Cultura

Biologico: l’Aiab in Israele e Palestina

L'associazione dei coltivatori bio nella terra scovolta dal conflitto strisciante. Convegni e incontri.«Biologico come pratica di pace»

di Giampaolo Cerri

Sì è conclusa molto positivamente la visita dell?Aiab in Israele e in Palestina.
A Tel Aviv si è svolto un convegno dal titolo: “Verso un futuro sostenibile biologico”, organizzato dall?Associazione Italiana per l?Agricoltura Biologica in collaborazione con l?Associazione biologica israeliana I.B.O.A.A. (Israel Bio-Organic Agriculture Association), nel quale si è discusso del “rapporto tra ecoturismo, sviluppo rurale e agricoltura biologica”.
L?Aiab ha portato in Israele l?esperienza, avviata nel 1998, relativa agli “Agriturismi Bioecologici”: ovvero la promozione di forme sostenibili di fruizione turistica nell?ambito dei territori rurali seguendo principi fondamentali come la valorizzazione dell?ambiente come risorsa; la diversificazione dell?economia rurale con lo sviluppo di una imprenditorialità nuova e alternativa; la conversione delle attività produttive al metodo biologico; la tutela degli ecosistemi e la conservazione della biodiversità animale e vegetale. A rappresentare l?Associazione italiana è intervenuto Fabio Piccioli, collaboratore relazioni internazionali Aiab e vice presidente di Ifoam Agribio Mediterraneo. All?importante appuntamento sono intervenuti il Ministro dell?Agricoltura israeliano, Shalom Shimchon, il Ministro del Turismo, Beny Elon, il direttore della società per la protezione della natura in Israele, Yosef Engel e Anna Maria Slabe, in rappresentanza dell?Istituto per lo sviluppo sostenibile della Slovenia.
Il folto ed interessato pubblico era composto da agricoltori bio e operatori del settore. Ottimo è stato il riscontro rispetto all?esperienza dell?AIAB sugli agriturismi bio in un Paese come Israele dove questa esperienza ancora non è stata intrapresa.
Al contrario l?agricoltura biologica è molto sviluppata essendo Israele un grande esportatore di prodotti bio. In tutto il Paese, da nord a sud compresa la zona del deserto del Negev si possono trovare coltivazioni biologiche sia all?aperto che sotto tunnel. Tra i bio prodotti coltivati agrumi, datteri, avocado, fichi, uva, olive. Vengono inoltre usate tecniche utili per l?agricoltura biologica riguardanti le coltivazioni arboree e l?utilizzo degli insetti predatori.

Uno dei pionieri del biologico in Israele è Mario Levi, di origine italiana, che opera in un kibbutz.
Particolarmente meritevole di essere segnalato è l?albergo situato sulle montagne della Galilea costruito con criteri di bio-edilizia, di risparmio energetico e di acqua, con attività di coltivazione e allevamento biologici e una piscina senza cloro ma con all?interno i famosi sali del Mar Morto.

Nell?ambito della visita in Israele l?AIAB ha avuto modo di incontrare anche l?Associazione PARC che si occupa di sviluppo dell?agricoltura biologica in Palestina.
Gli incontri si sono svolti nelle due sedi dell?Associazione palestinese a Gerusalemme Est e a Ramallah. Anche questi contatti si sono rivelati molto positivi e sono state poste le basi per proseguire un rapporto di collaborazione, già avviato, tra l?AIAB e le associazioni di cooperazione internazionale. Ci sono infatti importanti progetti che, a seguito di questi incontri, potranno essere sviluppati e concretizzati sul territorio palestinese. Tra questi merita di essere segnalato il progetto riguardante la produzione di prodotti biologici con la doppia connotazione bio ed equo solidali, come ad esempio l?olio d?oliva, il cus cus e tutti i prodotti zootecnici.

Nonostante la grave crisi in atto tra il Governo israeliano e l?Autorità palestinese, l?Associazione Italiana per l?Agricoltura Biologica ha cercato di portare in un Paese martoriato dagli attentati e dalle sanguinose repressioni un messaggio di pace di chi, scegliendo l’agricoltura biologica, vuole contribuire, nel suo piccolo, a riproporre alla società civile, quel modello di equilibrio, difesa della diversità, partecipazione e rispetto, che questa deve avere verso la terra, l’ambiente ed i consumatori.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.