Cultura

Biologico: di Molfetta l’olio più buono

Ad Andria premiati i migliori oli biologici del mondo. Vince il Marcinase dell'azeinda Minervini, seguito dal calabrese Dattito della Ceraudo di Crotone

di Giampaolo Cerri

L?olio biologico italiano si riconferma leader a livello mondiale. A vincitore la settima edizione del Premio Biol – Città di Andria, l?unico concorso internazionale riservato ai migliori extravergini ecocompatibili, sono a pari merito il pugliese ?Marcinase? dell?azienda Minervini di Molfetta – che dunque si aggiudica il premio BiolPuglia, sezione riservata al miglior produttore locale ? e il calabrese ?Dattilo? dell?azienda Ceraudo di Crotone. Sono risultati i migliori dell?annata 2002, tra circa 150 oli in gara giunti da vari continenti. Terzo posto all??Hirpus? del produttore avellinese Minieri. Miglior straniero, ma fuori dalla rosa degli ultimi finalisti, il californiano ?Lunigiana?. Nelle altre categorie, il premio Biolpack (miglior packaging ed etichettatura) è andato all?azienda spagnola Ecostean per il suo ?Cuarcos de Otto?; il Biolblended (al miglior olio imbottigliato e commercializzato con marchi non del produttore), all??Olibios? dell?azienda Monini di Spoleto. «I minuziosi parametri incrociati dei panel test hanno ribadito la costante crescita degli extravergini biologici italiani, che migliorano ogni anno. Basti pensare che alla selezione finale sono arrivati in nove: tutti del Belpaese. Ottimi, in generale, pugliesi e siciliani. Gli oli esteri, invece, non riescono a stare al passo, anche se registriamo i progressi di Spagna e Portogallo e la sorpresa dell?Arabia», ha dichiarato il presidente della giuria internazionale Antonio Zelinotti, capo panel italiano del Coi (il Consiglio Oleicolo Internazionale, massimo organismo mondiale del settore). Ad assegnare il Biolpack, invece, una specifica giuria di esperti in comunicazione, etichettatura e consumo. Da quest?anno la manifestazione – www.premiobiol.it – è passata sotto l?egida della Camera di Commercio di Bari, con la direzione tecnica del CiBi (in Puglia si occupa di biocertificazione per conto dell?Aiab) e il sostegno dell?Amministrazione andriese. E dunque Andria, storica roccaforte dell?olio a 50 chilometri da Bari, per tre giorni ha raccolto appassionati e operatori nazionali ed esteri grazie a un programma ricco di eventi. Ad aprire la kermesse è stato un forum internazionale su produzioni e mercati dei vari Paesi, curato dall?Osservatorio per l?Olivicoltura Biologica (col contributo dell?assessorato all?Agricoltura della Provincia di Bari); tra gli interventi, anche un?indagine-studio sui meccanismi della formazione dei prezzi. Ricco di stimoli, poi, l?animato ?BioProcesso? condotto dal giornalista Francesco Giorgino e incentrato sul fenomeno della progressiva scomparsa degli olivi secolari – connessa al sistema di aiuti Ue e all?aggirabilità delle norme regionali – che ha contrapposto ambientalismo (Wwf Italia, Acu, Aiab, Ifoam) e mondo produttivo (Unaprol, Cia, Confagricoltura). In programma anche tavoli d?affari e molti appuntamenti collaterali: mostre fotografiche; performance teatrali sull?olio realizzate dalla compagnia modenese Koinè; i corner dei gruppi d?acquisto solidali e del Comitato per il Parco Agrario degli Ulivi. E ancora: il documentario israeliano – in anteprima mondiale – sugli ulivi biologici del Mediterraneo; un bioitinerario tra aziende biologiche nel Parco Murgia degli Svevi; degustazioni guidate di olio e concerti serali con assaggi di prodotti tipici locali.


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