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BIOETICA. Tar, Marini non doveva essere rimosso dal Comitato nazionale
Un'intricata vicenda si conclude con un colpo di scena
Il Tar del Lazio ha ribadito come illegittima, in una sentenza di merito, la rimozione del giurista Luca Marini dalla vicepresidenza del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb). Un atto dell’ottobre 2007 che aveva riguardato anche gli altri due vicepresidenti, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo, tutti rimossi con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, allora guidato dal premier Romano Prodi, e motivato dal presidente del Cnb Francesco Paolo Casavola, tutt’ora in carica.
Il Tar, con l’ordinanza di ieri, chiude un capitolo della vicenda giudiziaria finita anche sotto i riflettori della politica, con numerose interrogazioni parlamentari contro la rimozione dei vicepresidenti. «Non ho mai dubitato dell’esito favorevole del mio ricorso, vista la palese inconsistenza delle accuse nei miei confronti, e l’evidente sciatteria istituzionale con cui e’ stata gestita l’intera vicenda», commenta Marini in una nota.
Il giurista, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma e presidente del Centro di studi biogiuridici Ecsel (European Centre for Science, Ethics and Law), prosegue: «Non voglio pensare che il decreto illegittimo adottato nei miei confronti sia stato ispirato dalle posizioni di indipendenza e di autonomia da me assunte, a più riprese, nei miei undici anni di esperienza nel Cnb. È però vero – incalza – che l’impegno nella bioetica è oggi vissuto da molti, non più soltanto come impegno scientifico e, come tale, autonomo e indipendente. Ma anche come interessato sostegno a singoli schieramenti ideologici, talvolta selezionati caso per caso».
Marini, che è stato recentemente insignito dalla Commissione europea della prima cattedra Jean Monnet ad personam di diritto della bioetica, rileva che «in un Paese dove l’autorevolezza si misura e viene percepita soprattutto in termini di visibilità mediatica e di affinità partitica, piuttosto che in termini di risultati scientifici e accademici, essere studioso e professionista indipendente non è un compito agevole. Mi conforta in questa scelta la sentenza dal Tar, che ha sanzionato la lesione della “posizione di primazia e sicuramente di prestigio” da me ricoperta all’interno e all’esterno del Cnb».
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