Cultura

Biologico: accordo artigiani-Coldiretti per la certificazione

Con questi capisaldi: etichette trasparenti e regole precise sulla trasformazione dei prodotti ottenuti con metodo biologico

di Gabriella Meroni

Nel carrello degli italiani il biologico occupa uno spazio sempre più voluminoso. E più crescono gli acquisti di prodotti naturali, più si ingigantiscono i rischi di truffe ai danni dei consumatori. Per informare meglio questi ultimi e sollecitare un comportamento etico nei produttori, Cna-Alimentare, l’associazione dell’artigianato e piccole e medie imprese, e Anagribios, i produttori biologici della Coldiretti, hanno firmato un protocollo che prevede un impegno reciproco. Con questi capisaldi: etichette trasparenti e regole precise sulla trasformazione dei prodotti ottenuti con metodo biologico. Non disgiunte da informazione ai consumatori. E dalla formazione delle imprese agricole ed artigiane, per poter equilibrare domanda ed offerta di materie prime biologiche destinate alla trasformazione. Del resto, con un mercato in crescita, è necessario un codice di comportamento che argini l’immissione sugli scaffali dei negozi di prodotti agricoli e trasformati che richiamano alle produzioni biologiche senza presentare le necessarie garanzie. L’Italia è fra l’altro il Paese più biologico di tutta l’Unione Europea. Le imprese agricole italiane di questo tipo sono 49.018 con una superficie interessata di 958.687 ettari. E rappresentano il 40% delle imprese e il 25,5% della superficie coltivata a biologico nell’Unione Europea. In questi ultimi anni il numero delle aziende e la superficie coltivata a biologico sono aumentate con un ritmo di incremento annuo di oltre il 50%. Queste coltivazioni danno lavoro a 1.327 imprese artigiane e Pmi, che si occupano della trasformazione della materia prima biologica. L’incremento delle aziende di trasformazione biologiche quest’anno è stato particolarmente forte (quasi il 40%).


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