Sostenibilità

Biodiversità: nuova ricerca del Cgiar, allarme estinzioni

I cambiamenti climatici minacciano specie selvatiche di principali colture agrarie. A rischio importanti fonti geniche di resistenza alle peste e siccit

di Redazione

Una nuova ricerca pubblicata oggi dal CGIAR (Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale – Consultative Group on International Agricultural Research) lancia l?allarme sul rischio di estinzione che corrono specie selvatiche di piante, come la patata e l?arachide, dovuto agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. E produrrebbe come conseguenza la perdita di una fonte vitale di geni, che sono necessari ad incrementare la capacità di colture agrarie di resistere alle condizioni di siccità e peste.

Secondo gli scienziati che hanno condotto gli studi, nei prossimi cinquanta anni, circa 31 di 51 (61 per cento) specie di arachidi selvatiche ed 13 di 108 (12 per cento) specie di patate selvatiche analizzate, rischiano l?estinzione, appunto, a causa dei cambiamenti climatici. Le colture restanti saranno limitate ai suoli sempre più marginali, erodendo così ulteriormente la loro capacità di sopravvivenza. Inoltre, la ricerca ha preso in esame, 48 specie selvatiche di fagiolino dall?occhio, un legume nutriente coltivato diffusamente in Africa, e scoprendo che soltanto due specie rischierebbero la scomparsa. Ciò nonostante, si prevede una cospicua riduzione del numero di molti fagiolini dall?occhio selvatici, perché i cambiamenti climatici previsti, li costringeranno fuori delle aree occupate attualmente.

Riferisce Andy Jarvis, uno degli autori della ricerca, che lavora in due centri-CGIAR (al Bioversity International con sede centrale a Roma e Centro Internazionale per l?Agricoltura Tropicale (CIAT) in Colombia), ?i risultati ottenuti indicherebbero che la sopravvivenza di molte specie selvatiche di colture, e quindi non solamente di patata, arachide e fagiolo, siano minacciate seriamente, anche di fronte alle valutazioni più conservative a proposito della grandezza di cambiamenti di clima. Pertanto, è urgente raccogliere e conservare i semi di piante selvatiche prima che esse scompaiano. Attualmente, le collezioni esistenti contengono una bassa percentuale di diverse specie selvatiche nel mondo?.

L?estinzione di specie selvatiche di colture rappresenta una seria minaccia per la produzione alimentare, essendo custodi di geni caratteristici importanti, per la resistenza alla peste e tolleranza alla siccità. Si tratta esattamente di geni che i ricercatori utilizzano per migliorare le prestazioni di varietà coltivate. Di conseguenza, è previsto l?intensificazione dell?utilizzo di specie selvatiche per aumentare il carattere di tolleranza e resistenza alle malattie delle loro cugine specie coltivate; visto che con i cambiamenti climatici, farà troppo caldo, troppo freddo, troppo umido o troppo arido, per permettere a molte varietà di colture esistenti di continuare a produrre ai loro livelli correnti.

I risultati della ricerca sono stati resi noti durante la Giornata Internazionale di Biodiversità, organizzata dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity – CBD).

Jarvis ed i suoi coautori, studiando gli effetti dei cambiamenti climatici su queste tre colture in Africa e Sud America, hanno avuto la possibilità di considerare, come comuni popolazioni di piante selvatiche si comporterebbero di fronte a larga variazione di condizioni di coltivazione. E da dove si evince che l?impatto delle variazioni climatiche sarebbe più marcate in alcune specie che nelle altre, ma in generale, tutte e tre gruppi di specie studiate soffrirebbero.

Seppure non apparente al consumatore medio, specie selvatiche di molte piante coltivate giocano un ruolo fondamentale nella produzione alimentare. Infatti, tutte le colture oggi più diffuse hanno avuto origine dalle piante selvatiche. Durante i processi di addomesticazione, la loro variazione genetica è stata ristretta considerevolmente quando gli agricoltori hanno accuratamente selezionato piante con caratteristiche relative al sapore, aspetto e rendimento. Nei momenti di difficoltà nei campi ? per esempio durante gli attacchi di peste o malattie ? oppure, più recentemente, difficili condizioni di coltivazione dovute ai cambiamenti climatici ? i ricercatori tendono a rivolgersi al pool genetico di specie selvatiche più resistenti, per trovare una soluzione alla minaccia.

Di recente, i geni di piante selvatiche hanno permesso ai ricercatori di sviluppare nuovi tipi di patate commestibili, resistenti alla devastante malattia della ruggine della patata, e nuovi tipi di grano con più tolleranza alle avverse condizioni di siccità. Allo stesso modo, attraverso programmi di miglioramento genetico appropriato, specie selvatiche di arachide sono risultate fondamentali nello sviluppo di nuove varietà, resistenti ai nematodi fitoparassiti e alla peronospora, una muffa che attacca le foglie. Negli Stati Uniti, il valore delle nuove varietà prodotte è stimato nell?ordine di svariati milioni di dollari annui.

Una delle ragioni della vulnerabilità ai cambiamenti climatici delle arachidi selvatiche, è riconducibile al fatto che esse si trovino nelle pianure, spiega Jarvis. Quindi, per arrivare al clima più fresco, dovrebbero migrare per lunghe distanze, una situazione resa più difficile dal posizionamento sotterraneo dei loro semi, ad un metro circa di distanza dalla pianta madre. Ciò limita la velocità di accesso dei semi ai clima più favorevoli. In contrasto, le piante nelle zone montagnose, possono in teoria sopravvivere, estendendo il raggio leggermente sopra una discesa, anche di pochi metri, per trovare clima più fresco. ?Il lavoro per gli scienziati?, prosegue, ?è di identificare quali specie selvatiche siano più suscettibili alle sofferenze dei cambiamenti climatici ed accordare loro, la priorità nella conservazione?.

La coordinatrice di un importante progetto mondiale sulle piante selvatiche, sovvenzionato da più soggetti internazionali, e con a capo la Bioversity International, Annie Lane, ha affermato che, ?l?ironia qui è che i ricercatori conteranno più che mai su piante selvatiche, per sviluppare colture domestiche in grado di adattarsi ai continui cambiamenti climatici. Eppure, proprio a causa dei cambiamenti climatici, rischiamo di perdere una quantità significativa di queste vitali risorse genetiche, nel momento di maggior bisogno per garantire la produzione agricola?.

Una parte importante degli attuali sforzi del CGIAR è di condurre ricerche per identificare le piante selvatiche (potenzialmente) minacciate dai cambiamenti climatici, con lo scopo di anticipare e mitigare gli effetti del riscaldamento atmosferico sull?agricoltura. Negli ambienti locali, nazionali ed internazionali, i ricercatori del CGIAR stanno mettendo a punto, opzioni innovative per migliorare l?adattamento di colture agrarie ai cambiamenti climatici.

Inoltre, nuove ricerche nei centri CGIAR hanno come obiettivo principale la conoscenza degli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse naturali, come l?acqua, la pesca e le foreste e la loro miglior gestione per soddisfare i bisogni delle popolazioni in aumento.

Breve cenno su Bioversity International
Bioversity è la più grande organizzazione mondiale di ricerca dedita all?uso e conservazione di biodiversità agraria. E? un organismo indipendente e senza fine di lucro. Per ulteriori informazioni, consultate, http://www.bioversityinternational.org

Breve cenno sul CGIAR
CGIAR rappresenta un?alleanza strategica di ricerca agricola dedita allo sviluppo ed all?applicazione della miglior intelligenza disponibile per stimolare la crescita agricola, aumentare il profitto degli agricoltori, e proteggere l?ambiente. Vi si raggruppano 15 centri di ricerca mondiale, che conducono lavori pionieristici per nutrire il futuro. Per ulteriori informazioni, consultate, http://www.cgiar.org


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