’ufficio pubblicità prima di dare il “visto si stampi”»!
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